COVID E UNTORI IN KOREA di Renata Rusca Zargar
La foto si riferisce all'alleanza tra tutte le religioni prima del Covid.
COVID E UNTORI IN KOREANessun paese è
ancora uscito da questo dramma, se si
escludono gli stati che non badano all’enorme numero di morti, perché
tanto tutti dobbiamo morire, oppure quelli che affermano che tutti dobbiamo
perdere, prima o poi, i nostri cari. Un insulto alla sacralità della vita. Poi,
ci sono i negazionisti i quali,
terrorizzati dall’effettiva realtà, preferiscono negarla. Come quell’asino che incontra
il leone nella savana e, spaventato, chiude gli occhi, credendo che anche
l’altro non lo vedrà.
In Korea del
Sud, paese geograficamente vicinissimo alla Cina, come possiamo facilmente
comprendere, il contagio è arrivato da alcune persone che si erano recate a
Wuhan per motivi di lavoro. Per tutto il mese dello scorso gennaio, sono stati
accertati pazienti che avevano avuto rapporti con la Cina.
A febbraio,
pare che i contagi siano aumentati parecchio in seguito a una funzione
religiosa della chiesa di Gesù Shincheonji, oltre a un funerale con un nutrito
seguito e ad altri casi in ospedale.
Come è successo
dappertutto, subito, non ci si è resi conto della gravità di questo virus. Qui,
in Italia, tutti ricordiamo le frasi “Milano non si ferma”, “Bergamo non si
ferma” e ben sappiamo che poi si sono fermate, eccome, specialmente con i
camion che portavano via le bare perché non sapevano più dove metterle.
Io stessa,
inconsapevole, mi sono recata a Milano intorno alla metà di febbraio, ho preso
la metropolitana, il treno, ho partecipato ad assembramenti. Magari sono
stata attenta, come mi dicevano alla
televisione, a non avvicinarmi ai cinesi, senza sapere che erano gli italiani
quelli che avrei dovuto tenere alla larga!
Tutti abbiamo
sbagliato all’inizio, perché un virus così infame e subdolo non ci era mai
capitato. Peggio della peste. Poi, abbiamo preso qui e ancora di più in Korea,
delle misure drastiche per fermare la pandemia.
In Korea, però,
si è verificato uno strano movimento d’opinione: la ricerca del capro
espiatorio che hanno, infine, individuato nella Chiesa di Gesù Shincheonji
per quella funzione dove, evidentemente, era andato qualcuno malato.
Allora,
possiamo chiederci: se non esistesse la Chiesa di Gesù Shincheonji, il virus
non esisterebbe? Magari! Noi, in Italia, non l’avremmo mai visto. Purtroppo,
non è così. Il virus è arrivato dal mercato di Wuhan e, forse, sarà meglio
insegnare ai cinesi a non commerciare animali in promiscuità perché già diverse
volte hanno sviluppato e trasmesso all’uomo malattie orribili.
I Koreani, si
sa, sono molto diversi culturalmente da noi. Quando sono stata in Korea, io li
ho definiti familiarmente un po’ intruppati, perché sono liberi ma si
comportano come se non lo fossero. