RECENSIONI DEI LIBRI DELLA BIBLIOTECA LIBROMONDO della classe II C Liceo Artistico Martini, Savona
LIBROMONDO
CENTRO DI DOCUMENTAZIONE
CENTRO DI DOCUMENTAZIONE
PACE - AMBIENTE – INTERCULTURA
COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
in memoria di Franco Falco
la newsletter è a cura di Renata Rusca Zargar dal novembre
2012
APRILE
2020
Newsletter n. 3/2020
Eccoci al terzo appuntamento del 2020 con
la newsletter di “LIBROMONDO”, Centro di Documentazione sull’Educazione
alla Pace e alla Mondialità che si
trova all’interno della Biblioteca
del Campus Universitario di Legino a Savona.
La
Biblioteca o Centro di Documentazione è un servizio di completo volontariato. Le case editrici e gli autori offrono libri come Saggi Gratuiti per
l’uso in Biblioteca. I ragazzi delle Scuole Superiori e alcuni adulti, in
qualità di volontari, leggono per primi i libri nuovi e ne fanno la recensione che viene pubblicata su newsletter come questa e
poi inviata a un cospicuo indirizzario. Le newsletter sono archiviate e sempre disponibili per consultazione
su vari siti, come annotato sotto.
Tutti gli
autori di libri relativi alle nostre sezioni e le Case editrici che lo
desiderino possono inviare libri in saggio alla Biblioteca. I libri saranno
recensiti come sopra. Per informazioni si può scrivere a
libromondo@hotmail.com
Le
sezioni della Biblioteca di Documentazione sono: Europa,
Asia, Africa, Americhe, Italia, Donne, Bambini, Religioni, Cooperazione
Internazionale, Migranti, Popoli, Diritti, Salute, Hanseniani, Educazione alla
Mondialità, Pace, Economia, Sviluppo, Alternative allo sviluppo, Agricoltura,
Ambiente, Terzo Settore, Mass Media, Protagonisti, Letterature, Fiabe, Favole,
Narrativa Ragazzi.
N.B. L’orario
di apertura della Biblioteca segue
l’orario della Biblioteca del Campus Universitario, dal lunedì al giovedì: 9.00-17.45;
venerdì 9.00-12.45. Il servizio è
interrotto durante le vacanze natalizie, pasquali, in agosto e il
18 marzo per la festa del S. Patrono di
Savona.
SOMMARIO NEWSLETTER
·
RECENSIONI CLASSE
II C LICEO ARTISTICO MARTINI -
SAVONA
·
da MEDICI SENZA FRONTIERE
·
I CALLIGRAMMI DELLA II C
NB. LA BIBLIOTECA DI
LIBROMONDO – SAVONA ha la sua pagina su Facebook (https://www.facebook.com/Biblioteca-Libromondo-Savona-241149496385776/)
Le newsletter sono
pubblicate
sul blog di Renata Rusca Zargar http://www.senzafine.info/
e sulla pagina facebook della Biblioteca https://www.facebook.com/Biblioteca-Libromondo-Savona-241149496385776/
RECENSIONI
CLASSE II C LICEO ARTISTICO A. MARTINI -
SAVONA
Francesco D’Adamo, EL, 2011, pagg. 87, euro 10,50; da 14 anni
Leo è finito al carcere minorile
per colpa di alcune pasticche. Quando esce trova lavoro come sorvegliante in
una fabbrica dove ci sono solo donne e ragazzi. Lavorano giorno e notte per
produrre merci contraffatte. A Leo non piacciono gli immigrati fin da quando
era piccolo. Al ritorno da un viaggio all'est Leo trova il coraggio di
ribellarsi e di scegliere da che parte stare. "Mille pezzi al giorno"
è una storia piuttosto intensa e strana, in una realtà dove sembra che per i
sentimenti non ci sia posto.
Gianella
Valentina Ortiz Palma
IL RAGAZZO CHE NON MANGIAVA LE
CILIEGIE
Sarah Weeks, Beisler
Editore, 2007, pagg. 143, euro 10,50; da 11 anni
FINALISTA
PREMIO LEGAMBIENTE 2008
Jamie, il protagonista, odia le ciliegie, che vengono
sciroppate nella fabbrica in cui ha trovato lavoro sua madre, vive in un campo
di roulottes nella periferia di una città del Michigan. Prima abitava altrove,
in una vera casa, ma dopo un incidente sul lavoro occorso alla zia Saffi, che
ha perso la memoria, lui e la madre si sono trasferiti nella sua roulotte per
accudirla. Per un adolescente come Jamie non è facile adattarsi ad un ambiente
e a persone con abitudini di vita nuove. Le sue malinconie e insicurezze sono
aumentate dopo l'abbandono del padre e la morte del suo gatto, di cui si sente
responsabile. A peggiorare il senso di inadeguatezza e isolamento di Jamie
contribuiscono le prese in giro dei bulli sullo scuolabus e il difficile
rapporto che ha con Miss Miller, la sua maestra, che non conosce nemmeno il suo
vero nome. Jamie crede che solo dimenticando il suo passato doloroso potrà
tornare a essere sereno e a sentirsi un ragazzo normale, per questo tenta
qualsiasi cosa: dalla lettura ad alta voce per distrarre la sua mente,
all'esecuzione di esercizi opposti a quelli fatti dalla zia Saffi per
recuperare la memoria, fino alla decisione di farsi ipnotizzare per cancellare
ogni ricordo. Sarà proprio l'ipnosi condotta da Audrey, bizzarra amica, a
dargli il coraggio di esternare i suoi tormenti, compreso il segreto mai
svelato: una sventata molestia sessuale da parte del vecchio giardiniere nei
suoi confronti. La zia Saffi ha bisogno di ritrovare i tasselli della sua vita
persi nell'incidente per tornare in sé e Jamie deve attribuire legittimità al
suo passato e ai suoi ricordi per non esserne più ossessionato, per voltare
pagina e per condurre una vita ordinaria senza tanti tormenti. Personalmente
questo romanzo mi è piaciuto, sia per la lettura molto scorrevole che per il
contenuto e il significato adatto a tutte le fasce di età. Mi ha portato a
riflettere su realtà quotidiane opposte alle mie in quanto in questo racconto
gli adulti non sono più il punto di riferimento o la guida di cui un
adolescente ha bisogno ma diventano fragili e minacciosi.
