E POI FU SOLO IL SILENZIO A URLARE IL SUO DOLORE... di Angelica Lubrano

E POI FU SOLO IL SILENZIO A

 URLARE IL SUO DOLORE...  

  



di Angelica Lubrano







La svolta alle sue ricerche Nora, una giornalista freelance, l'ebbe quando scoprì che fra i tanti "delitti in Val Bormida", emersi nel corso delle sue indagini, ve ne era uno collegato a una Storia con la maiuscola, ma del tutto ignorata dalle fonti storiche ufficiali...

Quelle che trovi nei libri scolastici e nelle rievocazioni istituzionali per onorare il sacrificio degli eroi...

La storia, scoperta nel corso delle sue ricerche e denunciata da Nora nei suoi articoli, riguarda quel consolidato sistema che, attirando soldi e favori, ventilando lavoro e benessere, invade territori marginali o depressi, al Sud, come l'ENICHEM di Manfredonia, in Sardegna, come la miniera di Montevecchio, in Liguria, come l'ACNA di Cengio o, in questi giorni, come a Savona-Vado per il rigassificatore... 

Questi impianti vengono chiamati "cattedrali nel deserto", perché nulla cresce intorno, ma lasciano  malattie, inquinamenti, paesaggi deturpati e rifiuti tossici.

Nora era intenta a studiare proprio il caso dell'ACNA di Cengio.

Uno dei più antichi siti industriali italiani, nato nel 1882 con il nome di "Dinamitificio Barbieri".

 Un villaggio agricolo, Cengio, si trasforma poco alla volta in una città-fabbrica che arriva a contare  6 mila operai nel 1918, grazie alle forniture di armi nella prima guerra mondiale.

Il fiume Bormida comincia a diventare giallo con un inquinamento che si estende per circa settanta chilometri a valle verso il Piemonte.

La fabbrica alternava produzioni di vernici ad armi belliche, mantenendo questo standard fino a tempi recenti: ancora nella guerra del Golfo (1990) quando si vide l'esercito a presidiare il sito dell'ACNA...

La pagina più fosca fu quando Mussolini cedette la fabbrica alla I.G.Farben su pressione di Hitler che lì consumò l'orrore della produzione dello ZIKLON B, l'acido cianidrico che uccise milioni di ebrei, zingari e oppositori nei lager.

Questo è il nesso con la Storia che Nora vuole raccontare accendendo i riflettori su CLARA IMMERWAHR una figura sconosciuta ai più a causa di pregiudizi, sopraffazioni ed esclusioni, caduta immeritatamente nel silenzio che spesso avvolge molte figure di donne eccezionali. 



BRESLAVIA 1891


 Occhi curiosi dietro lo sfarfallio di ventagli a coprire gli stessi pettegolezzi ripetuti di generazione in generazione da fanciulle in fiore.

Giovani uomini impettiti, nel sontuoso salone per le feste, ripropongono secolari rituali di corteggiamento al suono di un'orchestrina.


Siamo al preludio esaltante degli "anni ruggenti" messi in moto dal successo della seconda Rivoluzione industriale di fine Ottocento. 

Tutto in quella sala testimonia uno slancio verso nuove conquiste.

- Buona sera dottore...

Gruppi di signori compassati e un po' ingessati nei panciotti tirati nell'ultimo bottone, capelli e baffi lucidi di brillantina e il sigaro in mano, appartati negli angoli più discreti del salone, conducono accordi e affari, incarichi e transazioni.

È il mondo nuovo!

E protagonista assoluta è quella borghesia cittadina degli studi e degli affari che la Rivoluzione francese prima e i successivi sviluppi tecnologici dell'industria hanno proiettato avanti nel peso sociale a sostituire la declinante nobiltà preagonica che li mal sopportava e che intimamente li considerava dei parvenus...


I rampanti giovanotti presenti, però, sembrano più impegnati alla conquista delle dame sfolgoranti nei loro abiti sontuosi e nello charme della loro giovinezza:

- Signorina, mi concede questo ballo?

Clara aveva accettato con scarso entusiasmo l'invito alla festa di ballo.

 È il 1891, Clara ha 21 anni e grandi progetti per il proprio futuro.

Intanto nel salone l'orchestrina ha attaccato un valzer lento.


