CICCO E LA RITA VERSO IL NOVECENTO di Laila Cresta

 


Quarta di copertina

Nel 1915, accadde qualcosa che fece cadere le braccia a Cicco e ai suoi compagni: ma davvero? E basta! Erano sempre così stupidi, gli uomini? Insomma: scoppiò una guerra. Volevano mandarli a sparare, diceva Cicco, contro dei poveracci come loro, per gli interessi di lor signori!

Quando l’affascinante e colto Giovanni arriva a San Michele, le donne ne rimangono conquistate. Lui è un socialista, un autodidatta che combatte per i diritti dei lavoratori. Passano vent’anni, e il suo primo figlio, un giovane gigante, si innamora di Rita. Lei è una donna emancipata, che sa leggere e scrivere e lo fa volentieri, desiderosa di scegliere da sé il proprio destino. Tra i due esplode un amore travolgente, che dovrà superare difficoltà e ostilità.

E sullo sfondo c‘è l’Italia, che dalla fine dell’Ottocento fino agli anni Cinquanta del Novecento, attraversa due guerre mondiali, il fascismo e la lotta partigiana.

Cicco e la Rita verso il ‘900 è una saga familiare che intreccia la grande storia alle vicende di protagonisti più umili. Ispirandosi alla vera storia dei suoi nonni, Laila Cresta ha ricostruito le loro vicende da un punto di vista storico, sociale e culturale, offrendoci un affresco dotato di una rara forza emotiva e simbolica. Un libro che ci emozionerà dalla prima all’ultima pagina con la sua autenticità, la sua umanità, e la potenza dell’amore con cui è stato scritto.



Questa è la storia di una coppia nata nell' 800, ma singolarmente proiettata nel nuovo secolo: Sebastiano Cresta e Maria Margherita Ponta: nonno Cicco e nonna Rita. È la storia del loro amore e della loro vita, e dei figli che da questo amore sono nati.  


 -DELIZIA ESTENSE, DELIZIA D'AMORE - CLADDAGH RING: UN ANELLO IN DUE UN AMORE DI ARCHEOLOGO - DONNE CON LE GONNE LUNGHE (cartaceo ed e-book)- DANZA D'AMORE - AMARE MIRANDA- IL VALORE DI UNA DONNA-  AMOUR FIN DE SIECLE- AMORE, DI COLPO- GIVE LOVE A CHANCE- IL RESPIRO DEL MONDO, RISCATTO D'AMORE- E DI LÀ, IL PARADISO- MALVINA LA STREGA -AMANDO S'IMPARA- IL VALORE DI UNA DONNA- STORIA DI DRAGHI E DI SEMBRO' (cartaceo) --  PER AMARE MIRANDA- LA GRAMMATICA FONDAMENTALE- VERBI E PUNTEGGIATURA- SCRIVERE POESIA- MONDO HAIKU -  
Delos Digital (e-book) - WATASHI NO HAIKAI (IL MIO HAIKAI) cartaceo, 9788892628076 Google Play Store - LA MAESTRA E LA STREGA: i CUSTODI DEL MARE, GLI ARTEFICI DEL SOGNO (cartaceo-9788827825198- Distribuzione Globale United States- - LO ZIO D'AMERICA- romanzo  (cartaceo-Antipodes Edizioni)- L'ALBERGO DEL RAGNO (e-book Youcanprint-cartaceo, Arduino Sacco Editore), UNA SCONVOLGENTE ESTATE (cartaceo, Antipodes Edizioni) - 
                            
  "Devi essere ubriaco di scrittura.
                               Solo così la realtà 
                               non ti può distruggere"-
                                            (Ray Bradbury)

Delos Books, Redazione di Writers Magazine Italia
Sito online www.stanzaerato.com ; 
i libri di Laila su:         

laila-cresta.blogspot.it

Negli store Mondadori e in altri 2000 librerie fisiche, oltre che su tutti gli store on-line, da oggi troverete:

"CICCO E LA RITA VERSO IL '9OO" 
di Laila Cresta, Youcanprint Edizioni

Cronaca romanzata di una famiglia contadina piemontese, i Cresta, le cui alterne fortune si intersecano con le guerre mondiali, il fascismo e la lotta partigiana, ma è anche e soprattutto il ritratto di una coppia tenace e anticonformista, Cicco e Rita, e della loro discendenza, presentati in queste pagine in tutta la loro umanità.