Giovanna
Bonino
Battipede, Rasola, Saso; Fasi di
luna, 2014, pagg. 144, euro 12,00; illustrazioni di Vittoria Olive, da 13 anni
Libro pubblicato dalla casa editrice “Fasi di luna” di Bari,
nel 2014, 141 pagine e 6 illustrazioni in bianco nero di V. Olive. È costituito da tre brevi racconti scritti da un
vicequestore della città di Gravina che ha scritto, “Una storia diversa”; da un
giudice del tribunale di Brindisi che ha scritto “L’urlo del gabbiano” e da A.
Rasola (vice direttrice del carcere di Rebibbia) che ha scritto il racconto: “Fuori
dal labirinto”. Nei tre racconti si narrano tre storie diverse di tre bambini
che sono vittime e autori della criminalità e illegalità. Si racconta la loro
crescita, i loro affetti e i loro desideri che si scontrano contro le avversità
della vita. Ognuno ha reagito in modo diverso ma tutti e tre vittime di una
situazione di povertà e di mancanza del rispetto delle regole e della
legge. La protagonista del primo
racconto, Maria Elena resta orfana all’età di 9 anni e solo 15 anni dopo
vengono giustiziati gli assassini di sua madre e sua sorella. Antonio, il
bambino protagonista del secondo racconto, con l’intenzione di aiutare
economicamente la propria famiglia, resta assunto dalla mafia locale e poi
trascorrerà 20 anni in prigione. Protagonista dell’ultimo racconto è Raoula,
una bambina rumena, orfana, che, per evitare violenze e poter lavorare si finge
maschio e, comunque seppur vittima del lavoro minorile, a sua volta compie un
furto in una gioielleria. I tre autori
vogliono comunque lasciare un messaggio di speranza, chiarendo che un futuro
migliore può esserci solo se si pratica la legalità e il rispetto della legge.
Infatti, tutti e tre i protagonisti dei diversi racconti riescono infine a
riscattare la propria vita dalle ingiustizie commesse ed “evadere” per sempre
dalla prigionia dell’illegalità, per iniziare a vivere una vita libera. I racconti
sono interessanti perché fanno capire i guai e la brutta vita che si patisce
quando si nasce sfortunati e quando si va a finire in galera. Ciò che più
interessa è comunque il messaggio che i tre autori vogliono dare, cioè che è la
mancanza del rispetto della legge che crea la possibilità di fare reati, di
vivere come un fuorilegge e di spingere anche con la violenza, altre persone a
fare reati. È utile capire tutto ciò per
capire come anche nel nostro piccolo, in classe, ad esempio, si debba seguire
le regole dell’onestà per vivere insieme nel rispetto l’uno dell’altra.
Matilde Silvano
CHI HA MAI
SENTITO RUSSARE UNA BANANA?
L’amicizia
improbabile e divertente fra un ragazzino e una banana in una piantagione del
Congo
Paul Bakalo Ngoi,
Fabbri Editori, 2007, pp. 110, euro 9,90
L'autore di questo libro è uno scrittore congolese nato
nel 1962 a Mbandaka, che si avvicina alla scrittura come il nonno, scrittore di
discreta fama in Congo; scrive soprattutto la narrativa per ragazzi. Paul
Bakolo Ngoi viene a vivere in Italia nel 1982, nella città di Pavia, dove lavora in Comune per la cultura e il
turismo; si occupa anche di incontri con le scuole dove parla di educazione
all'integrazione razziale. È anche giornalista e lavora da diversi anni con il
quotidiano "Il Giorno"; si occupa anche di sport seguendo alcune
squadre di calcio africane. Attraverso i suoi romanzi si possono conoscere
alcuni elementi della cultura africana, che è sia un ambiente naturale, con la
sua foresta equatoriale, sia tante città come la capitale del Congo, Kinshasa. Nel
libro che andrò a recensire, "Chi ha mai sentito russare una banana",
l'autore scrive su un tema attuale che vede molti ragazzi abbandonare la scuola
per aiutare la propria famiglia. A volte, abbandonare la scuola è una scelta
obbligata come nel caso del protagonista di questo libro: Furmi. Inventando che
la banana è parlante, Ngoi scrive una favola moderna dove il protagonista fa
amicizia con una banana e vive un'avventura che lo cambierà da non essere più
lo stesso ragazzino. È un libro che si
legge in poche ore ma che ti fa riflettere per molti giorni! Il romanzo è
ambientato in una piantagione di banane del Congo, dove lavora anche un
ragazzino di nome Furmi. La scuola, che frequentava, è stata chiusa per uno
sciopero degli insegnanti, così Furmi, piuttosto che "stare fermo"
preferisce trovarsi un lavoro così "al momento il mio sogno di ritornare
sui libri può aspettare"; grazie a questo lavoro può anche aiutare a casa;
anche se le condizioni di lavoro non sono delle migliori, perché ci troviamo
vicino all'Equatore, fa quindi molto caldo. Furmi è sempre contento di lavorare
come tuttofare, ogni nuova richiesta per lui è un modo di imparare, di sentirsi
importante, persino quando gli chiedono di pulire i bagni. Furmi come tutti i
ragazzi sogna un mondo migliore: "Da grande costruirò tante scuole".
