NEWSLETTER LIBROMONDO GENNAIO recensioni IV B Liceo Artistico Martini SAVONA
CENTRO DI DOCUMENTAZIONE
PACE - AMBIENTE – INTERCULTURA
COOPERAZIONE INTERNAZIONALE
in memoria di Franco Falco
GENNAIO
2020
Newsletter n. 1/2020
E così siamo al primo appuntamento del
2020 (siamo riusciti a resistere, per ora!) con la newsletter di “LIBROMONDO”, Centro di Documentazione sull’Educazione alla Pace e alla Mondialità
che si trova all’interno della Biblioteca del Campus Universitario di
Legino a Savona.
La
Biblioteca o Centro di Documentazione è un servizio di completo volontariato. Le case editrici e gli autori offrono libri come Saggi Gratuiti per
l’uso in Biblioteca. I ragazzi delle Scuole Superiori e alcuni adulti, in
qualità di volontari, leggono per primi i libri nuovi e ne fanno la recensione che viene pubblicata su newsletter come questa e
poi inviata a un cospicuo indirizzario. Le newsletter sono archiviate e sempre disponibili per consultazione
su vari siti, come annotato sotto.
Tutti gli
autori di libri relativi alle nostre sezioni e le Case editrici che lo
desiderino possono inviare libri in saggio alla Biblioteca. I libri saranno
recensiti come sopra. Per informazioni si può scrivere a
libromondo@hotmail.com
Le
sezioni della Biblioteca di Documentazione sono: Europa,
Asia, Africa, Americhe, Italia, Donne, Bambini, Religioni, Cooperazione
Internazionale, Migranti, Popoli, Diritti, Salute, Hanseniani, Educazione alla
Mondialità, Pace, Economia, Sviluppo, Alternative allo sviluppo, Agricoltura,
Ambiente, Terzo Settore, Mass Media, Protagonisti, Letterature, Fiabe, Favole,
Narrativa Ragazzi.
N.B. L’orario
di apertura della Biblioteca segue
l’orario della Biblioteca del Campus Universitario, dal lunedì al giovedì: 9.00-17.45;
venerdì 9.00-12.45. Il servizio è
interrotto durante le vacanze natalizie, pasquali, in agosto e il
18 marzo per la festa del S. Patrono di
Savona.
Mercoledì ore 9 - 12,
sono presenti in loco i
volontari AUSER.
SOMMARIO NEWSLETTER
·
RECENSIONI CLASSE
IVB LICEO ARTISTICO MARTINI -
SAVONA
·
da TERRELIBERE.ORG: Muri di carta
·
Le Poesie di ANASTASIA: ANIMA
NB. LA BIBLIOTECA DI
LIBROMONDO – SAVONA ha la sua pagina su Facebook (https://www.facebook.com/Biblioteca-Libromondo-Savona-241149496385776/)
N.B. Le
newsletter sono pubblicate sul sito di AUSER
sul blog di Renata Rusca Zargar http://www.senzafine.info/
e sulla pagina facebook della Biblioteca https://www.facebook.com/Biblioteca-Libromondo-Savona-241149496385776/
Laddove l'ignoranza è la nostra padrona, non
c'è possibilità di vera pace.
Dalai Lama
RECENSIONI
CLASSE IV B LICEO ARTISTICO A. MARTINI -
SAVONA
MARTIN LUTHER KING
Hubert Gerbeau, pubblicato in originale da Editions
Universitaires-Paris, seconda edizione pubblicata da Cittadella Editrice
Assisi, 1969, traduzione a cura di Paola Adami, euro 5,10
Augusto Bonato ha diretto la collana “I Giusti” in cui
sono raccolte le biografie delle più importanti personalità che hanno lasciato
un segno nella società del XX secolo. Tra loro non poteva non essere inserito
Martin Luther King, attivista per i diritti civili degli afroamericani, dei
poveri, degli emarginati e il più giovane uomo ad aver ottenuto il Premio Nobel
per la Pace.
Quello che l'autore Hubert Gerbeau si è proposto di fare è
di realizzare non solo una raccolta cronologica di fatti e eventi della vita
del pastore King, ma di analizzare in un quadro più ampio quelli che sono i
principi guida della sua vita e della sua lotta. Ogni capitolo racconta un
aspetto del movimento di cui King era leader e tutti vengono introdotti tramite
delle citazioni di libri, autori, attivisti, filosofi, al fine di proporre una
chiave di lettura più ampia per approcciarsi alle varie sfaccettature di quello
che viene presentato non solo come un mito, ma come un uomo autentico e
idealista. Ogni tre o quattro capitoli vengono inseriti degli stralci dei
discorsi tenuti da Martin Luther King durante gli anni che sono una sintesi
lucida e avvincente di tutto quello che il lettore ha potuto imparare nei
capitoli precedenti. Il libro inizia con la scena più drammatica ed
emotivamente coinvolgente: quel 4 aprile 1968 in cui il pastore King, a Memphis
per apportare il proprio appoggio allo sciopero degli spazzini, viene colpito a
morte con un colpo di fucile. L'autore riesce a coinvolgere attivamente il
lettore che si sente spettatore privilegiato della mente di quel grande uomo
che sotto “tutti i soli che ballano” si abbandona in extremis nelle braccia di
Dio. Da lì in avanti vengono trattate tutte le più grandi conquiste e non del
leader del movimento per i diritti civili dei neri: dal boicottaggio degli
autobus di Montgomery, nato dal semplice gesto di Rosa Parks, ai numerosi
arresti infondati, l'incontro con Kennedy, il confronto con Malcom X, fino al
famosissimo discorso “I have a dream” di Washington davanti a 250.000 persone.