Prefazione


Con quest’opera, Laila Cresta ci regala un appassionante romanzo familiare che intreccia le vicende private alla grande storia, attraversando quasi un secolo di eventi. Quella che ci offre è la cronaca romanzata della sua famiglia contadina piemontese, i Cresta, le cui alterne fortune si intersecano con le guerre mondiali, il fascismo e la lotta partigiana, ma è anche e soprattutto il ritratto di una coppia tenace e anticonformista, Cicco e Rita, e della loro discendenza, presentati in queste pagine in tutta la loro umanità.

La storia comincia con Giovanni, il padre di Cicco, un “carbonaro” valdostano d’origine elvetica, e uomo affascinante, dotato di una cultura inusuale per la sua estrazione sociale. Sa leggere e scrivere correntemente e, al contrario della maggior parte dei suoi compaesani, parla bene l’italiano, il francese e il romancio: incarna perfettamente quella figura di autodidatta colto e appassionato di politica che sarà tipica di gran parte dell’antifascismo popolare. Il padre lo incoraggia a sposare la bella Amalia Barberis: è proprio il tipo di ragazza grande e forte che piace a lui, e gli farà otto figli. Il suo figlio maggiore, un giovane gigante che somiglia alla madre, si innamorerà perdutamente di Rita, una contadina di Vocemola (Arquata). Rita è bella, volitiva, sa di matematica e di italiano: incarna perfettamente la figura della donna moderna che comincia a diffondersi nei primi anni del Novecento. Sa perfettamente quello che vuole e ha un ruolo sempre attivo in tutte le vicende: è l’emblema, insomma, della “donna nova” che proprio in quegli anni comincia a lottare per la propria emancipazione, e che appare come una voce fuori dal coro in un mondo ancora proiettato nel passato.

Le donne del popolo, senza ricchezze di cui vantarsi, si vantavano volentieri dei mariti e dei figli: della loro intelligenza, della loro bellezza, della loro avvedutezza, della loro serietà, della loro severità anche, e del loro essere così in gamba sul lavoro! Dopotutto, erano i mariti, e poi i figli maschi, che definivano l’importanza sociale delle donne, e che giustificavano il loro essere al mondo. Se avevano padri nobili, o erano figlie di una figura in qualche modo notabile del paese, le ragazze si vantavano anche del padre, ma erano comunque sempre tenute all’obbedienza: al padre, al fratello maggiore, al marito, e al figlio adulto, perfino.

Tra Cicco e Rita nasce un amore potente ma contrastato, che dovranno proteggere a denti stretti dalle tante difficoltà e dai pregiudizi che li accompagneranno. Un amore paritario, fatto di stima e di affetto reciproco. Cicco e Rita condividono ideali e battaglie: hanno due destini che sembrano indivisibili.

L’ultima volta che i due ragazzi riuscirono a vedersi, prima della partenza di Cicco per il fronte, la disperazione li spinse a una confidenza più stretta, ma lui se ne guardò bene dal rischiare di ingravidarla, la sua Rita. L’amava da morire: doveva partire per quella porcheria di guerra, e non voleva che lei potesse essere criticata dalla gente per una gravidanza improvvida, o che rischiasse addirittura di restare sola con un bambino.