É un ragazzino che non si scoraggia, nonostante non abbia potuto trasferirsi
come altri ragazzi in una nuova scuola; per Furmi la vita è piena di stimoli,
di novità da scoprire e da cogliere al volo e viaggiare con la fantasia gli dà sempre
una mano. Furmi si ritiene un ragazzino comunque fortunato perché ha comunque
una casa, anche se piccola, e una mamma che si occupa sempre di lui. Furmi è un
bambino simpatico che si sa attirare le simpatie anche del capo della
piantagione e di altri lavoratori: parla con loro, mangia con loro e grazie a
questo capisce che è importante parlare di più, parlare con gli altri serve a
rendere la giornata comunque divertente e a capire tante cose, anche se si fa
fatica. Ma un giorno si trova nel suo zainetto una banana... ma non una banana
come le altre, una banana pensante, parlante! E così... leggere questo libro
farà riflettere sull'importanza di dove si è nati, sul valore dell'amicizia e
della famiglia, sulla protezione dei bambini che spesso non possono essere solo
bambini. Questo libro è un romanzo per ragazzi, scritto per descrivere alcuni
aspetti di oggi che riguardano i ragazzi di molti paesi africani, che anche se
sono poveri, sono ricchi di valori morali e familiari e di amore per la propria
terra. È un romanzo che permette di
riflettere su tanti aspetti soprattutto che siamo tutti uguali. Il linguaggio
utilizzato è un linguaggio semplice, fatto di periodi brevi. Un altro aspetto
stilistico è l'alternarsi dei dialoghi con le descrizioni del narratore esterno
onnisciente, perché lo scrittore ha vissuto in prima persona la realtà del suo
paese. Chi legge capisce, sente dalle descrizioni semplici ma chiare i
pensieri, i dubbi, i sogni del protagonista e della sua amica banana. L'autore
in tale testo usa una particolare figura retorica: la personificazione di
Justine, la banana viene "umanizzata": parla, russa, proprio come
fanno gli umani. Justine è un mezzo attraverso il quale l'autore sottolinea
alcuni aspetti importanti della vita: tutto ha un'anima e chi comanda il mondo
non è l'uomo ma madre Natura, solo lei sa mettere a posto le cose. Leggere
questo libro aiuta noi ragazzi fortunati a farci apprezzare ancora di più ciò
che spesso diamo per scontato, come ad esempio il diritto all'istruzione. Furmi
ha ben presente quanto sia importante studiare, ma la sua realtà non lo
consente, almeno in quel momento. È un libro poi che parla di un argomento
importante come l'uguaglianza fra le persone: "Ciò che ci fa vivere è il
sangue che ci scorre nelle vene. E quello è rosso per tutti" (pag.60); è
un messaggio semplice ma chiaro, che ci fa riflettere sulla stupidità del
razzismo che porta l'uomo a trovare differenze dove non ci sono. Un altro tema
è il ruolo dell'uomo sulla terra (pag. 47). L'uomo non rispetta la natura e si
vuole sostituire nelle leggi che la governano, facendo spesso dei disastri; ma
l'uomo è parte della natura e quindi deve rispettare le sue leggi, è lei che
comanda. Leggendo questo libro ho pensato alle alluvioni di questo periodo, ai
disastri e problemi che sono stati causati dall'inquinamento per colpa
dell'uomo, che non ha rispettato la natura.
Sara Trullu
NON RESTARE INDIETRO
Carlo Greppi, Feltrinelli, 2016, pagg. 221, euro13,00; da 13 anni
Non
restare indietro è un romanzo di Carlo Greppi, nato a Torino nel 1982. Il libro
è stato pubblicato dalla Feltrinelli nel 2016 ed è un libro che tratta del
Nazismo visto da un adolescente.
Gianluca Omnias
FOGLI DI VIA
Racconti
di un Vice Questore
Gianpaolo Trevisi, EMI, 2008, pagg. 128, euro 8,00
“Fogli di via” è un libro scritto nel 2008 da Gianpaolo
Trevisi, vice questore della Questura di Verona. Nel libro, Trevisi racconta
diciotto storie, diciotto esperienze vissute e raccontate con lo scopo di
sensibilizzare e “aprire gli occhi” a chi vede i clandestini come pericoli o
mezzi di disturbo da rimandare nella sua miseria al più presto. Tra avventure e
disavventure, Gianpaolo Trevisi riesce a immedesimarsi dall'altra parte della
scrivania, non come vice questore ma semplicemente come essere umano,
raccontando le storie con sentimento, con lo scopo di rendere presente a tutti
che parlare è facile, mentre passare ai fatti non lo è per niente.