Anche il racconto dell'infanzia ad Atlanta, gli anni all'università, l'amore
sfrenato per la filosofia, l'incontro e il matrimonio con Coretta, il suo
essere pastore di anime a Montgomery e padre affettuoso con i figli a casa. Numerosi sono i riferimenti a personaggi di
spicco, ad articoli di giornale dell'epoca, ai discorsi dei suoi oppositori, ma
soprattutto troviamo la lettura del Vangelo alla base del pensiero d'amore e le
idee di Thoreau, Hegel e Gandhi per la
lotta non-violenta. Si è di fronte, quindi, a un libro di una complessità
maggiore rispetto alla classica forma biografica, ma allo stesso tempo di una
scorrevolezza e fascino maggiori, che creano l'interesse del lettore sin dal
primo capitolo. Il testo è efficace
nella resa, non solo della persona di Martin Luther King, ma anche della
società americana degli anni '50 e '60 del Novecento, in particolare delle sue
fragilità e ingiustizie. Punti di pregio indubbiamente il linguaggio semplice e
discorsivo arricchito da riferimenti culturali eruditi, ma di facile comprensione,
tratti che hanno permesso all'autore di creare un vero e proprio confronto
aperto col lettore, ponendogli spesso domande dirette che diventano spunto per
comprendere la mentalità di King, dei suoi oppositori e delle masse. Per tutti
questi motivi, quindi, questo libro si è rivelato il giusto strumento per
approcciarsi per la prima volta all'analisi della figura di Martin Luther King,
ma sicuramente non manca di numerosi spunti per comprenderne gli aspetti più
complessi della sua storia e per creare nel lettore un interesse tale da
portarlo a desiderare di conoscere in modo sempre più approfondito questa
eminente figura considerata ormai universalmente come il “difensore di tutti
gli uomini senza voce”.
Sofia Della Sale
Jonathan
Swift, “I Viaggi di Gulliver” (titolo originale: “Travels into several remote
nations of the world. In four parts. By Lemuel Gulliver”), scritto nel
1726, pubblicato dalla Universale Economica Feltrinelli a Bologna nell’aprile
del 1997, 296 pagine, 9,50€
Il libro dell’autore britannico racconta i viaggi del
protagonista, di cui non si cita mai il nome. Appassionato di avventure, il
personaggio decide di navigare al fine di scoprire nuovi luoghi e nuove
tradizioni. In un primo viaggio, il suo equipaggio e lui vengono colpiti da una
tempesta, il che fa approdare il protagonista, unico sopravvissuto, su un’isoletta
sconosciuta. Il lettore scopre che Gulliver si trova in una certa Lilliput,
abitata da minuscoli essere umani che cominciano a bersagliare di frecce il
povero gigante navigatore. Il popolo Lillipuziano e il protagonista troveranno
poi un modo per diventare buoni coinquilini. Abbandonata la cittadella,
Gulliver decide di tornare in patria, in Inghilterra. Ma poco dopo l’arrivo a casa,
sceglie subito di partire per una nuova avventura. Questa volta, colpito
nuovamente da una burrasca in mare, approda in un’isola, chiamata Brobdingnag,
popolata da giganti uomini. Qui il nostro protagonista è visto come una
piccolissima e tenera creatura, amata e accudita da una giovane fanciulla del
posto. Ma le avventure non finiscono qui: Gulliver viaggerà ancora, bramoso di
conoscere e si imbatterà in nuovi ambienti sconosciuti all’uomo. Isole volanti,
uomini immortali e altre creature che stupiranno non solo il viaggiatore
solitario ma anche lo stesso lettore. Interpretazione. Ricco di vasta fantasia,
il libro presenta grande interesse nel far divertire il lettore. Lo stesso
autore, nella parte finale del suo scritto, ammette di voler dare informazioni
e di istruire l’umanità. Questo potrebbe essere una finzione, ma comunque Swift
riesce a fare in modo che il lettore creda alle sue parole, talmente è
articolata la descrizione nei dettagli. L’autore scrive con una tale voglia di
incantare, di interessare il lettore, che quest’ultimo quasi si dimentica della
finzione del libro e crede che le avventure possano essere realmente esistite.
Questo è un grande aspetto positivo del libro. Gulliver scrive le sue vicende
basandosi su flashback, quindi fabula e intreccio coincidono perfettamente.
Inoltre, è stato scritto sul modello di “Robinson Crusoe” di Daniel Defoe,
perciò presenta molte caratteristiche affini. Ma mostra comunque delle
differenze: il protagonista basandosi sulle avventure compiute, prova disprezzo
e disgusto verso la specie umana, e le sue esperienze lo stravolgono. Perciò vi
è un continuo cambiamento di opinioni, di atteggiamenti che riprendono la
situazione politica inglese in cui è stato scritto, ovvero nel 1726. Valutazione.
