SARDINE LIBERE NELLA PIAZZA DEL BRANDALE
Forse, non ci sarà tanta gente come nelle altre città,
solamente circa 1300 persone, ma Savona è popolata da anziani e di sera, ormai,
fa freddo.
Savona ha perso, nel
tempo, tutte le attività produttive: non ha fabbriche, non ha aziende, non ha
nulla se non, per lo più, badanti e imprese di pulizie. I negozi, soffocati da
un Centro Commerciale a portata di mano, chiudono a uno a uno. Le varie
amministrazioni non sono state capaci di comprendere che la città avrebbe
potuto trovare una nuova natura turistica. Ancora credono, a Savona, che si
debba chiudere tutto in agosto perché le fabbriche sono chiuse. Così, i turisti
che affollano, invece, i paesi circostanti, se fanno un giretto fin qui,
trovano un capoluogo di fantasmi. Eppure, a Savona c'è il mare, la spiaggia e
persino tante bellezze artistiche!
Nella sera delle Sardine, dunque, qualcuno si è mosso:
tanti giovani e parecchi meno giovani.
Forse, anche qui, i partiti cercheranno di appropriarsi di
questo movimento di ribellione.
Ultimamente, l'Italia era diventato un paese di soli
odiatori. Se si guardavano i social (ma è meglio non farlo), si trovavano
terribili insulti a tutte le persone che non si rassegnavano al tradimento dei
diritti sanciti dalla Costituzione e dalla Dichiarazione Universale dei Diritti
Umani. Se, poi, le persone da denigrare erano donne, una delle cose più comuni
era augurare loro di essere stuprate. Si usavano parole che dovrebbero essere
tabù e vergogna! La gente era inferocita contro chiunque non fosse di razza
pura, e augurava persino ai bambini di morire.
Mi sono chiesta a lungo come un popolo, oggi, sia potuto
arrivare a questo punto, come abbia accettato slogan in qualità di promesse e
giustificazioni di qualsiasi atto malvagio.
Una follia che non riconosce la storia come maestra e che
non ricorda che dai nazionalismi, dai razzismi, dall'odio, sono esplose le
guerre mondiali.
Infine, sono uscite di casa le Sardine. Il mio cuore, che
si vergognava pure di esistere, ha ripreso a battere. Ebbene, ho pensato, se
c'è una metà del popolo che non accetta quella che io credo la civiltà, cioè i
diritti uguali e inalienabili di tutte le persone umane, senza distinzione di
colore, sesso, religione, lingua, almeno ce n'è un'altra metà nella quale posso
ancora sperare.
Una metà che vive con degli alti valori morali e civili,
che ci crede ancora, che non pensa di guadagnare dalla morte e dalla sofferenza
degli altri. Una metà che persegue riforme e progresso, non restaurazione e
isolamento.
Non è questione di partiti. Ogni persona responsabile ha i suoi
valori inalienabili e non si vende per uno slogan o una ridicola e finta
religione. Poi, quando va a votare, sceglie chi si avvicina di più a quello in
cui crede. Perché, prima di tutto, noi siamo i nostri valori e non facciamo
svendite.
Ho
sentito, infine, che qualcuno non approva che, nelle riunioni delle Sardine, venga
cantata anche la canzone “Bella ciao”. Molti la identificano come patrimonio esclusivo della sinistra, ma
non è così. “Bella ciao” è diventata
famosa dopo la guerra, specialmente nei "Festival mondiali della gioventù
democratica" e, in seguito, nel ‘68. Parla genericamente di Partigiani che
hanno combattuto per la Libertà. Come sappiamo, i Partigiani erano tutti quelli
che, indipendentemente dalla loro appartenenza politica, hanno costruito la
Libertà dal nazifascismo. Anche oggi, dunque, c’è bisogno di risvegliare un
popolo dormiente dalla schiavitù delle false promesse e delle formule vuote di
significato. Non c’è niente di male, dunque, a intonare qualche verso romantico,
sperando che possa essere utile.
Ebbene, sono fiera di ammetterlo, anch'io sono una Sardina! Che sollievo non essere da sola!
RispondiEliminaAdesso basta con i punti esclamativi, ascoltiamo finalmente, dopo tanto tanto tempo, le parole di altri esseri veramente umani, di noi esseri veramente umani.
Mi chiedevo dove fossero finiti, dove noi fossimo finiti.
Angela (Sardina in sordina) Fabbri