LIGUSTRO E LA SONDA HAYABUSA 2
TITOLO: Stampa Pesci Pesce Polpo - colore scuro
Xilografia policroma a 40 colori (anno del cinghiale 1995)
Tirature: 2 con colori e carte diverse
Tecniche impiegate in uso nel periodo EDO in Giappone:
Nishiki-E |
Dipinti broccato, termine con il quale si prese ad indicare le xilografie policrome diffusesi a partire dal 1765 (incisioni su legno di pero o di ciliegio). |
Bokashi |
Stampa a colori sfumati |
Gindei |
Impiego di polvere d’argento per dare rilievo a particolari finemente ricavati nella stampa. |
Kirazuri |
Stampa a mica consistente nell’applicare particelle di polvere di perla e mica al fine di ottenere effetto argentato e brillante. |
Sabi-Bori |
Metodo di incisione per ottenere nella stampa della calligrafia Giapponese l’effetto del pennello. |
Carta: Carte pregiate Giapponesi
Misura della stampa: cm 31 x cm 45
Ligustro immagina di chiedere al polpo:
hai visto la felicità di Urashima Taro, non le lacrime
Per sapere qualcosa delle credenze e
dei sentimenti della gente comune che popolava il paese prima del periodo Nara
possiamo ricorrere a due importanti fonti: fudoki
e le cosiddette "antiche ballate".
I fudoki,
scritti in prevalenza in cinese, furono compilati a partire dal 713 su ordine
dell'autorità centrale. Sono la documentazione delle singole province del
paese, con i nomi di ogni località, la loro origine, i dati di produzione, le
caratteristiche del suolo e comprendono anche antiche storie. Molte di quest'ultime
sono frammentarie, ma alcune includono la mitologia e i racconti popolari
locali.
Gli unici fudoki giunti sino a noi in forma relativamente completa sono lo Hitachi fudoki, lo Harima fudoki e, in particolare, l’Izumo fudoki (compilati negli anni dal 715 al 733 circa)
Il
titolo completo è, ad esempio, Hitachi no
kuni fudoki (lett. "Note sulla terra e sui costumi della provincia di
Hitachi"), ma per convenzione si citano i fudoki solo con il nome della provincia. Abbiamo così Hitachi fudoki, Izumo fudoki; ecc. (N.d.T.).
Le brevi sezioni rimasteci dello Hizen fudoki e del Bungo fudoki sembrano essere state scritte in un periodo da
situarsi tra la stesura dello Harima
e quella d dell'Izumo fudoki.
Frammenti di altri fudoki, oggi
perduti, ci sono stati trasmessi in quanto inclusi in testi diversi. Solo del
compilatore dell'Izumo fudoki sappiamo
che era nativo della stessa provincia, ed è probabilmente ciò che caratterizza
il contenuto dell'opera. E già stato sottolineato come la marcata accentuazione
sulle divinità di Izumo nell' Izumo
fudoki è in stridente contrasto con l'importanza che il Kojitki e il Nihonshoki attribuiscono alle divinità di Yamato.
Credenze locali, diverse dai cosiddetti
miti del Kojiki e del Nihonshoki, non trovarono una loro sistematizzazione
nei fudoki, come dimostra il fatto
che racconti in contraddizione tra di loro sono registrati nella stessa
regione. Ad esempio, quello del kunibiki
(cioè allargare la provincia come mezzo divino di "portare terra" a
lzumo) e quello del kuniyuzuri
("cessione del paese") che compaiono ambedue nell'Izumo fudoki. Personaggio principale
della prima storia è Yatsukamizuo no mikoto. Sostenendo che la provincia di
lzumo era troppo piccola, tirò a sé con una corda altra terra da posti vicini e
l'aggiunse a lzumo. Si fermò solo quando giudicò abbastanza vasta la provincia,
dopo aver ripetuto l'operazione diverse volte. Tuttavia è il protagonista della
seconda storia, Ōnamochi no mikoto (anche Ōnamuchi, poi Ōkuninushi) che è noto
come "il grande dio creatore del mondo". Nella mitologia di lzumo non
appare chiaro quale delle due divinità formò il paese. …………………………………
La già citata storia di Urashima, che compare nel Tango fudoki (un lavoro che ci è giunto
solo per alcuni brani riportati nel vol. 12 dello Shaku Nihongi), è del
tutto diversa.
NOTA: Nel testo il nome è talvolta reso con Urashima no ko, come compare nel Tango fudoki.