Fritz aveva notato subito quella bellissima ragazza un po' appartata: minuta, i biondi capelli raccolti in uno chignon, la bocca ben disegnata e due occhi di un azzurro chiaro in uno sguardo tutt'altro che remissivo o vacuo, piuttosto intenso e determinato.

Clara si gira intenzionata a ripetere il rifiuto. Fin lì si era guardata attorno del tutto indifferente, la sua testa impegnata altrove.


Lei voleva realizzare un progetto controcorrente in quel tempo e per quella classe sociale, 

Allora (e adesso?) era addirittura proibito alle donne iscriversi all'Università.

 Laurearsi risultava un obiettivo impossibile per una fanciulla e Clara vuole addirittura laurearsi in campo scientifico e specializzarsi in chimica e fisica...

 A Breslavia, città polacca al tempo parte dell'Impero di Germania e Prussia sotto Guglielmo II, l'accesso agli studi universitari era precluso alle donne e lo sarà ancora per qualche anno.

 Per fortuna Clara ha dalla sua parte il padre, il chimico Philipp Immerwahr, che vedeva con grande soddisfazione e orgoglio questi progetti della figlia, la più giovane di quattro, tanto bella quanto intelligente.

 L'avrebbe aiutata in ogni modo a realizzare i suoi sogni.


 Clara guarda l'uomo davanti a sé. Si era già negata a tre inviti precedenti.

 Un po' per noia e un po' per curiosità stavolta annuisce, con l'aggiunta addirittura di un sorriso, allungandogli la mano per il ballo. 

Dopo le presentazioni e alcuni convenevoli non si stupisce del fatto che Fritz, anche lui come suo padre, fosse un chimico.

Quelle feste venivano organizzate proprio nell'ambito di studiosi e scienziati con le proprie famiglie per favorire incontri e scambi utili principalmente a conquistare l'attenzione di finanziatori e dirigenti d'azienda alle rispettive ricerche scientifiche, potenzialmente traducibili in produzioni industriali e profitti su vasta scala.


Intanto i convenevoli fra Clara e Fritz procedono con crescente simpatia.

Numerose le coincidenze che accendono la curiosità e l'interesse della giovane donna.

Anche Fritz era di famiglia ebrea, come la sua e pure lui intendeva approfondire tutte le opportunità che la scienza, e la chimica in particolare, stavano sviluppando, accompagnando con grandi aspettative il cammino del progresso umano.

Tutte queste coincidenze la spingono ad accettare l'invito di Fritz a rivedersi. 


I due prendono a frequentarsi, fino a quando non arriva la domanda che Clara si aspettava e, insieme, temeva: 

- Clara, mi vuoi sposare? 

 Quelle parole, mentre passeggiavano per le strade di Breslavia in una giornata di sole, ebbero la capacità di darle un sussulto interiore.

 Clara capisce che era arrivata al dunque. Doveva decidere.  

 La loro storia era diventata importante, ma non si sentiva ancora pronta. Lei vuole coronare i propri sogni intellettuali, prima di quelli sentimentali.

- Sono lusingata dalla tua richiesta, Fritz caro, ma prima voglio realizzare il progetto a cui ho lavorato, fin qui, con tanti sacrifici. Se avrai la pazienza di aspettarmi sarò felice di diventare tua moglie e di collaborare alle tue ricerche scientifiche.


Realizzare i suoi propositi non fu affatto facile né semplice. Lei, per laurearsi, non doveva affrontare solo le difficoltà degli studi, come per ogni giovane studente...

Cresciuta in una fattoria, studiare per lei fu certamente sempre molto complicato.  

Alle donne, poi, era riservato un destino legato esclusivamente alla cura della famiglia e dei figli...

Negati gli studi, se non quelli utili alla gestione della casa o a finalità di cure assistenziali ai malati, agli anziani e ai minori.


La mamma di Clara morì di cancro nel 1890.

Il padre lascia la fattoria ai fratelli più grandi di Clara e, insieme a lei, si traferisce in città, a Breslavia, occupandosi di commercio.

Per Clara, dopo gli studi primari, tutta la sua storia scolastica segna una difficile strada in salita, un percorso a ostacoli: dal diploma di scuola superiore, ottenuto grazie a insegnanti privati che lei si pagava lavorando, fino alla laurea in Università preclusa alle donne fino al 1908.