Emma Frumento
IL PIGIAMINO
STRAPPATO
La disabilitàdi un
figlio tra angosce e speranze
Giovanni Parentignoti, Kimerik, pagg. 120, euro 12,60
Giovanni Parentignoti è padre di un figlio disabile e
costretto a stare in sedia a rotelle e in questo breve ma intensissimo libro l'autore
racconta come questo influisca nel rapporto tra padre e figlio raccontando come
sia riuscito a vivere questa situazione. All' interno del libro sono presenti
vari capitoli in cui si fanno varie riflessioni
su vari aspetti che questa condizione comporta; la lettura è molto
scorrevole nonostante sia da prendere con una certa consapevolezza e maturità,
riesce a mostrare ogni sfaccettatura che la disabilità porta: sia in momenti
quotidiani che in situazioni in cui bisogna essere coraggiosi e prendere
le cose in mano. Parla della rabbia e della frustrazione date dalla delusioni
inaspettate che riescono a commuovere. Ho trovato la lettura di questo libro
interessante e a tratti emozionante, perfetto per uscire un po’ dai tipi di
libri che solitamente si leggono e può essere un grande spunto di riflessione
su una tematica importante che viene
spesso presa sottogamba come la disabilità.
Daniel Caria
LA VIA DEL PEPE
IL MIO NOME È KHALID
MARE NERO
Fabio Brescia, Homo Scrivens, 2016, pagg. 126, euro 12,75
IMBARAZZISMI
IL GIORNO IN CUI GABRIEL
SCOPRÌ DI CHIAMARSI MIGUEL ANGEL
GLI ANGELI NON SONO TUTTI
BIANCHI
ALTRE RECENSIONI DEL LICEO ARTISTICO CLASSE IV B:
https://www.senzafine.info/2020/01/newsletter-libromondo-gennaio.html
Finta fiaba africana
per europei benpensanti
Massimo Carlotto, illustrazioni di Alessandro Sanna; E/O,
2014, pagg. 72, euro 9,50
TRAMA: questo libro racconta di un ragazzo di 19 anni, di
nome Amal (speranza) che affronta il viaggio su un barcone per raggiungere
Lampedusa. Insieme a lui viaggiano molte persone, addirittura un bambino nato a
bordo. Il ragazzo tiene in mano 5 grani di pepe che gli ha dato suo nonno, una
specie di guaritore o santone. La barca affonda e tutti annegano, tranne Amal
che è tenuto in vita dai grani di pepe che gli ha dato il nonno. Poi gli appare
una donna enorme fatta d’acqua che è la morte che gli dice che lui è l’unico a
non morire perché il nonno, sapendo che il nipote sta per annegare, distrae la
morte con la musica. La morte racconta di Lampedusa che un tempo era una terra
di pace per cristiani e musulmani. Il ragazzo non ce la fa più e lascia andare
i cinque grani di pepe e alla fine la morte lo trascina sul fondo. Quando sente
arrivare la fine vede il nonno che lo porta a galla e che prende il suo posto
prendendo per mano la morte. Amal viene ripescato e dopo varie avventure torna
in Africa dove diventa santone come il nonno. Significative le frasi “un
profugo in fondo al mare non esiste-i pescatori di Lampedusa sono brave persone
che pescano pesci e profughi”. Di questo tema oggi si parla molto.
Federico Berruti
MAIONESE, KETCHUP O LATTE DI SOIA
Ediz. ad alta leggibilità
Maionese, ketchup o
latte di soia è un libro scritto da Gaia Guasti, una scrittrice francese nata a
Firenze e vissuta in Francia, nella bellissima Parigi. È il suo primo romanzo
tradotto in italiano da Silva Rogai; è stato pubblicato nel febbraio del
duemilasedici dalla casa editrice Camelozampa. Élianor è una ragazza molto
particolare: pallida, capelli lisci e neri, con una frangetta che le ricopre
gli occhi e, infine, uno strano odore dovuto alla sua alimentazione. Dato
quest’ultimo motivo, tutti cercano di evitarla tranne Noah, che in lei trova
qualcosa di famigliare. Élianor fin da subito è schiva e preferisce stare da
sola. Noah trova il modo di esserle amica nonostante il bullo della scuola,
Sylvester, che continua a non lasciarle in pace. Le due ragazzine si
riconoscono nel profondo, tranne che nel cibo. Loro hanno alimentazioni molto
diverse, ma passati difficili, e per questo si completano. Un romanzo che
piacerà a chi ama le storie adolescenziali basati soprattutto sull’amicizia. Secondo
me è un libro scorrevole e molto simpatico, ricorda quanto sia importante
accettare gli altri per quello che sono, nonostante i loro difetti.
Samantha Seferi
Monica Mondo, Marietti, 2013, pagg. 72, euro 10,20
Trama: il libro parla di un ragazzino di tredici anni in
fuga verso l'Italia, che non sa dove andare
e stare. La sua famiglia era divisa in due; cioè, il padre miliziano e il
fratello che combatte con i ribelli. Khalid parte da Tripoli, su una delle
tante navi, scappa dalla guerra, con sé ha solo un pugnale che gli regalò suo
nonno. È solo un ragazzino ma viaggiare sulle navi insieme a uomini, vecchi e
donne incinte è come se gli avesse fatto dimenticare la propria età. Sbarca nel
porto vicino a Roma, con i vestiti stracciati e una fame terribile. Subito dopo
un uomo gli offrì un panino, uomo proprio come lui. A Roma Khalid riuscì a
trovare qualcosa da fare e degli amici, voleva far vedere a tutti quelli
rimasti a Tripoli che se la sarebbe cavata, e sarebbe riuscito ad andare avanti
da solo, e così è stato. Khalid ha vissuto un'esperienza piena di segreti come
per esempio il cantuccio della sala macchine in cui ha nascosto una foto di suo
fratello e gli auricolari. Quindi Khalid cadde clandestino in Italia, per poi
riuscire a tornare nel suo paese. Recensione: quando ho iniziato a leggere il
libro, l'ho trovato noioso, ma andando avanti ha iniziato a prendermi di più e
mi sono immedesimata nel protagonista. Il libro è stato bello, non dei migliori
ma molto forte. Secondo me oltre alla storia passata da Khalid è stato molto commovente.
