Di ciò che sta accadendo in Kashmir sappiamo troppo poco, ed è esattamente ciò che voleva il governo indiano
Dal 5 agosto ogni giorno gli abitanti del Kashmir protestano contro la revoca dello status speciale, ma per colpa dell'isolamento imposto a più di 12,5 milioni di persone non sappiamo quasi nulla di quello che succede
https://www.elle.com/it/magazine/a28756090/kashmir-cosa-succede-news/
Gowhar Nazir, 28 anni, docente all'Università del Kashmir, ha affermato che prova un senso di tradimento: "Siamo stati traditi dal governo indiano, è una macchia sull'India democratica e il giorno più nero per India e Kashmir". Pochi giorni prima della decisione dell'India di revocare lo status speciale, il governo aveva, inoltre, ordinato a tutti i turisti e i pellegrini del Kashmir di lasciare lo Stato, parlando di un'imminente minaccia alla sicurezza. I leader politici del Kashmir sono stati portati dalle loro case in un centro di detenzione temporanea, dove rimangono in isolamento. Il blackout della comunicazione ha aggravato la frustrazione e la rabbia e il senso di impotenza e ingiustizia. Ahmad, uomo d'affari, racconta che è tutto fermo; non c'è contatto con familiari o amici e non c'è modo di chiedere aiuto, e che la crisi ha colpito l'economia già fragile del Kashmir. Il turismo, la linfa vitale della regione, è a un punto morto."Hanno costretto i turisti ad andarsene, quindi come possono funzionare i nostri affari?". Ma oltre all'economia, c'è altro, e pure più grave, come racconta Wired Italia, riportando la testimonianza di Gurshabad Grover, funzionario del Center for Internet and Society di Bangalore: "Le reti per le telecomunicazioni sono infrastrutture critiche e stavolta [il loro blocco] ha avuto un impatto decisivo sul funzionamento del Kashmir: alcuni report indicano che le linee di comunicazione non sono accessibili neanche per ospedali e cliniche: il risultato è che il personale si sta arrangiando non si sa bene come e con quali risorse per soddisfare le esigenze sanitarie”. Insomma, tutto molto violento, tutto molto grave, e perfettamente riassunto da un'altra preziosa testimonianza raccolta dalla rivista statunitense: "Il blocco delle comunicazioni ci ha spinti all'età della pietra", ha detto Areeb Ashraf, 26 anni, ingegnere civile - "Uno dei miei zii è stato ricoverato in ospedale, ma la sua famiglia non sa in quale struttura si trova. Qualunque cosa stia accadendo in Kashmir in questo momento è straziante. Questo non dovrebbe succedere da nessuna parte, questo non è il modo di creare, dovesse essere quella la volontà, integrazione. Se vuoi essere mio amico, devi offrire amicizia. E l'amicizia non si crea con attacchi militari e blocchi di comunicazione".
HONG KONG e il KASHMIR. Entrambe regioni a STATUTO SPECIALE garantito dai vicini GOVERNI e da quelli, diciamo così, sovranazionali. Questi ultimi dove sono andati a finire? Dove si sono nascosti?
RispondiEliminaMentre i GARANTI vicini fanno un macello di due Paesi sotto la loro protezione.
HONG KONG per rubargli il commercio? E brava la CHINA!
Il KASHMIR per sotterrargli la religione? E brava l'INDIA!
E noi qui, poveri stupidi italiani fuori dal mondo, cosa potremmo fare? Che, nonostante tutti i nostri INTERNET funzionino, non capiamo nemmeno con quale 'nuovo' governo avremo a che fare e perchè?
Angela Fabbri