NO AL RIGASSIFICATORE
Già lo scorso aprile, Re Common metteva in guardia dall’opportunità di investire in nuovi impianti per l’estrazione ed il trasporto di gas, con particolare riferimento al Gnl distribuito via nave, in ragioni di diverse incognite come riduzione della domanda, la diffusione accelerata delle tecnologie pulite, le politiche per il raggiungimento di traguardi climatici net-zero per l’azzeramento delle emissioni e la volatilità dei prezzi.
Anche il WWF è intervenuto sulla assoluta inutilità dei rigassificatori galleggianti ai fini della sicurezza energetica nazionale, sottolineando come le nuove infrastrutture per il gas “sembrano funzionali al solo sostentamento dell’uso di quelle fonti fossili che dovrebbero essere abbandonate in ottica di contrasto alla crisi climatica”. I rappresentanti di Medicina Democratica così si esprimono in proposito: “A causa della supposta emergenza nazionale– dice Gianni Gatti di Attac Savona- vengono meno tutte le regole autorizzative rispetto alla valutazione di impatto ambientale e delle alternative possibili. Inoltre come spesso accade nelle autorizzazioni ambientali vengono considerati separatamente i singoli impatti senza tenere in considerazione l’effetto cumulativo ed il contesto in cui questi impatti sui verificano”.
Ricordiamo che Vado Ligure è stata protagonista di un rilevante inquinamento ambientale provocato dall’esercizio della centrale a carbone di Tirreno Power con gravi impatti sulla salute della popolazione e oggetto di un annoso procedimento penale recentemente risoltosi con l’assoluzione dei 26 imputati coinvolti e in attesa della motivazione della sentenza.
L’impianto si inserisce in un contesto portuale di Vado Ligure e Savona sono già presenti ed in fase di progettazione diverse infrastrutture ed attività con cui potrebbe interferire. Spiega ancora Gatti: “Gli esempi sono il deposito di Gnl in costruzione e le condotte di Snam che dovrebbero poi portare il gas a terra per immetterlo nella rete di distribuzione nazionale, Queste nuove condotte passerebbero a 30 metri dalle tubazioni esistenti della Sarprom, collegate a loro volta al sito di decine di serbatoi di stoccaggio, evidentemente andando ad aumentare i rischi connessi con simili infrastrutture”. E’ come se avessimo in mar una centrale elettrica, alimentata con genera che dovranno produrre energia per il funzionamento della nave stessa e per tutti gli impianti di rigassificazione e trasporto del gas, le cui emissioni in atmosfera si riverseranno anche sulla costa. Poiché è necessario provvedere a mantenere pulite le tubature, utilizzate per rigassificare il Gnl, precedentemente portato a -161° C. attraverso uno scambio termico che avverrà per mezzo del contatto con tubazioni contenenti acqua di mare, a circa 13 gradi di temperatura, il rilascio in mare dell’acqua avverrà ad una temperatura significativamente inferiore a quella prelevata. E per evitare il formarsi di incrostazioni nelle tubazioni questa operazione di pulizia preventiva prevede l’utilizzo di ipoclorito di sodio che sarà successivamente riversato in mare con le acque residue. La quantità di ipoclorito di sodio utilizzata è stimabile intorno alle 34 tonnellate all’anno che ovviamente causeranno un grave impatto sull’ambiente marino.
Ricordiamo poi che la zona si trova a circa 2 chilometri dal Santuario dei cetacei. C’è da soggiungere ancora che nei giorni, appena trascorsi, in cui la costa ligure è stata flagellata da mareggiate impetuose, e molti si sono chiesti se ancorare una nave di tal fatta a 4 chilometri dalla costa di Vado Ligure ed a 2,9 chilometri da Savona fosse opportuno e soprattutto sicuro.
https://trucioli.it/2023/11/16/la-nave-golar-tundra-non-sha-da-ormeggiare-
SEGUI SU INSTAGRAM:
Zarina Zargar Psicologa (@zarina_zargar_psicologa) • Foto e video di Instagram
https://www.linkedin.com/in/zarina-zargar-67914b122
tel. whatsapp: 3517579599
NON SI PUO' ATTRAVERSARE L'OCEANO (senzafine.info)
Commenti
Posta un commento