Storie come questa ce ne sono tante, e secondo me il libro è stato scritto
anche per far riflettere. Oltre a ciò che ha passato Khalid, fa ragionare molto
sul diverso tipo di vita che fa lui confronto al nostro. In sé la storia è
abbastanza triste e forte. Trasmette emozioni uniche, che però non si riesce
mai a vivere realmente. Il mio tratto del libro preferito è appunto quello che
fa ragionare; Khalid è un ragazzino molto giovane, ma nonostante tutto è
riuscito ad andare via dal proprio paese, da solo, e ad arrivare in un altro,
la forza che ha avuto, e si è fatto avanti, per non stare nella città in cui
era scappato per la guerra, per una famiglia lacerata, perché non sapeva da che
parte stare.
Veronica Di Mauro
IN FUGA DALLA
MIA TERRA
Storie di
uomini, donne e popoli che non si possono fermare
Emiliano Bos, Altraeconomia
Edizioni, collana “Strumenti”, 2010, pp. 144, euro 13,00
“In fuga dalla mia
terra” è un libro scritto da Emiliano Bos, dove vengono documentate situazioni
di migrazione, un vero e proprio reportage sulla povertà e la disperazione di
persone provenienti da tutto il mondo che hanno o stanno combattendo per
varcare le barriere create dall’occidente.
Il libro dopo aver “ascoltato e trascritto” le terribili
esperienze di migranti si sposta per discutere sul fenomeno italiano e sulla
reazione che questo paese sta avendo nei confronti dei flussi migratori. L’autore
successivamente dopo aver sentito più
storie raccontate da molteplici paesi prova a chiarire le idee tramite
l’utilizzo di dati dove si rivela esserci non solo la ricerca di una vita da
parte dei ragazzi che partono ma anche una possibilità per questi giovani
(molte volte minorenni) di mandare i soldi a casa come unica fonte di
sostentamento per la famiglia. Questo libro lo consiglio a chi vuole una
ricerca più approfondita e meno romanzata di ciò che i migranti devono passare
nei loro paesi o in viaggio senza alcun tipo di censura raccontando veramente
la disperazione in tutto e per tutto.
Andrea
Bruzzone
Un romanzo di migrazione
Gianni Paris, Ediarco, 2006,
pagg. 144, euro 12,00
Mare Nero è un romanzo di immigrazione pubblicato nel
2006, scritto dallo scrittore Gianni Paris. Parla di un ragazzo marocchino di
nome Nacer e del suo travagliato viaggio, sperando, verso una vita migliore.
Questa storia è così straripante di dettagli, che a volte questi stessi
lasciano il lettore passivo alla lettura, invaso da troppe informazioni. Essi
permettono tuttavia una stupefacente impersonificazione nella vicenda e una
profonda comprensione dei sentimenti provati dai personaggi. Nonostante ciò, l'opera
è di fantasia, e quindi qualsiasi riferimento a fatti, persone o luoghi è
puramente casuale. Questa caratteristica, però, non nega il realismo con cui
vengono raccontate queste tristi verità che invadono il nostro mondo. Nel libro
viene raccontato per lo più il breve periodo prima della partenza e il viaggio
in mare, insieme ai pensieri del ragazzo. Spesso, per pensieri, si pensa alla
paura di non riuscire a farcela, o la mancanza di casa. Ovviamente, queste sono
sicuramente delle sensazioni ricorrenti in una situazione del genere, ma Paris
non si ferma a questo: egli parla di ogni aspetto dell'esperienza di Nacer, dal
divertimento alla disperazione più totale, dalla calma contemplazione del mare
di notte alle voci dei suoi genitori rimbombargli nella testa. Questa storia è
molto di più di un racconto della vita di un immigrato, ma di una persona che
si tuffa completamente negli ostacoli della vita, amplificati da un'esistenza
povera e da una voglia di renderla migliore.
Irene Briano
LA RAGAZZA DI TEREZIN
“La ragazza di
Terezin” è un romanzo scritto da Fabio Brescia nell’ottobre 2016, edito da Homo
Scrivens. Fabio Brescia, napoletano, è un attore, un conduttore radiotelevisivo
e uno scrittore. Il libro racconta di un
giovane giornalista, Cristian Pulino, che, agli inizi della sua carriera, svolge
un’inchiesta giornalistica sulla tratta delle schiave bianche, le ragazze
dell’est. Esse vengono vendute dai genitori alla mafia russa che fa credere
loro di arrivare a Milano per lavorare come modelle, invece saranno portate in
strada a vendere il proprio corpo o saranno vendute come pornoattrici. Dopo
l’articolo e un successo strabiliante, Cristian viene invitato dalla redazione
di un programma televisivo ma, poco prima di partire, riceve una lettera
scritta a mano in cui gli viene chiesto di andare in una clinica fuori città.