Il libro mi ha soddisfatto molto, essendo di forte impatto fantastico e di
veloce lettura. Con un linguaggio piuttosto antico, ma semplice, è riuscito ad
appassionarmi. Avendo anche ritocchi all’ironia e al divertimento è di facile
lettura, adatta sia ai ragazzi miei coetanei sia agli adulti appassionati di
viaggi nella fantasia. Consiglio vivamente il libro a chi vuole rifarsi a una
lettura leggera e spassosa che fa riflettere comunque sugli atteggiamenti
dell’uomo rispetto alla novità e al diverso.
Anna Auxilia
ORGOGLIO E
PREGIUDIZIO
È un romanzo scritto in lingua inglese dalla celebre
scrittrice Jane Austen, che è una figura importante nella narrativa
neoclassica. Il romanzo viene pubblicato il 28 gennaio del 1813 e narra la
storia della famiglia Bennet, composta da Mr. e Mrs. Bennet e dalle loro cinque
figlie: Jane, Elisabeth, Mary, Catherine e Lydia. Non avendo figli maschi che
possano ereditare la loro tenuta di Longbourn nell'Hertfordshire l'unico scopo
di Mrs. Bennet è vedere sposate le sue figlie con un uomo benestante. Il romanzo inizia con
l'arrivo del ricco e celibe Mr. Bingley che si trasferisce a Netherfield, una
dimora nelle vicinanze, insieme alle sue due sorelle, Caroline, la signora
Hurst e suo marito, e il suo migliore amico, Mr. Darcy. Questo provoca
scompiglio nel paese e Mrs. Bennet insiste affinché il marito vada subito a
presentarsi a Mr. Bingley, poiché lei vorrebbe che esso sposasse una delle sue
figlie e ha paura della concorrenza delle altre vicine. Mr. Bingley conoscerà
le fanciulle a un ballo dove dimostra subito il suo interesse per Jane, la
figlia maggiore. Al contrario Mr. Darcy viene subito etichettato come un uomo
sgarbato poiché è stato sentito mentre definiva Elisabeth "appena
accettabile", guadagnandosi così la sua antipatia. Darcy si accorge dei
sentimenti del suo amico per Jane e tenta di fargli cambiare idea poiché
secondo lui sarà un matrimonio privo di prestigio; ma al secondo ballo del mese
si innamora di Elisabeth, non corrisposto visto gli atteggiamenti passati. Mrs.
Bennet manda Jane a far visita a Mr. Bingley, ma durante il tragitto prende
tanta pioggia e si ammala, costretta così a rimanere a Netherfield per diversi
giorni, come aveva previsto sua madre. Elisabeth la raggiunge e rimane con lei
fino alla sua completa guarigione, avendo così l'occasione di passare molto
tempo con Mr. Darcy, ma la sua opinione nei confronti di quest'ultimo non
cambia. Una volta rientrate a casa le fanciulle ricevono la notizia della
visita di Mr. Collins, un ecclesiastico sotto la protezione di Lady de Bourgh,
ovvero colei che avrebbe ereditato Longbourn alla morte di Mr. Bennet. Mr.
Collins sta cercando moglie e vorrebbe una delle figlie Bennet, chiede così la
mano a Elisabeth ma lei lo rifiuta, causando così delusione a sua madre. Mr.
Collins si sposa poi con Charlotte Lucas, una vicina e amica dei Bennet. Mesi
più avanti Elisabeth va a fare visita a Charlotte che ora abita a Rosings, qui
trova Mr. Darcy che è imparentato con la proprietaria e sfrutta l'occasione per
dichiarare il suo amore a Elisabeth, ma lei lo respinge. Solo più avanti lui
riesce a spiegarle perché vuole sposarla e il sacrificio d'orgoglio che gli
costa sposarsi con una ragazza di ceto inferiore al suo, stavolta non riceve un
rifiuto, ma neanche una risposta affermativa. Si racconta poi il percorso che porta
Elisabeth a innamorarsi di lui e il matrimonio di Jane con Mr. Bingley, non più
ostacolato da Darcy. Ritengo che questo libro non sia sicuramente una lettura
leggera, infatti alcuni punti li ho dovuti leggere più volte per capirli a
pieno. È un libro che va letto con attenzione e non con superficialità. È un
romanzo che letto ai giorni nostri fa capire com'era organizzata la società nel
700 e come vivevano gli uomini e le donne del tempo, ci sono situazioni che
infatti ai nostri occhi, con la mentalità di oggi, sembrano quasi irreali. Come
il fatto che l'amore tra Mr. Darcy e Elisabeth sia inizialmente ostacolato dal
fatto che lei sia di un ceto inferiore al suo, ciò porta quindi Darcy a
comportarsi in modo sgarbato con lei e la sua famiglia e infine a cercare di
reprimere i suoi sentimenti per Elisabeth, solamente per dei pregiudizi imposti
dalla società e per orgoglio. Ho trovato questo libro affascinante, soprattutto
per l'evoluzione dei personaggi, ed educativo se si vuole imparare com'era sviluppato
il 700. È quindi un romanzo che si
c'entra sulla storia d'amore dei due protagonisti, un amore decisamente diverso
da quello raccontato nei libri moderni, ma che riesce comunque a catturarti e a
farti affezionare ai personaggi. Perciò nonostante la difficoltà di questo
libro l'ho trovato molto interessante, sicuramente però non lo consiglierei a
chi piace leggere solo per passare il tempo o a chi si dedica a delle letture
leggere; ma per chi è appassionato di letteratura o incuriosito dallo scoprire
il modo di vivere degli anni antecedenti a noi, o anche solo per chi vuole
ampliare il proprio bagaglio letterario o uscire dalla propria "comfort
zone" lo ritengo il libro adatto e sono sicura che verrà apprezzato.
Noemi Altea
È COSÍ BELLA COSA IL RIDERE
Lettere di un genio
compreso
Eusebio Trabucchi, L’orma editore, 2013, pagg. 61, euro
7,00
“È così bella cosa
il ridere” è un libro semi-biografico dedicato al maestro Giuseppe Verdi,
grande compositore italiano. In questo volume sono state raccolte svariate
lettere che l’uomo scrisse ai propri amici e collaboratori durante la sua lunga
vita, in cui affrontò innumerevoli viaggi legati alle esibizioni delle sue
opere. L’intero libro non parla direttamente di Verdi dando informazioni precise
sulla sua vita e sulle sue opere in modo dettagliato. Non abbiamo dunque lunghi
testi narrativi, ma solo delle brevi introduzioni, che ci fanno capire il
contesto nel quale Giuseppe Verdi colloca le sue lettere e poi di seguito le
effettive parole che il maestro scrive ai suoi cari. Il libro non mira dunque
al raccontare la storia completa dell’compositore ma vuole bensì far conoscere
piano piano, lettera per lettera, quale fosse il vero e puro profilo
psicologico del maestro mentre si relaziona con persone a lui vicine. Proprio
grazie alla sincerità e alla naturalezza con la quale Verdi scrive nelle
lettere, noi possiamo apprezzare di più questo particolare personaggio che si
presenta a noi come una mente brillante, un uomo energico che sa apprezzare le
bellezze della vita, un instancabile lavoratore, un soggetto pieno di passione
e colmo di valori. Nelle sue lettere il maestro scambia pareri politici con
persone di cui aveva grande stima, espone pareri e tesi sulle sue stesse opere
e sul campo della musica, narra dei suoi viaggi per il mondo e non dimentica
mai di ringraziare e di assicurarsi della salute delle persone che ama,
dimostrandosi un uomo disponibile e dal gran cuore. INTERPRETAZIONE. Il
messaggio del libro è per me chiaro, si sta parlando di un personaggio unico
nel suo genere che ha fatto parte della cultura del nostro paese in uno dei
periodi storici più significativi e pieni di cambiamenti dell’intero pianeta.
Giuseppe Verdi è l’esempio più lampante di uomo ideale, un soggetto dalle
grandi capacità e dalle smisurate risorse, che gli hanno permesso di far
conoscere il proprio nome a tutto il mondo, la sua vita è ispirazione per tutte
le menti future. VALUTAZIONE. Io non
sono un grandissimo lettore, lo dirò sempre, io credo fermamente nell’esperienza
pratica delle cose nella vita di tutti i giorni, ma per una volta devo
ammettere che forse, non avrei mai potuto conoscere così bene un personaggio
come Giuseppe Verdi se non leggendo le sue stesse lettere. I pensieri e le
parole del maestro mi hanno sorpreso enormemente, stimolando in me un’accesa
passione e attenzione per ogni riga di parole di questo libro. Leggere una cosa
come una lettera, porta letteralmente indietro nel tempo come se fossimo stati
accanto allo scrittore di quel testo nell’esatto momento in cui lo stava pensando.
Mi sentivo dentro la testa di Verdi e ogni volta che si cambiava arco
narrativo, tra una lettera e l’altra, io sentivo il preciso scorrere del tempo,
immaginando luoghi e sensazioni che il maestro aveva visto e provato. Più di
una volta mi sono ritrovato nei pensieri dell’uomo, per esempio lui in una
lettera si lamenta di quella che a quel tempo era musica “contemporanea”,
lamentandosi della perdita delle metriche e delle regole delle composizioni
classiche, stesso rapporto ho io con l’arte moderna in svariate occasioni. Inoltre,
questa grande energia che il maestro emana, è simile all’energia che sento
dentro di me e che mi fa guardare il mondo in modo più ottimista, legandomi
ancora più fortemente a quest’ uomo. Si può dire che grazie a questo libro io
abbia avuto l’occasione di incontrare il vero Giuseppe Verdi, perché lui è
letteralmente dentro a queste lettere, la sua essenza vitale trapela da questo
inchiostro come un fiore emana il suo dolce profumo. Se qualcuno mi chiedesse
per un libro da leggere, questo testo sarebbe sicuramente in cima alla lista
dei consigliati, è letteralmente entrato nella mia anima, tra fascino per il
suo soggetto e per le risate che quest’ultimo è riuscito a strapparmi. Senza
alcun dubbio il mio Libro preferito.
Fabio Isetta
In quattro pièces teatrali
Rosanna Filomena, Edigrafema,
2014, pagg. 132, euro 8,50
Lo scettro del re è un libro scritto da Rosanna Filomena
nel 2014 e pubblicato da Edigrafema. Il titolo é interessante, poiché il “re”
rappresenta l’uomo che domina sulla figura della donna, allude al re che
governa sul proprio popolo, ma viene visto in negativo; lo scettro rappresenta
e cito testualmente “la capacità di uscire da quelle prigioni, il potere di
smascherare il mostro e di liberarsi dalle catene di un’infinità di pregiudizi”,
in sintesi il coraggio di denunciare allontanandosi da una terribile realtà,
questo lo possiede la donna. Il testo viene sviluppato come un racconto
teatrale, troviamo un capitolo costituito inizialmente da un dialogo e
successivamente da un monologo, gli altri tre capitoli sono monologhi. Viene
narrata la storia di quattro donne di età diverse e provenienti da stati
sociali differenti, che hanno subito abusi psicologici e/o fisici da parte del
proprio marito, l’autrice trova motivazioni dal punto di vista culturale e
sociale, porta un argomento purtroppo molto sentito negli ultimi tempi, il
linguaggio è colloquiale e la scrittura scorrevole, trovo molto interessante
come questo tema sia trattato sotto diversi punti di vista, lo consiglio, così
che tutti possano riflettere su questo argomento delicato.
Martina Russo
MANDELA
Jack Lang, Piemme, 2013, pagg. 102, ebook euro 6,99
Il libro
"Mandela" scritto da Jack Lang tratta della vita di Nelson Mandela:
uno dei principali soggetti della storia che ha combattuto per la libertà e
l'uguaglianza. Mandela proviene dal Sud Africa, finirà in carcere per il suo
essere ribelle e la sua voglia di lottare per i diritti umani (nell'apartheid).
Nelson Mandela, uomo di colore, combatterà pure contro il razzismo, forma
d'odio che riscontriamo tutti i giorni e ad esempio, nel caso dei ragazzi della
mia età, può essere a scuola come al lavoro, andando contro ai gusti di una
persona, il suo pensiero e il suo essere. Questo libro tratta della vita dell'uomo che
si è aggiudicato il Nobel per la pace per cui provo molta stima. Ho trovato
questo racconto molto interessante, scorrevole e coinvolgente anche se alcune
parti purtroppo mi sono risultate pesanti. Sono una persona a cui generalmente
non piace molto leggere, però, grazie a quest'opportunità, ho deciso di
iniziare a dedicarmi di più alla lettura.
Giorgia Gazzano
Amare dopo lo
sterminio
Roberto Camerani, Monti editrice, 1998, pagg. 116, euro
7,22
Non è semplice parlare di questo libro. In queste poche
pagine abbiamo la possibilità di conoscere e rivivere le storie di Roberto
Camerani, un ormai anziano brianzolo che finì a Mauthausen giovanissimo solo
per essersi avvicinato a un gruppo partigiano, sostenendo i suoi ideali e
andando contro qualcosa di tanto grande quanto mostruoso. Egli parla della sua
vita all’interno del campo di concentramento, del modo in cui è riuscito a
sopravvivere in quei lunghi mesi di agonia, facendo evadere la mente e non pensando
al corpo, ormai divenuto scheletro, parlando della fame e dei rapporti che si
creavano. Roberto, però, non parla solo di questo nella sua biografia, ma si concentra
anche sul dopo: l’amore, la famiglia e la voglia di ricordare alle nuove
generazioni che nei libri di storia è racchiusa la cruda realtà. La sua attenta
descrizione delle vicende mi rimanda agli importanti fatti del nord-ovest della
Cina che proprio in questi giorni stanno diventando virali. È anche per questo
che mi sento in dovere di raccomandare
fortemente questo libro, perché pur essendo uno tra le centinaia riguardanti
l’argomento riesce a spiccare grazie alla sua forte sensibilità. Come diceva
sempre la mia professoressa di italiano delle scuole medie: “Per non
dimenticare”.
Gioele Staltari
Sulla tratta delle ragazze
africane in Italia
Presentazione di Susanna
Camusso, prefazione di Suor Eugenia Bonetti
Isoke
Aikpitanyi, Ediesse, 2011, pagg. 164, euro 8,50
Questo libro racconta della tratta di prostituzione
africana, che colpisce maggiormente le donne nigeriane. Anche Isoke stessa è
stata vittima di questo mercato nero, ma è riuscita ad uscirne grazie ad un suo
cliente, diventato suo marito. Insieme hanno deciso di creare un'associazione a
scopo di aiutare, a loro volta, le vittime di questa tragedia o perlomeno di
essere di conforto per loro. In questo libro l'autrice fornisce fatti
oggettivi, realistici e moderni, che accadono tuttora e li documenta con
statistiche e storie reali da vittime e di clienti. Racconta anche di come
queste ragazze vengano ingannate con finte promesse promettendo loro un futuro
migliore o di un lavoro per poi costringerle a prostituirsi e come alternativa
la morte o le minacce. Loro, vittime della tratta, vengono giornalmente
picchiate, stuprate, violentate in qualsiasi forma da tutti e talvolta uccise.
Vengono violentate non solo dai clienti,
ma anche dalle maman (coloro che le comandano e truffatrici) e dai loro compaesani.
Gli stessi che le giudicano in quanto prostitute e perché si prostituiscono con
i caucasici. Ma tutto questo è all'oscuro delle forze dell'ordine perché sono
clandestine e perciò non c'è alcun riferimento per rintracciarle. Anche per
questo sono la vittima preferita dei violenti, perché sono le prede "più
facili" e le azioni di questi uomini non avranno conseguenze se le vittime
sono senza documenti. Un altro punto sconvolgente è la statistica in cui
dichiara che il 70% dei clienti sono uomini italiani sposati ed è un numero elevatissimo.
