Archetipi antichi precedono la formazione di nuovi nomi… come ad esempio: bioregionalismo, ecologia profonda e spiritualità laica…
Archetipi antichi precedono la formazione di nuovi nomi… come ad esempio: bioregionalismo, ecologia profonda e spiritualità laica…
di PAOLO D'ARPINI
Reminder...
Abbiamo bisogno che le cose nuove, soprattutto se trattasi di idee sconosciute ed astruse, divengano usufruibili ed è per questo che vorrei introdurre il discorso dell’ecologia profonda, del bioregionalismo e della spiritualità laica con parole semplici e comprensibili.
Ed è vero che questi termini inusitati non hanno ancora una concreta immagine di riferimento che ci consenta di riconoscere al volo di cosa si stia parlando. In verità questi nomi astrusi rappresentano degli archetipi primordiali che hanno accompagnato ed affascinato l’uomo sin dalla sua venuta sul pianeta Terra.
Ma prima di passare al significato di Ecologia Profonda, che è la stessa cosa del Bioregionalismo, e di Spiritualità Laica vorrei chiarire il significato di “archetipo” anche questa parola infatti è poco consueta. Nella filosofia neoplatonica, ma anche nel pensiero taoista espresso nell’I Ching, l’archetipo è un modello della natura, in forma sottile, ovvero una immagine originaria, che precede le forme di cui le cose materiali sarebbero semplici copie. Insomma secondo gli antichi gli archetipi sono “Forme Pensiero”, modelli mentali, su cui viene a crearsi il mondo sensibile della materia. Abbastanza simile, ma più ragionata, è la descrizione fatta nella psicanalisi junghiana secondo la quale “archetipo” è un’idea innata e predeterminata dell’inconscio individuale e collettivo del genere umano.
E da qui vorrei partire. Infatti la meraviglia con cui i primi uomini hanno osservato e adorato gli aspetti molteplici della natura, degli animali, degli alberi e dell’habitat, a cui venivano dati nomi, qualità e sembianze divine, il riconoscersi parte integrante di questo insieme, il sapere che nulla può essere separato e che ogni cosa compartecipa ad ogni altra cosa in un afflato panteista, tutto ciò può essere definito “Ecologia profonda”. Trattasi di un neologismo fuoriuscito dal cervello di un filosofo moderno -Arne Naess- per descrivere qualcosa che era già.. che faceva parte del nostro sentire ancestrale.
E la meraviglia di sé, la coscienza di esistere e di essere consapevoli di esistere, la capacità di comprendere, di sentire emozioni profonde, di riconoscersi in tutto ciò che è… l’intuizione di essere presenti senza ombra di dubbio e di percepire la pienezza del proprio essere, questa è la Spiritualità naturale (o laica).
Insomma parlando di ecologia profonda e di spiritualità laica si parla di corpo e di spirito, senza separazione alcuna fra l’uno e l’altro, due aspetti della stessa incredibile magia….
E qui arriviamo al dunque… Siccome il conosciuto ha bisogno di essere ricordato, conservato e riproposto, tempo dopo tempo, in forme sottili come avviene per la conoscenza filosofica o per le religioni, ed in forme materiali come avviene con il dna e con il tramando delle arti e della capacità tecniche…
Ecco che ho pensato di raccogliere le mie esperienze, i miei esperimenti e sentimenti, in un libro in cui si evocano i punti sostanziali della mia ricerca in chiave di bioregionalismo, spiritualità laica ed ecologia profonda … si chiama “Riciclaggio della Memoria”… (http://www.tracce.org/D’
Paolo D’Arpini – Rete Bioregionale Italiana
Nota – Il libro è disponibile presso il curatore editoriale Michele Meomartino: meomartinomichele@
Si tratta dell'ascolto fatto proprio, incarnato. A quel punto non è più necessario porsi in ascolto perché lo si è. E sempre a quel punto a nostra volta come Arne Næss ricreeremo la prospettiva dell'ecologia profonda per vedere il mondo, della spiritualità laica per dare un nome al nostro sentire, del bioregionalismo come idea socio-territoriale. Triade nella quale avevamo sempre saputo (Kant e Jung) esserci l'armonia."
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