La lettera è firmata da Gizèlka Novak che dice di essere una delle ragazze
dell’est. Arrivato in clinica, gli si presenta una signora anziana, ormai
consumata dal cancro, pronta a raccontargli la storia della sua vita. Però
Cristian deve pagare un prezzo altissimo, aiutarla a smettere di soffrire. Lei
è la ragazza di Terezin, una città nata alla fine del diciottesimo secolo come
città-fortezza dell’Impero austro-ungarico. Il nome significa città di Teresa,
in quanto fu edificata in onore dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria
(Terezín in ceco). Durante la seconda guerra mondiale fu trasformata dai
nazisti in campo di concentramento, poi diventò un museo dopo la guerra. Per
raccontare la storia viene utilizzato un lessico semplice e scorrevole; i
periodi sono per lo più corti. Buona parte del libro trascrive i dialoghi tra
il giornalista Cristian e la signora Gizèlka che descrive la sua triste storia.
Il protagonista Cristian è sensibile al problema ancora attuale e molto
delicato della tratta delle schiave bianche tanto da scrivere un articolo di
successo su questo argomento. Il libro “La ragazza di Terezin” gli permette di
dar voce a una delle tante ragazze vittime di questa pratica e di manifestare a
volte il suo stupore ed incredulità di fronte a certe rivelazioni di Gizèlka.
Nelle stesso tempo il racconto gli fornisce la possibilità di far conoscere a
tutti la verità. La ragazza che guarda al di fuori della finestra nel dipinto
in copertina sembra voler richiamare lo stato d’animo di Gizèlka che avrebbe
voluto evadere ed uscire dalla sua situazione alla ricerca della libertà; anche
la ragazza del dipinto sembra affascinata e piena di speranze di trovare un
mondo migliore oltre la finestra. Lo sguardo alla ricerca della libertà
purtroppo è deviato da molti ostacoli, a volte molto grossi e pesanti, che la
vita pone durante il cammino di tutti e, in particolare nella vita di Gizèlka
che non è riuscita a raggiungere la sua libertà. Secondo me, questo libro può
riuscire a sensibilizzare le persone su questo argomento dando la possibilità,
oltre a conoscerne i retroscena, di vedere le vicende da un altro punto di
vista che, in questo caso, è quello di una persona che l’ha vissuto
personalmente.
Sara Vernazza
Quotidiani
imbarazzi in bianco e nero
Kossi Komla-Ebri, Marna, 2002, pagg. 64, euro 5,27
Il libro in questione è stato scritto dall'autore Kossi
Komla-Ebri, venne pubblicato nel 2002 dalla casa editrice MARNA. L'autore
nacque nel Togo nel 1954, in seguito si trasferì in Italia per svolgere i
propri studi presso l'Università degli Studi di Milano, nel 1997 vinse il primo premio del terzo concorso letterario Eks&tra
di Rimini con il racconto "Quando attraverserò il fiume". Autore di
diverse opere letterarie, saggi, è coautore con Aldo Lo Curto di "Afrique
- La santè en images", che vene distribuito gratuitamente in vari villaggi
africani di diversi paesi, per divulgare l'educazione sanitaria fra le
popolazioni locali. Il libro è suddiviso in vari racconti (per la precisione
30), essi sono ambientati nei nostri giorni, descrivono fatti che potrebbero
verificarsi tutti i giorni in tutto il mondo. Il linguaggio è molto semplice,
poco ricercato, viene usato un lessico basilare al livello di tutti. Nel testo
vengono fatte poche descrizioni poco dettagliate, ovviamente prevalgono i
dialoghi, senza i quali il libro non avrebbe senso. L'autore nel testo manda un
messaggio ben chiaro per le persone che dedicano a questo libro la giusta
attenzione, sta ad indicare situazioni che non rientrano nei casi di
discriminazione crudele/violenta ma si tratta di atti di razzismo di piccole
dimensioni, le quali molte volte vengono dette senza che l'autore se ne sia
reso propriamente conto. L'imbarazzismo crea disagio, svela giudizi e
pregiudizi celati o rimossi. Ma per quanto questi eventi non siano considerati
gravi, la vittima viene ferita, perché sono situazioni che avvengono quotidianamente
e svelano una mentalità chiusa e gretta ricolma di stereotipi. I personaggi che
troviamo nel libro sconfiggono i pregiudizi in un semplice modo, sapendoli
riconoscere. Bisogna ammettere che ciascuno di noi ne ha diversi, quindi
dobbiamo imparare a vederli e poi essere disposti a rivederli, ampliando le
nostre conoscenze e mettendoli a confronto con la realtà dei fatti. Questa
raccolta di aneddoti divertenti, amari e folgoranti ci aiuta a smascherare
l'etnocentrismo e gli stereotipi con ironia, un'arma gentile ma efficace contro
il razzismo. Personalmente penso che il libro in questione affronti un tema
abbastanza delicato, il quale non può essere affrontato da chiunque, l'autore
parla del razzismo come se fosse una battuta comica, con leggerezza e spensieratezza,
ma questo non vuol dire che lo sia. Nel testo i così detti razzisti non vengono
messi in cattiva luce né tanto meno messi in risalto, vengono semplicemente
descritti come le persone che subiscono certe ingiustizie. Consiglio caldamente
questo libro alle persone che vogliono immedesimarsi nelle vesti delle persone
vittime di questi continui abusi, o semplicemente alle persone a cui piace il
"Black Humor" e ne colgono il significato.
Mattia Marenco
Massimo
Carlotto, Cento Autori, 2016, pagg. 69, euro 6,80, da
12 anni
Il libro “Il giorno in cui Gabriel scoprì di chiamarsi
Miguel Angel” scritto da Massimo Carlotto pubblicato da Edizioni Cento Autori
nel 2001 narra la storia di un ragazzo “Gabriel Ròlon” figlio di un ufficiale
della marina responsabile delle torture e della scomparsa di
migliaia di persone e bambini chiamati “desaparecidos”
perché svaniti nel nulla alla fine della dittatura argentina. Gabriel all’età
di diciassette anni scopre quindi di essere nato in un campo di concentramento
e di essere stato adottato illegalmente, da questo momento inizia un nuovo
capitolo della sua vita dove realizzerà che la sua intera esistenza sino ad ora
è stata una menzogna e dovrà imparare ad accettare se stesso. Questo libro
fedele storicamente agli eventi accaduti presenta una lettura leggera e scorrevole,
la trama priva di intreccio è di facile comprensione. Ho apprezzato molto l’idea
di raccontare una delle più grandi tragedie argentine sotto gli occhi di un
ragazzo che arriverà a comprendere che un nome non è solo un nome ma carne e
storia, c’è un inciso che mi ha particolarmente colpito nel libro, Gabriel
vuole verità dai suoi fratelli e chiede: “È vero che papà torturava i
prigionieri?” “Si trattava di una guerra, e in guerra non si va tanto per il
sottile” risponde uno di loro. Questo passaggio ci aiuta a capire come questo
libro racconti in modo crudo e veritiero la guerra e di tutte le azioni
indicibili di cui l’uomo si macchia. Non so se sia un libro per bambini, ma
dallo stile di scrittura sembra proprio di si. Ad ogni modo, ritengo che non
sia semplicemente un libro per giovanissimi ma può essere letto da tutti; fa
riflettere, ci si imbatte in una storia reale non così lontana dai giorni nostri
una cosa che fa inquietare perché non c'è mai giustizia. Percorsi storici,
ormai passati, si ripercorrono e si continuano a vivere, giorno per giorno,
perché l'uomo non
cambia mai. Il mondo è grande e le persone che sono state
vittime di violenze sono, ormai, destinate a rimanere tali ma noi, noi che
vediamo tutto dall'esterno, noi che non sentiamo il loro dolore ma possiamo in
parte comprenderlo, dobbiamo cambiare il percorso della storia. Non possiamo
permettere che questi abusi alla libertà dell'uomo avvengano ancora. Se anche
non possiamo rivoluzionare l'intero globo, rivoluzioniamo il nostro piccolo
mondo, quello che ci gira intorno ogni giorno. Non ci sono né vincitori né
vinti, ci sono solo uomini che un tempo erano persone di cui
se
possiamo dobbiamo dar loro giustizia.
Emanuele
Renzoni
NEL MARE CI SONO I COCCODRILLI
Storia vera di Enaiatollah Akbari
Fabio
Geda, Baldini Castoldi, 2013, pagg. 155, euro 5,40
Lo
scrittore di questo libro è, da come vediamo nel titolo, Fabio Geda.
Fabio nasce nel 1972 a Torino, dove attualmente vive e si
occupa di disagio minorile e animazione culturale e ha lavorato per un paio di
anni nei servizi sociali. Ha pubblicato vari romanzi tra cui “Nel mare ci sono
i coccodrilli”. Questo libro è stato scritto nel 2010 e parla della biografia
di Enaiatollah Akbari, fuggito ancora da bambino dall'Afghanistan e approdato,
dopo un lungo e travagliato viaggio, a Torino. Il racconto inizia quando
Enaiatollah si sveglia e non trova sua madre, confuso va a chiedere al
proprietario del dormitorio che gli risponde che se ne era andata per il suo
bene. Arrabbiato, convince il responsabile a dargli un lavoro e così inizia il
suo viaggio. Arriva in Pakistan dove inizia a lavorare per un signore, finché
non incontra un gruppo di ragazzini in viaggio per l'Iran e si unisce a loro,
lì diventa un muratore dove conosce un altro gruppo che voleva partire per la
Turchia. Parte con loro a piedi attraversando montagne per circa un mese
rischiando il peggio. Là non trova lavoro e così, con dei suoi amici e un
gommone, arrivano ad Atene. La vita lì non lo soddisfaceva. Riesce a salire su
un barcone diretto a Venezia, continua il suo viaggio andando fino a Roma e poi
a Torino da un suo amico che lo fa ospitare da una famiglia. Quest'ultima gli
fa studiare l'italiano e lo aiuta ad ottenere la cittadinanza. Questo libro mi
ha colpito per prima cosa dal titolo, volevo sapere che cosa significasse.
Quando ho iniziato a leggerlo l'ho trovato molto interessante e con molto
significato, perché parla di un ragazzino di soli pochi anni che invece di fare
una vita normale con una famiglia e una casa deve viaggiare per molti anni
lavorando e rischiando la vita da solo. Mi ha fatto riflettere molto
sull'importanza delle piccole cose, che quello che noi troviamo scontato, come
una casa con un letto e un'educazione, per altri non è così. Mi ha colpito
anche perché è raccontato in prima persona con i suoi pensieri e questo lo
rende più emozionante. Ammetto di essermi commossa per tutto quanto e dopo
questo ho capito molte cose che prima non capivo. È scritto molto bene e semplice, grazie a come
usa le parole il ragazzo.