Attorno alla coppia ruotano numerosi personaggi, tutti intensi e memorabili, come Amalia, la mamma di Cicco, che mette subito all’ombra il bambino nuovo che ha partorito per poter tornare nel campo a lavorare; l’amministratore della fattoria che pensa di poter impunemente truffare Giovanni; l’amico rivoluzionario di Cicco che s’innamora di sua sorella benché non si potesse all’epoca, giudicarla “una brava ragazza”. Ognuno contribuisce a offrirci un affresco della popolazione italiana di quegli anni, popolata da contadini, operai, padroni, fascisti, antifascisti e partigiani.

E questo caleidoscopio umano non è casuale, perché rispecchia perfettamente le scelte stilistiche e strutturali del romanzo. La storia non si sviluppa in modo lineare, ma prende risvolti inattesi, tramite flashback e anticipazioni, rendendo la narrazione vivace e dal tocco cinematografico.

Il racconto procede come se l’autrice decidesse di raccogliere, sapientemente, ricordi sparsi. Alcuni capitoli sono più corali, altri più intimi e introspettivi. Questa varietà di piani e di punti di vista restituisce perfettamente le complessità di una saga familiare di tutto rispetto. Anche lo stile e il registro linguistico assolvono a questa funzione: l’italiano standard si alterna al dialetto e al linguaggio popolare, con grande efficacia espressiva.

Sullo sfondo delle vicende di Cicco, di Rita e dei loro familiari, c’è tutta la prima metà del Novecento italiano. Dall’età giolittiana all’avvento del fascismo, dalle guerre coloniali alla Grande Guerra, dall’ascesa del movimento socialista alla Marcia su Roma, dalle leggi razziali alla lotta partigiana. Laila Cresta è riuscita perfettamente a delineare un quadro sociopolitico completo di un’epoca fondamentale per il nostro Paese: i personaggi diventano così il riflesso degli avvenimenti in un affresco che ci fa conoscere la storia difficile della gente comune, quella che a volte è trascurata dalla storiografia ufficiale.

Cicco e la Rita verso il ‘900 è una saga dall’indiscutibile valore storico e personale, dal sapore antico, che però tratta temi di assoluta modernità come la condizione femminile, l’emancipazione delle classi lavoratrici, la lotta politica. È anche una storia che parla di riscatto femminile, con la sensibile Rita che si affranca dal ruolo tradizionale di contadina e moglie per lottare per i propri diritti, con grazia ma anche con determinazione.

(Umberto)Decise che si sarebbe laureato, e che non avrebbe più giocato: cambiò la propria strada abituale per non passare più vicino al locale dove andava a giocare, e si laureò nel minor tempo possibile. Voleva anche sposare la sua bellissima Lina, la figlia di Cicco: sicuramente, pensava, per i suoi genitori un farmacista sarebbe stato miglior partito di un giocatore!

Tutto in questo testo ci incanta e ci delizia, emozionandoci dalla prima all’ultima pagina. Ma all’interno delle vicende familiari, a trasparire in modo particolare è il legame speciale che l’autrice ha con Cicco, “l’amore della sua prima infanzia”, e con Rita, una nonna che si prendeva cura di lei, anche se con qualche brontolio. Entrambi sono stati figure fondamentali per la crescita dei nipoti con cui vivevano: due pilastri affettivi insostituibili che vengono qui rievocati con dolcezza, umanità, malinconia e tanta tenerezza.

Con quest’opera, Laila Cresta ci ha offerto il suo atto d’amore: per i nonni, per la sua famiglia, per le sue radici, per la sua terra, e la sua devozione e la sua gratitudine verso un passato che altri hanno costruito prima di lei. E per lei. Il risultato è un testo pieno di emozioni, che ci coinvolge dalla prima all’ultima pagina. Un’opera che diventa testimonianza storica e sociale, ma che è soprattutto un testo intimo, sincero e delicato, dedicato a chi non c’è più e che vivrà per sempre nella memoria di chi lo ha amato.

Commenti

Post popolari in questo blog

CONSIDERAZIONI SEMISERIE SULLA MIA DEMENZA SENILE di Renata Rusca Zargar

CASA GREEN

LA PIU' BRAVA DEL REAME: SAMINA ZARGAR