UNA LUCE NEL BUIO di Daniela Fava

 


"Spettacolo teatrale contro la Violenza sulle donne promosso dalla Rete “Fuori dall’ombra - Ipso  Facto” di Modica, Presidente Prof.ssa Teresa Floridia, in collaborazione con l’Associazione “Inner Wheel” Club Ragusa Contea di Modica, Presidente Prof.ssa Daniela Curreri, (quest'ultima ha presentato la serata), in occasione della XIII Edizione della Giornata Internazionale contro la violenza sulle Donne


Lo spettacolo si è svolto a Modica (RG), il
25 novembre, a cura della Compagnia Teatrale “Nuovo Teatro Popolare” di Ispica, dal titolo Una luce nel buio, Atto unico di Daniela Fava, per la Regia di Fiorenza Cirmi.  


Il testo teatrale di Daniela Fava ha ottenuto numerosi riconoscimenti tra cui è risultato Finalista “Premio Teatrale Angelo Musco” 2014;  Testo Vincitore (Primo Posto) del “Premio Sicilia” 2016. Terzo posto nel Concorso “Caffè Tra Le Nuvole”, XXII Edizione 2023, Rignano sull’Arno (FI).
 


Di seguito la trama dello spettacolo.
 
Una luce nel buio è un testo che vuole dare una speranza alle tante donne che brancolano nel buio della violenza e del silenzio, la cui vita viene trasformata in un buco nero, senza neanche una luce in lontananza che dia loro la forza per ricominciare. Sono tre brevi storie, in chiave teatrale che, pur non riferendosi a persone e fatti reali, prendono purtroppo spunto dalle macabre verità a cui ogni giorno assistiamo, anche se in maniera indiretta: donne di tutto il mondo abusate, picchiate e violentate in ogni città, in ogni vicolo buio, anche nelle loro case, e spesso proprio da quei genitori o da quei mariti che invece dovrebbero amarle e proteggerle. La scena teatrale è sobria: una grande sala d’aspetto di un ospedale diviene luogo e occasione d’incontro fra tre donne di diversa nazionalità, (una donna musulmana interpretata da Meluccia Fronterrè; una donna dell’Europa dell'Est interpretata dall’autrice stessa del testo, Daniela Fava; e una donna occidentale, Lucia Roccuzzo),  poiché la violenza ha un linguaggio internazionale che accomuna tutte le donne, senza distinzione di nazione, religione e cultura, ciascuna con una propria esperienza da raccontare, vissuta in prima persona o indirettamente. A fare da cerniera: una madre e un bambino (interpretati rispettivamente da Angela Abate e dal piccolo Giuseppe Fava)  che, al contrario, guardano da lontano la tragicità degli eventi narrati dalle tre donne. La voce dell’innocenza che il bambino incarna può trasformarsi in quella del futuro “uomo - orco” se ogni donna tace, teme, non denuncia, non cresce ed educa i propri figli secondo principi anche femminili, anziché solo ed esclusivamente maschili.

 
La rappresentazione  è stata intervallata da balli a tema, eseguiti da Serena Cataudella, anche sulle note della celebre  canzone  di Mia Martini, Donna.

Lo spettacolo si è concluso con video rappresentativi sulle note della Canzone “Gli uomini non cambiano” di Mia Martini e con un altro video con immagini di donne tragicamente scomparse a causa della follia di esseri senza umanità. Il momento è stato ulteriormente arricchito da un suggestivo rito simbolico, con candele accese dai Presidenti delle diverse associazioni presenti in sala.


Accanto alla scenografia è stato esposto un quadro di Daniela Fava contro la Violenza sulle Donne, olio su tela. Nel quadro, infatti, emerge un’immagine densa di significati. La donna, seduta di spalle, appare fragile e isolata in un mondo avvolto da tonalità cupe. La scelta di rappresentarla senza volto amplifica l’idea della perdita di identità che la violenza infligge, riducendola a un essere senza nome, spezzato nel corpo e nello spirito. L’ombra sulla sinistra, che si staglia indefinita, potrebbe simboleggiare la paura che perseguita o una presenza invisibile ma opprimente, quasi un’eco di ciò che è stato vissuto o di ciò che incombe. Al contempo, la luce che circonda la figura suggerisce una via d’uscita, un margine di speranza, proprio come il messaggio dello spettacolo.


Ogni anno  il “Nuovo Teatro Popolare” inserisce nella programmazione un tema sociale, in quanto il teatro non deve essere fine a se stesso, ma deve realizzare un’attività che ha uno scopo educativo e di formazione umana.


---------------------------------------------------------------------------------

                             

PUBBLICITA'


 IL 25 NOVEMBRE E' STATA LA GIORNATA CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE, EPPURE LE DONNE CONTINUANO A ESSERE DENIGRATE, MALTRATTATE E UMILIATE, SPESSO PROPRIO DA ALTRE DONNE.

MOLTO DIFFICILMENTE LE DONNE SONO CONSIDERATE AUTOREVOLI, L'UOMO SEMPRE!


SOSTIENI LE DONNE


LIBRO DI UNA SCRITTRICE

DONNA:


STORIA DELLA STREGA DI SAVONA 

e altri racconti di violenza



 Anche a Savona è stata condannata, a suo tempo, qualche "strega". Nel primo racconto di questa raccolta viene narrata, infatti, la storia di due povere contadine di Bergeggi (villaggio a pochi chilometri da Savona) obbligate a lasciare tutto e andarsene raminghe con l'accusa più tremenda: essere le mogli del diavolo (siamo nel 1572). Ma la guerra contro le donne non è mai finita. Pure oggi, l'uomo le usa, le stupra, le getta via, come oggetti nati solo ed esclusivamente per il suo divertimento. Qualche volta, si reca in paesi poveri stranieri per intrattenersi sessualmente e impunemente con piccole bambine (Il viaggio) o si approfitta, singolarmente o in gruppo, della credulità e dell'innocenza di un'adolescente per poi ridicolizzarla sui social (Scarpette rosse). Infine, dodici rintocchi scoccano per la condanna a morte di un'altra "strega" e, molti secoli dopo, per la violenza su una ragazza colpevole solo di amare il ballo.

In fondo, non è cambiato molto dal XVI secolo.



https://www.amazon.it/STORIA-DELLA-STREGA-SAVONA-racconti/dp/B09TMZ43Z8


Commenti

Post popolari in questo blog

25 novembre CONTRO LA VIOLENZA SULLE DONNE

Intervista alla Drammaturga MARIA ALTOMARE SARDELLA