Valentina Settimo
L’Odissea di nove
giovani dall’Eritrea al Mediterraneo
Francesco Nicolino, Carabba, 2015, pagg. 140, euro 8,10
“Gli angeli non
sono tutti bianchi” è un romanzo di Francesco Nicolino pubblicato nel
duemilaundici, che prende spunto dal naufragio del tre ottobre duemilatredici
avvenuto non distante dall'isola di Lampedusa, in cui persero la vita
trecentosessantasei migranti. Il romanzo narra di alcuni giovani eritrei che
decidono di lasciare il proprio villaggio una volta per tutte, intraprendendo
un viaggio straziante e pericoloso in luoghi ostili, al fine di raggiungere le
coste italiane e prendere così in mano la loro vita di nuovo. All'interno del romanzo sono presenti molti
personaggi, quali, ad esempio, Maryam, protagonista del racconto, che vuole a
tutti i costi regalare una vita serena al figlio che porta in grembo; Yoseph,
un uomo di trent'anni con un passato da valoroso soldato, Isaias, Robel,
Essieh, Halima, nonché la migliore amica di Maryam e Sarah e Rashida, ragazze
componenti del gruppo, ma sono presenti molti altri personaggi. Il destino di
questi ragazzi è turbolento e inaspettato, e il loro futuro è incerto, ma non
si danno per vinti. Con questo romanzo, trovo che l'autore abbia voluto mettere
in risalto quello che è il dramma umano, la speranza che un solo uomo possiede
e la forza di volontà di raggiungere i propri obiettivi. Vuole far comprendere
quanto sia difficile vivere in un mondo dominato da conflitti e guerre; vuole
far comprendere che ogni uomo ha diritto di libertà, libertà che è
assolutamente negata dal paese da cui provengono e che bisogna dare un futuro
migliore a se stessi. Il tema trattato
nel romanzo è conosciuto da anni ed anni fino ad arrivare ai giorni d'oggi,
dove se ne parla ancora: l'immigrazione. È un argomento molto delicato, ma che
purtroppo viene spesso preso sottogamba senza fermarsi a ragionare. Questo racconto lo descrive pienamente;
l'autore è riuscito a mostrare al meglio la vita e le condizioni di queste
persone tramite i personaggi e le grandi descrizioni esterne. Quest’ultime le
ho trovate molto ben fatte, ad esempio per i paesaggi circostanti, dotati di particolari
a sufficienza a far immaginare al lettore la vera e propria rappresentazione
del luogo. I personaggi sono ben caratterizzati, io personalmente avrei
aggiunto una maggiore descrizione fisica. La lettura, tuttavia, non è molto
semplice e non si comprende perfettamente ciò che è scritto alla prima; il
racconto in sé è intrigante ma non molto fluido e scorrevole. Ritengo inoltre
che sia molto utile il glossario posto quasi alla fine del libro, in cui sono
presenti molte parole a noi sconosciute che si trovano nel racconto, con a
fianco i propri significati. Tuttavia, penso che ciò, oltre ad aiutare il
lettore con il lessico, tenda anche a distrarlo, bloccando in modo netto la
lettura e facendogli perdere il filo del discorso. In sintesi, questo libro lo
consiglio a tutti coloro che prediligono il tipo di argomento, ma non solo, a
coloro che vogliono cimentarsi in un tema più attuale o alla scrittura un po’
più diversa dal solito e abbastanza complicata.
Serena Moretti
CARO SINDACO TI
SCRIVO …
Roberta Brioschi, Edigiò Junior, 2016, pagg. 94, euro 10,36;
da 12 anni
“Caro sindaco ti
scrivo …” è un libro di Roberta Brioschi pubblicato nel 2016 dalla casa
editrice “EdiGio”. È un libro destinato ai
giovani, di fatti ha un linguaggio semplice.
Il libro è piccolo a 92 pagine e la scrittura è abbastanza grande,
presenta un’introduzione lunga e capitoli brevi. È un libro realista dallo scopo culturale e
informativo, esso non presenta antagonisti. Non esiste film di questo libro. Il
libro parte con una premessa da parte del sindaco unita alle lettere di Amir,
il vero protagonista della storia. Amir è un ragazzo di 10 anni siriano che, in
un barcone, sbarca in un’isola italiana assieme alla sua famiglia, ma prima di
arrivare in Italia il barcone affonda e il fratellino Karin muore. Vengono sistemati
in un campo profughi. Passato un po’ di tempo, arrivata l’estate, Amir
ambientatosi nella città decide di andare in spiaggia alla gelateria di Mimmo
dove incontra Simone, un ragazzino autistico e i suoi genitori Linda e
Francesco. Trovo interessanti i
presenti riferimenti a lettere,
citazioni e articoli di giornale nel testo. Le aggiunte delle lettere di Amir
sono belle e gli errori di scrittura, nonostante rendano più difficile la loro comprensione,
fanno intuire una difficoltà di ambientazione iniziale da parte del bambino.
Alessia De Fazio
Da MEDICI
SENZA FRONTIERE
Con i nostri infettivologi ed epidemiologi stiamo seguendo da vicino i rapidi sviluppi della diffusione del nuovo coronavirus (COVID-2019).
Sulle caratteristiche del virus e sulle sue modalità di interazione con
l'uomo c'è ancora molto da comprendere.
La priorità è
evitare di farsi condizionare da informazioni non professionali.
Dopo gli ospedali nel lodigiano, da qualche giorno abbiamo
avviato un’attività anche nelle Marche, una delle regioni in cui i contagi
sono aumentati rapidamente. Qui supporteremo alcune strutture per anziani,
perché gli anziani sono tra i più vulnerabili alla malattia, se vuoi maggiori
informazioni su questo progetto puoi leggerle qui ►
l nostri interventi medico-umanitari non si fermano anche nel
resto del mondo, per questo ti segnalo il bellissimo reportage
di Annalisa Camilli da Lesbo ►
https://www.senzafine.info/2020/01/newsletter-libromondo-gennaio.html
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