Più della metà. Sicuramente con questo
libro l'autrice ha voluto fornire più conoscenze al riguardo, per evitare
l'ignoranza, per far sì che venga meno ignorato e sia per poter sperare che un
giorno tutti assieme potremo cambiare questa realtà. Ha voluto anche riportare
ciò che ha vissuto, le emozioni che ha provato, raccontandoci storie di molte
vittime in cui lei si rivede e per poter dare a loro una voce. Il libro è stato
scritto in modo dettagliato, obbiettivo, con punti di vista oggettivi e
soggettivi e soprattutto in modo molto crudo. Crudo quanto questa realtà lo è
ed è questo che ho più ammirato di lei. Questo libro mi ha colpito molto sia
per il modo in cui, appunto, è stato scritto, sia per la realtà in cui queste
ragazze, molte volte anche minorenni, sono costrette a vivere. Uno degli
aspetti che mi ha stupito di più è stata la statistica sui clienti che ho
citato prima. Lo trovo vergognoso e mi fa comprendere, a malincuore, quanti
uomini infedeli ci siano. Quest'opera mi ha resa molto triste e mi ha fatto
riflettere su quanto l'uomo sia meschino e che talvolta non si possa definire
umano, ma innaturale e disumano. Mi impressiona e spaventa, vorrei che tutti
fossero più rispettosi uno con l'altro e consiglierei questo libro a chiunque
per acquisire più conoscenze su questa realtà, evitando di esserne all'oscuro. Permettendoci
un giorno di poter cambiare le cose.
Cecilia Vallauri
VOLEVO FAR GERMOGLIARE L'AFRICA
Padre
Giovanni Scalabrini, EMI, 2018, euro 11,00
Arianna
Marazzo
TRE DONNE
Racconti dall’Iran
Goli Taraghi, Edizioni Lavoro, 2008, pagg. 136, euro 10,20
Nel libro, scritto
da Goli Taraghi, ci sono tre racconti di donne che hanno vissuto per un periodo
in casa della scrittrice come badanti. Le tre storie rappresentano la
psicologia di donne oppresse dalla cultura islamica che è arretrata e convinta
della superiorità maschile. Uno dei tre racconti che mi ha colpito di più è
quello di una donna da sempre sottomessa dal marito, che la picchia e la
sfrutta, ma che grazie all'aiuto della scrittrice e altre persone, lotterà per
riprendersi la sua vita e i suoi figli. Questa è una storia di rinascita, che
però avviene lontano dal paese natale ed è vissuta sotto le leggi francesi;
infatti la vita dentro i paesi islamici è ancora più difficile, piena di ingiustizie,
torture e storie tragiche. Sono racconti che ti colpiscono e ti fanno pensare,
come anche nella seconda storia, in cui, una donna povera, che vive per strada,
diventa una rivoluzionaria incominciando a lottare per i diritti delle donne.
La prima storia invece racconta di una baby sitter che si lega in modo
ossessivo ad un bambino, tanto da cercare di sostituire la madre; quest'ultima
si trasferirà all'estero, ma quando tornerà per vacanza dovrà affrontare cose
terribili, alle quali parteciperà anche la ex bambinaia. Consiglio questo libro
perché ci dà uno scorcio delle dure vite delle donne, in Iran e di un mondo
che, grazie al cielo, non ci appartiene, è una lettura scorrevole e ricca di
dettagli e fa riflettere sul concetto di libertà, diritti e uguaglianza che
dovrebbero essere uguali in tutto il mondo.
Sabrina Oliva
LA VITA NON È FACILE, E ALLORA?