Molto tempo fa, viveva un giovane pescatore chiamato Urashima Taro. Un giorno, quando Taro tornò sulla costa dopo la pesca, vide un gruppo di bambini che maltrattavano una tartaruga. Preoccupato per la tartaruga, Taro disse ai bambini: “Sentite, ragazzi, non siate cattivi con la tartaruga, è ancora piccola. Se la lascerete stare, vi darò questi pesci. Così, Taro salvò la tartaruga dai bambini, dandogli in cambio i pesci che aveva preso quel giorno e disse alla tartaruga: “Adesso va tutto bene. Dovresti tornare in fretta a casa” e la portò in acqua. Diversi giorni dopo, mentre Taro stava pescando sulla sua barca, sentì una vice che diceva “Signor Taro, Signor Taro”. Si girò e vide una grossa tartaruga accanto alla barca. ”Io sono la madre della tartaruga che hai salvato. Vorrei portarti nel Palazzo del Dio dei mari in cambio della tua gentilezza. Prego, sali sulla mia schiena” disse la tartaruga. ”Mi porterà al Palazzo del Dio dei Mari? Hmmm, sembra interessante”, disse Taro, salendo sul dorso della tartaruga. Così, la tartaruga scese sempre più giù nel mare. Discendendo, a un certo punto apparve un grande palazzo nel fondo del mare. Davanti al cancello, c’era una principessa circondata da tantissimi pesci. “Benvenuto, signor Taro. Grazie mille per aver salvato la nostra tartaruga. Prego, entra”, disse la bella principessa. Taro fu accompagnato in una grande stanza, dove fu festeggiato e intrattenuto dai balli delle creature marine. Così, Taro trascorse molti giorni. Era così piacevole, che non si curò dei giorni che rimaneva lì. Una notte, sognò il suo villaggio. Nel suo sogno, la madre stava lavando i vestiti e ciò gli fece venire nostalgia di casa. Taro, andò dalla principessa e disse: ” Sono stato qui per sette giorni. Credo che sia ora di tornare a casa. Grazie per la vostra ospitalità”. ”Vorrei che tu rimanessi qui per sempre. Ti prego, accetta questo scrigno come ricordo e fai attenzione a non aprirlo mai”, disse la principessa. Taro ringraziò per il regalo, e ritornò a casa in groppa alla tartaruga. Quando arrivò alla spiaggia, Taro si guardò intorno e capì che qualcosa era strana. Era la spiaggia del suo villaggio, non c’era dubbio, ma le strade e le case erano diverse. Rivolse la parola a un passante : “Mi scusi. Sono Urashima Taro. Sapete dove si trova la mia casa?”, ”Urashima Taro? Non conosco nessuno con quel nome. Ah, aspetta, credo di aver sentito di un giovane con un nome del genere che era entrato in mare cento anni fa, senza mai uscirne”, disse l’uomo. ”Mio Dio, i sette giorni spesi al Palazzo del Dio del Mare devono corrispondere a cento anni qui”, pensò Taro. Non sapeva più cosa fare. “Ah, si, aprirò questo scrigno”, disse a sé stesso, e aprì la scatola, dimenticando quello che aveva detto la principessa. Subito uscì del fumo bianco dalla scatola. Ricoperti dal fumo, i capelli e la barba di Taro diventarono di colpo grigi e lui divenne un uomo vecchio con la schiena a pezzi.
In questa storia si analizza la psicologia del protagonista e la struttura narrativa obbedisce a determinate regole. Inoltre, assistiamo all'incontro tra due mondi - quello umano quotidiano e quello delle profondità marine - che differiscono per il diverso valore attribuito allo scorrere del tempo. Siamo di fronte a un concetto astratto ed è proprio ciò che caratterizza la storia di Urashima e la differenzia dagli altri racconti popolari dei vari fudoki, rivelando una precisa influenza di leggende del continente.
Una venatura di taoismo si ritrova nel fatto che il paese sott'acqua è un'isola felice dove gli abitanti vivono a lungo senza invecchiare. Per di più l'idea base della storia di Urashima, cioè quella che un uomo mortale ritorni da una terra "incantata" per scoprire che al suo paese sono passati molti più anni, è già presente in racconti cinesi. Per esempio, in quello di Liu Chen e Yuan Zhao: questi vanno sul monte Tiantai in cerca di piante medicinali…………. È già stata sottolineata l'origine continentale della storia di Urashima e certamente colui che la riprese e la rielaborò deve essere stato un intellettuale. Il fudoki afferma che la storia appartiene al patrimonio regionale e che non differisce dalla narrazione di lyobe no Umakai, l'ex-governatore della provincia di Tanba.