Solo chi ha vissuto la fatica immane, ancora oggi, specialmente se donna e senza una famiglia ricca alle spalle, insomma, solo chi ne ha vissuto sulla pelle la fatica, può immaginare i sacrifici superati dalla giovane donna.

Non potendo iscriversi regolarmente all'Università, Clara riesce a ottenere eccezionalmente un permesso come uditrice. 

 L'autorizzazione però doveva essere richiesta ogni volta e autorizzata dai vari docenti. 

Solo la sua ferrea volontà le permette di laurearsi a pieni voti e di addottorarsi con Lode in chimica e fisica come nei suoi auspici.

 Il racconto dei sacrifici sostenuti danno la misura delle delusioni per le aspettative troncate dagli eventi futuri...


Il 12 dicembre del 1900 Clara, davanti a un folto pubblico accorso per l'evento, discute la sua tesi: è la prima donna in Germania a conseguire quel risultato.

Il suo caso, divenuto un fatto di rilievo, richiama l'attenzione e la curiosità generale, attirando una consistente presenza di curiosi e giornalisti. 

Davanti alla numerosa platea presente in sala, Clara giura: 


“Non insegnerò mai, né oralmente né per iscritto, qualcosa che sia contrario a ciò in cui credo. Perseguirò la verità e lavorerò sempre per far avanzare la dignità della scienza”. 


Questo giuramento condizionerà gran parte della sua vicenda personale.


Fra il pubblico presente c’è anche Fritz Haber che le rinnova la sua proposta di matrimonio.

Questa volta Clara accetterà, convinta di poter unire le sue capacità a quelle del futuro marito per conseguire successi scientifici.

 Dopo il dottorato deve accontentarsi di un corso di ricerca e insegnamento sulla "composizione chimica del cibo e degli strumenti di cucina"...


I primi tempi di matrimonio Fritz permette alla giovane moglie di collaborare alle sue ricerche.

E presto arrivano anche risultati esaltanti che Fritz Haber, però, brevetta solo a suo nome. 

Fra questi ritrovati grande e largo consenso ottiene il processo di sintesi dell’ammoniaca che poi, finanziato e commercializzato dall'industriale Carl Bosh, verrà usato in agricoltura per aumentare la quantità di azoto nel terreno, migliorando decisamente il raccolto. 

La scoperta, sicuramente aderente ai suoi principi etici, viene accolta con soddisfazione ed entusiasmo da Clara e segna un grande successo riconosciuto dagli ambienti scientifici e dal pubblico.

Va ricordato, infatti, che la popolazione mondiale, grazie proprio allo slancio economico e sociale dell'espansione industriale nell''800, aveva preso a crescere tumultuosamente, tanto che oggi raggiunge 8 miliardi di persone dal miliardo e 600 milioni censiti nel 1900.

In poco più di un secolo abbiamo quintuplicato gli abitanti del pianeta.

 A tutti si deve assicurare il cibo per la sopravvivenza!

La sintesi dell'ammoniaca contribuì a ottenere raccolti più copiosi per sfamare la terra...


Di quella loro invenzione Clara, che ne ha contribuito ai risultati, è soddisfatta e ne sente la coerenza con il giuramento di una scienza "al servizio dell'umanità". 

Non accoglie però molto bene il fatto che il suo nome, nelle pubblicazioni ufficiali, appare solo nella dedica del marito e neanche con il proprio cognome:

“Alla mia amata moglie, Clara Haber“.


Intanto era nato un bambino, Hermann, gracile e bisognoso di cure. Clara è costretta a rallentare l'attività di ricerca per occuparsi del piccolo Hermann, a cui la sua mente fervida permette di dedicare canti, giochi e poesie:


 IL GIOCO DEL SILENZIO


-Facciamo insieme un gioco:

 il gioco del silenzio!


-Vedi?  non c’è nessuno. 

Ora socchiudi gli occhi.

Ascolta, cosa senti?


“Frinire di cicale sull’albero di olivo,

e un coro di comari all’ombra di un cortile”


-Poi? nel giardino e intorno?


“Un fruscio fra foglie secche:

striscia la serpe al sole 

prima che muoia il giorno.”


Ora non c’è più niente.

Non c’è più alcun rumore…

Si sente solamente

un refolo di vento 

e il battito del cuore.