Marie Curie, a cura di M. Borelli, L’Orma, 2015, pagg. 62, euro 5,95
Marie Curie, oltre a essere una
vera e propria icona del Novecento, è stata sicuramente il modello di molte
donne dell'epoca per la sua indipendenza e per il suo spirito combattivo. La
conoscevo già per la sua fama di scienziata e premio Nobel e non sapevo altro
di lei. Ho scelto di leggere questo libretto pensando che fosse una sua
biografia; effettivamente lo è in quanto racconta tutti i fatti salienti della
sua vita: dalla sua nascita in Polonia il 7 novembre 1867, fino alla sua morte
il 4 luglio 1934 a Passy nell'Alta Savoia. Tuttavia il testo ci presenta Marie
Curie in modo molto originale, prendendo pezzi del suo diario personale, dei
suoi discorsi e persino delle lettere che scriveva alle figlie, facendoci
conoscere molto più la donna che la scienziata. Il racconto inizia proprio con
un estratto del suo diario in cui lei ricorda con tenerezza il marito, Pierre
Curie, morto da poco in un incidente stradale, al quale lei era fortemente
legata, non solo affettivamente, ma anche professionalmente: con lui, infatti,
aveva scoperto il Polonio e il Radio, due elementi radioattivi. Grazie a questa
scoperta, entrambi avevano ricevuto il Nobel per la Fisica nel 1906. Nel suo
diario scrive di aver trascorso l'intera giornata nel laboratorio, perché solo
in quel luogo ha ancora l'illusione di avere il suo compianto marito ancora
vicino a lei; inoltre prosegue affermando che il laboratorio è l'unico luogo in
cui lei si sente serena, perché solo la ricerca le dona gioia e voglia di
vivere. Grazie alla sua bravura e alla sua notorietà sarà la prima donna a
ricoprire un ruolo di insegnante alla Sorbona di Parigi, sostituendo il marito
Pierre dopo la sua prematura morte. Nel suo diario scrive di essere distrutta
da questa situazione, perché le manca il marito: sente di dover andare avanti
per le figlie e per la ricerca. Ancora una volta ella sottolinea che la scienza
è la sua vera ragione di vita. Malgrado queste affermazioni così forti, nella
sua vita ci sarà anche spazio per un nuovo amore: sempre dalle pagine del suo diario
leggeremo che si innamorerà di Paul Langevin, un uomo però già sposato. Con lui
avrà una relazione importante, ma molto contrastata per l'incapacità dell'uomo
di lasciare la prima moglie. Solo in queste lettere traspare la «donna» con
tutte le sue fragilità e la sua passione. Questa relazione però sarà usata
contro di lei per contrastare la sua carriera: verrà infatti messa alla gogna
dalla stampa dell'epoca che pubblicherà estratti rubati dal suo diario. Tali
fatti sono la prova di un mondo misogino che fa ancora fatica ad accettare che
una donna possa essere migliore di un uomo, ancora di più nell'ambito
scientifico dominato dalla presenza maschile. Con queste premesse Marie Curie
andrà lo stesso a ritirare il secondo premio Nobel riconosciutole per la
ricerca sul Radio. Malgrado tutte le difficoltà incontrate, Marie nelle lettere
con le figlie non farà altro che spronarle a studiare e studiare per il loro
bene e per il bene della nazione. Leggendo il libro ho scoperto che grazie a
Marie Curie durante la prima guerra mondiale vennero create delle vere e
proprie vetture dotate di apparecchiature radiologiche per curare i feriti al
fronte. Proprio in questa fase nasce in Marie la convinzione che il fine ultimo
delle scienza sia proprio il bene dell'uomo. Nasce da questa sua intuizione
l'Istituto Marie Curie: un vero e proprio ospedale per le cure radiologiche. La
devozione di Marie per la scienza è totale e fine a se stessa: la prova sta nel
fatto che la donna non brevettò mai le sue invenzioni, perché non voleva trarne
un profitto personale; così facendo però, essendo il Radio un materiale molto
costoso, rischiò più volte di far fallire la sua fondazione. Solo l'aiuto delle
donne americane che vedevano in lei la paladina dell'emancipazione femminile le
permisero di fare un trionfale tour negli Stati Uniti d'America che la portò
fino alla Casa Bianca dove il Presidente degli USA Harding le consegnò un
grammo del preziosissimo Radio. L'ultima parte del libro è dedicata agli ultimi
anni di vita della donna, ormai affetta da una grave forma di leucemia che lei
stessa, solo alla fine, capisce essere dovuta all'esposizione alle radiazioni.
Malgrado le gravi sofferenze a cui è costretta, Marie Curie si dedicherà alla
ricerca fino a che ne sarà in grado, senza mai risparmiarsi, donandosi
completamente alla scienza. Sono rimasta molto affascinata da questa donna per
due motivi: da una parte mi ha fatto molto piacere vedere il suo lato «umano»
rappresentato dalla sofferenza per la perdita del marito prima e per l'amore
travagliato con il secondo compagno; dall'altro è diventata anche per me un
modello di «donna» con la D maiuscola: che ha saputo lottare conto un mondo
dominato dai maschi e che l'ha sempre contrastata durante la sua carriera.
Ancora oggi le donne hanno grosse difficoltà nel mondo a avere pari opportunità
con i colleghi maschi: lei deve essere un modello per tutte, per farci capire
che non dobbiamo mai sottometterci, ma continuare ad andare avanti a testa alta.
Matilde Mantero
TERRELIBERE.ORG MURI DI CARTA
Muri di
carta
Lo Stato che a
parole combatte il caporalato nei fatti favorisce sfruttamento ed emarginazione
Migranti?
L’obiettivo è l’integrazione. All’apparenza sono tutti d’accordo. Ma, nella
realtà, la vita quotidiana di centinaia di migliaia di persone è un lungo
percorso a ostacoli che conduce prevalentemente verso l’esclusione e
l’emarginazione. L’esatto contrario dell’integrazione. La situazione è
peggiorata col decreto Salvini, che però è solo l’ultimo pezzo di un sistema di
leggi e prassi coerenti. In vigore da decenni.
Chiusura Il primo tema
è la chiusura progressiva dei canali di ingresso legali. Chi vuole entrare per
motivi di lavoro non può farlo, nonostante sempre più spesso enti, associazioni
datoriali e aziende lamentino la carenza di manodopera, specialmente quella
stagionale.
Così l’unico
modo di ingresso è l’asilo, che costringe a un lungo iter burocratico, spesso
umiliante. Durante questo processo, capita persino che qualcuno chieda
documenti non previsti dalla normativa, come il passaporto o il domicilio. Il
decreto Salvini è intervenuto a peggiorare le cose. Cancellando il permesso di
tipo umanitario sta trascinando
almeno
44mila persone nell’irregolarità. Un paradosso mai sanato è l’assenza di vie
d’uscita per chi perde il permesso di soggiorno o per chi non l’ha mai avuto.