Sigilli in cinabro cinese
Firma:
Firma destra LIGUSTRO
QUESTO LAVORO DI LIGUSTRO SI COLLEGA CON UN ARTICOLO RECENTEMENTE PUBBLICATO IN GIAPPONE
Spazio. Torna sulla Terra la sonda Hayabusa 2
Piergiorgio Pescali, Tokyo venerdì
4 dicembre 2020
Grazie allo studio dei dati raccolti sull'asteroide Ryugyu riusciremo a capire meglio il ruolo avuto dai minerali, dai componenti organici e dall’acqua nella formazione della Terra
La sonda Hayabusa 2 (Falco pellegrino), partita dalla stazione spaziale di Tanegashima, nella prefettura di Kagoshima in Giappone, il 3 dicembre 2014 - ©Akihiro Ikeshita
Il 6 dicembre, dopo un
viaggio di cinque anni e mezzo durante i quali ha percorso quasi sei miliardi
di chilometri nello spazio farà ritorno sulla Terra la sonda Hayabusa 2 (Falco
pellegrino). Era partita dalla stazione spaziale di Tanegashima, nella
prefettura di Kagoshima, in Giappone il 3 dicembre 2014 diretta verso Ryugyu,
un minuscolo asteroide di circa ottocentosettanta metri di diametro scoperto
nel 1999 e che vaga a circa trecento milioni di chilometri dalla Terra.
Dopo aver raggiunto la meta il 27 giugno 2018, Hayabusa 2 ha effettuato per un anno e mezzo rilevazioni spettrometriche e ottiche del corpo celeste, compiendo anche due atterraggi sulla sua superficie (il primo il 22 febbraio e il secondo l’11 luglio 2019) per prelevare materiale da riportare sulla Terra. Mentre il primo campione è stato prelevato dallo strato superficiale, il secondo ha raccolto materiale ad un metro di profondità dopo aver fatto esplodere una carica da 4,7 kg di esplosivo plastico lanciata dalla sonda con un impattatore di rame (il rame è stato utilizzato per poter distinguere eventuali impurezze estranee che potrebbero essere presenti nel campione).
La ripartenza verso
casa è avvenuta il 13 novembre 2019 e l’enorme distanza è stata coperta in poco
più di un anno grazie ai propulsori ionici che usano xeno come propellente che
hanno permesso di far volare Falco pellegrino alla velocità di 30 chilometri al
secondo.
La scelta di Rygyu è
stata fatta perché la sua formazione risale a 4,6 miliardi di anni fa, proprio
quando il sistema solare era agli albori della sua esistenza. Il materiale
organico a base di carbonio che oggi compone l’asteroide è quindi lo stesso che
costituiva la nube di materia primordiale. Studiarne la composizione chimica
aiuterà a spiegare e dipanare l’evoluzione del nostro sistema e, soprattutto
del nostro pianeta. Grazie allo studio dei dati raccolti da Hayabusa 2
riusciremo a capire meglio il ruolo avuto dai minerali, dai componenti organici
e dall’acqua nella formazione della Terra, dei suoi oceani nonché studiare con
più accuratezza le eventuali reazioni chimiche che potrebbero aver portato alla
formazione delle prime molecole di vita.
©Akihiro Ikeshita
Il nome Ryugyu,
Palazzo del drago con cui l’oggetto è stato battezzato nel 2015 è
particolarmente indicativo sugli obiettivi che questa missione si è posta. Si
riferisce infatti alla popolare leggenda giapponese che vede protagonista un
pescatore, Urashima Taro che, dopo aver salvato una tartaruga viene da questa
portato nella dimora della principessa Otohime, il palazzo Ryugyu appunto, che
si trovava nel fondo dell’oceano. Nonostante gli agi in cui fu concesso di
vivere, la nostalgia per la sua isola, gli amici, la famiglia indussero Urashima
Taro a lasciare il palazzo per far ritorno a casa. La principessa Otohime lo
congedò donandogli un tamatebako, uno scrigno che avrebbe dovuto
proteggerlo dalle disgrazie che però non sarebbe mai dovuto essere aperto. Al
suo arrivo il pescatore si accorse che tutti i suoi affetti e i luoghi che
conosceva erano spariti perché erano trascorsi tre secoli dalla sua partenza.
Ormai senza alcuno stimolo aprì il cofanetto da cui si sprigionò una nube
bianca che lo avvolse ridandogli d’un colpo i trecento anni “sospesi”.
È proprio questo tamatebako che
Hayabusa 2 riporterà a casa da Ryukyu dopo aver solcato il mare di spazio che
ci separa dai tesori contenuti nell’asteroide.
http://www.senzafine.info/2019/10/perche-interessarsi-oggi-ligustro.html
http://www.senzafine.info/2019/09/l-i-gu-s-t-r-o-giovanni-berio-who-works.html
http://www.senzafine.info/2019/08/ligustro-un-grande-artista-ligure-con.html
http://www.senzafine.info/2020/04/diploma-100-raid-aereo-roma-tokio.html
http://www.senzafine.info/2020/04/auguri-da-ligustro-attraverso-la-pagina.html
http://www.senzafine.info/2019/12/da-ligustro-un-augurio.html
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