La cura del figlio assorbe gran parte del suo tempo, ma cerca di mantenere, finché possibile, l'incarico riguardante il corso sulla composizione chimica dei cibi, con l'intento di suscitare specialmente nel pubblico femminile curiosità e stimolo ad approfondire le proprie conoscenze.

 Ma la sua vita sta cambiando, suo malgrado, profondamente.

 Il successo delle ricerche brevettate dal marito richiama ospiti sempre più numerosi alle cene in casa Haber e le cure per il piccolo Hermann impongono piano piano a Clara l'abbandono dei suoi amati studi.

Si avvicina intanto la Prima guerra mondiale e Fritz Haber si arruola volontario.

Date le sue competenze scientifiche viene incaricato dal Governo di svolgere ricerche per progettare nuove armi chimiche.

Questo travolse gli scopi condotti fin lì delle ricerche di Fritz Haber con il contributo di Clara.

 

Fu proprio così, con quelle micidiali invenzioni di morte e distruzione che il futuro Premio Nobel per la chimica comincia a stravolgere il significato stesso della scienza, dando inizio a quel lato oscuro che oggi molti condannano e vedono con sospetto.


Fritz Haber si rivela persona  priva di scrupoli e non si tira indietro.  Prepara  e sperimenta su esseri viventi gas tossici in grado nel 1915 a Ypres in Francia di uccidere 5000 persone in pochi minuti.

Scopre l’iprite, il gas asfissiante che gli permette di ottenere il grado di Capitano e grandi attenzioni istituzionali.

Si considera un eroe e non comprende la sfuriata della moglie al suo ritorno a casa.

 - Vai in cucina a preparare la cena per i miei amici. Desidero che tutto sia pronto per il ricevimento di questa sera.

Avrebbe ricevuto i complimenti per le sue armi chimiche che, verosimilmente, avrebbero di lì in avanti inaugurato uno stravolgimento delle secolari tradizioni belliche riservate esclusivamente a eserciti contrapposti.

Sin dai tempi più antichi morti e caduti si contavano fra i soldati e solo eccezionalmente fra i civili.

Dall'iprite di Fritz Haber in poi il tasso di morti civili, o di "effetti collaterali" come saranno poi furbescamente definiti, s'inverte: da 1 su 10 fino  a 9 su 10 contati in ogni guerra contemporanea.


Clara si rende conto dell'inversione criminale che quelle "armi chimiche" hanno messo in moto. 

Capisce che quell'uomo, ormai un estraneo, non si sarebbe più fermato.

Fritz Haber, esaltato dal successo ottenuto, si scaglia contro Clara, accusandola di isteria, insulto diventato un luogo comune a quel tempo con le teorie di Freud :

- Sei una donnetta stupida... Vai a preparare la cena!

La stessa notte Clara si uccide con la pistola del marito.

Lui non si mostra per nulla toccato dal fatto, partendo, indifferente, per il fronte ad assistere all'ecatombe provocata dall'uso del suo gas asfissiante.

Ma il destino lo aspetta al varco e gli giocherà un terribile scherzo.

Fritz Haber è l'inventore dello ZIKLON A, acido cianidrico: un potente insetticida prima usato in agricoltura. Per evitare l'inalazione accidentale venne addizionato con un agente irritante per denunciarne la presenza.

I nazisti lo modificarono in Ziklon B, eliminando l'agente irritante che ne rivelava la pericolosità e lo usarono per sterminare milioni di ebrei, fra cui tutti i parenti di Haber.

 Lui stesso venne ucciso nel tentativo di fuga dalla Germania. 

Tutti i dirigenti della I.G. Farben, industria produttrice dello Ziklon B, nell'ACNA di Cengio, saranno condannati nei processi di Norimberga.


CENGIO 1999


Nora chiuse il suo racconto, spense la tastiera e il suo computer e si avviò verso la finestra.  L'aprì per far entrare un po' d'aria, con il sospetto per la qualità di ciò che respirava.

La bonifica dell'ACNA era in corso, ma imponeva ai suoi reportage una nuova fatica per dissolvere la cappa di silenzi e complicità criminali emerse dalle relazioni governative per la bonifica dell'ACNA di Cengio.


Lo sguardo all'orizzonte le rimandò l'immagine di cumuli di cirri scomposti al pascolo in un cielo metallico.


Angelica Lubrano

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