In passato, quando il problema diventava ingestibile, si ricorreva alle
sanatorie. La più imponente in ordine di tempo è stata quella del governo
Berlusconi, con la Lega nella maggioranza. Poi, progressivamente, il tema è
sparito dall’agenda politica. Gli irregolari sono chiamati “clandestini”, come
se dipendesse dalla loro volontà. Come se fossero felici del mancato accesso a
ogni diritto. Frontiere chiuse, inferno burocratico, mancanza di
manodopera. È l’Italia ossessionata dai migranti. Va poi ricordato che, in
molti casi, l’Italia è soltanto la porta d’ingresso per l’Europa. Un
“corridoio”, dicono alcuni. Tanti migranti vogliono raggiungere paesi con
maggiori opportunità lavorative ma rimangono incastrati nella burocrazia
italiana dopo aver lasciato le impronte digitali. E non sono pochi i casi di
”pendolari europei”, cioè migranti che lavorano per esempio nelle raccolte
spagnole e tornano in Italia solo per il rinnovo del permesso di soggiorno:
un’operazione che può richiedere anche diversi mesi. Residenza Negli ultimi
tempi la burocrazia è diventata ancora più oppressiva: in particolare con la
richiesta della residenza. Soprattutto i braccianti stagionali, ma non
solo, vivono in situazioni informali come gli accampamenti oppure ricorrono a
varie forme di ospitalità. In breve non sono in grado di produrre un
certificato di residenza. Così nasce un mercato nero di falsi contratti di
affitto. Quando va bene riescono a ottenere residenze virtuali come “via della
Casa Comunale” 1, che però a volte non vengono accettate dalle Questure. Ci
sono comuni che invece limitano a monte l’iscrizione anagrafica e verificano
con cura maniacale i requisiti di abitabilità. C’è chi lavora nelle
raccolte agricole in Spagna e torna mesi prima in Italia, per affrontare l’iter
burocratico: raccogliere i documenti necessari, trovare un contratto di
affitto, etc. Mesi buttati nella raccolta dei documenti, altri nell’attesa
della pratica, per poi magari ricevere un permesso di soggiorno prossimo alla
scadenza. La richiesta della residenza, del passaporto, ostacoli per la sanità
e l’apertura del conto corrente. Esempi concreti di “dis-integrazione”
all’italiana. In più, la residenza può essere considerata un requisito per
l’accesso alla sanità pubblica così come per l’apertura di un conto corrente.
Nel primo caso, si tratta di un paradosso che va avanti da decenni. Per la
nostra burocrazia è spesso più facile far accedere alla sanità un irregolare
che una persona con i documenti, ma straniera. Eppure dovremmo avere tutto
l’interesse a evitare che ci siano persone che non si curano, che si curano
male o si curano da sé. L’intervento umanitario delle associazioni non è la
soluzione, se non in ultima istanza. Per quanto riguarda il conto corrente è
“condizione indispensabile per il versamento dello stipendio da parte dei
datori di lavoro e quindi per il contrasto al lavoro nero”, ricorda il Comitato antirazzista di
Saluzzo. Ostacolare questa possibilità significa favorire i caporali.
Conversione
Un altro problema molto concreto è la conversione. Può capitare
di ottenere un permesso dopo una richiesta d’asilo, poi trovare un lavoro e
quindi dover convertire il permesso. Qui è fondamentale avere informazioni
chiare e univoche. Invece spesso ci si perde nella burocrazia delle Questure,
che ancora una volta chiedono il passaporto. Un documento che dovrebbe essere
rilasciato dal paese di origine, lo stesso da cui in tanti fuggono per i motivi
più vari. Senza passaporto è difficile viaggiare e cercare lavoro fuori
dall’Italia, cosa che fanno in tanti. Anche qui la soluzione è il “titolo di
viaggio”, ma per ottenerlo bisogna iniziare un ulteriore percorso a ostacoli in
una burocrazia complicatissima. Anche nella situazione ottimale, quella di chi
ha un permesso e deve rinnovarlo, si va incontro a differenze nell’applicazione
tra varie Questure, diverse interpretazioni della legge, tempistiche
differenti. Per un migrante è complicato capire il linguaggio burocratico
e il diverso modo in cui la stessa legge è applicata. A volte, se non
supportati, in tanti rinunciano a seguire l’iter della propria pratica.
POESIA DI
ANASTASIA: ANIMA
Anima
Con
Un
Sensibile tocco
Mi
Sciogli
L’anima
Che
Si
Inchina
Davanti
Ai
Tuoi occhi
Un
Amore
Appena iniziato
Che
Sboccia libero
Come
Un
Petalo
Portato
Via
Dal vento
Aspetto
In silenzio
Di
Poterti incontrare
E
Cercare
I
Tuoi occhi
Che
Illuminano
Il
Mio cuore
E
Quello
Che
Provo
Per te
Dolci sensazioni
Lievi emozioni
Mi
Prendono l’anima
Che
Ha
Preso
Con
Uno sguardo
Il
Mio cuore
Che
Ormai
Ti appartiene
ANASTASIA
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