Ritorno alla civiltà al femminile od un salto avanti oltre il patriarcato? di PAOLO D'ARPINI

 


Romeo, un  matrista convinto, mi scrive  "....per un ritorno alla civiltà   bisognerebbe parlare di … riprendere il posto ed il ruolo che spetta alla donna per la sua singolarità che l’ha portata per 60.000 anni ad essere rappresentata come “Pacha-Mama” o “Madre-Terra” e ad essere guida di una Natura-Umana in formazione. Il maschilismo odierno ha in sé un periodo di dominio di solo 3-4000 anni e, quindi, ha assunto un potere illusorio con il solo uso della violenza e di quella “etica del potere” che ha stravolto il cammino della civiltà. Se parliamo di ritorno al “potere” non vogliamo per nessun motivo fare riferimento ad un “dominio” quando invece dobbiamo parlare di una … straordinaria e civile collaborazione nella quale vale la singolarità-femminile, alla stessa stregua che vale la “singolarità-maschile”. Questo cammino porta alla “vera consapevolezza”, vista come fondamento ineludibile per l’umanesimo e l’umanità della specie.”


In sottofondo sono d'accordo con Romeo ma ritengo che  occorre “inquadrare” le culture di genere, sia femminista che maschilista, in un panorama più ampio, osservando anche i passi fatti in tal senso nelle antiche civiltà d’oriente e d’occidente e nella società presente, superando i canoni legati al genere, il femminile ed il maschile.

Ho una mia opinione sul cambiamento di pensiero avvenuto durante il neolitico riguardo alla “valenza” del femminile, sfociato poi nel patriarcato. Che il patriarcato maschilista abbia causato danni all’umanità è verissimo e lo vediamo ancora oggi. Ma la soluzione non sta né nel ritorno al matrismo né nella cancellazione delle differenze (in forma unisex).

L’uomo, in quanto maschio, ad un certo punto della sua storia ha avuto bisogno di conquistare un suo spazio psichico che gli era precluso durante la predominanza della cultura matristica. Per questo ha sviluppato maggiormente la sua capacità analitica e razionale, un metodo di “accerchiamento della verità” attraverso la comprensione intellettuale.

La donna che ha naturalmente una forte intelligenza intuitiva ha in qualche modo consentito questo passaggio, comunque finalizzato all’evoluzione della specie umana nella sua interezza. Una maggiore capacità di comprensione da parte dell’uomo è ora stata raggiunta, pur in forma elucubrata. Ora si può parlare fra generi paritariamente e superare quindi ogni rivalsa.

Certo, questo discorso non è possibile nell'immediato, a livello globale di corpo/massa psichico, ma è stato avviato… quindi prima o poi emergerà nel cosciente. L’evoluzione ha tempi molto lunghi…

Paolo D'Arpini




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