Ha una moglie, tre figli e un lavoro stabile.
Antonio lavora per la Canon e ha uno stipendio di 2 milioni di Sucre, pari a circa 1100 dollari.
Negli anni ‘80 l’Ecuador è travolto da una grave crisi economica che raggiunge l’apice nel 1999.
È in questo periodo che il Sucre perde drasticamente valore.
Per cercare di arginare la crisi, nel 2000, la moneta nazionale viene convertita in dollaro statunitense: così ha inizio il processo della dollarizzazione.
Dopo questi eventi lo stipendio di Antonio si riduce a 80 dollari e lui non riesce più a mantenere la sua famiglia.
Vende la sua casa, per un anno vive con sua moglie e suoi 3 figli in una stanza. I soldi della vendita della casa sono serviti per vivere. Ora non c'è scelta, qualcuno deve partire.
E' costretto a salutare il suo paese e ad attraversare l’oceano Atlantico da solo.
Nel 2001 arriva in Italia.
Da quel giorno non ha mai smesso di lavorare per garantire un futuro migliore alla sua famiglia.
(Da un'idea di Thomas Patriarca, scritto e diretto da Matteo Galtidi e Thomas Patriarca con la collaborazione di Pietro Santoleri)
Renata Rusca Zargar è stata docente di materie letterarie al Liceo Artistico e, negli anni, ha tenuto corsi di Lettura e Scrittura Creativa agli adulti per gentile concessione di Auser e Comune di Quiliano . I concetti base che ha cercato di imprimere a i suoi alunni , oltre alla passione per la letteratura classica, è che tutti possono scrivere e che la scrittura è terapeutica. Il corso senza dubbio più gratificante è stato quello di Quiliano dove le signore l’hanno accolta con un grand issimo affetto. Tra di loro, seppur savonese di adozione, c’era anche Marina Zilio (seconda da destra nella foto sopra) che ha iniziato a scrivere bellissime poesie. Renata e Marina saranno presenti al Salone del Libro di Torino (15-19 maggio) con tanta felicità e orgoglio. Marina, che si è misurata anche con il racconto, ne avrà uno, “ In quel di terra di Bergamo”, inserito in una pregevole antologia di Rudis Edizioni (Padiglione 3, stand 128) e Renata presenterà il suo ...
Il bioregionalismo e la visione bioregionale non sono applicabili solo ad un bosco, un fiume, ad una catena montuosa, o ad una palude, etc. Dobbiamo considerare che c’è un’altra realtà ambientale, ormai maturata in secoli di civilizzazione, ed è la realtà bioregionale di una città, com’è ad esempio la capitale d’Italia. Quando nel 1992 proposi per la prima volta di istituire una Bioregione specifica per Roma e sua area metropolitana non pensavo certo ad una ghettizzazione forzosa di una parte dell’umanità, costretta a vivere nel degrado e nell’inquinamento, mentre il circostante popolo campagnolo si difende con una serie di barriere. Non credo infatti, al contrario di Mao Tze Dong, che “la campagna deve assediare la città”, questa è una visione parziale che non tien conto della parità dei diritti di tutti gli esseri viventi, in qualsiasi ambito geografico ed ambientale essi vivano. Una parte sostanziosa di umanità vive attualmente in aree urbane ed è un d...
Commenti
Posta un commento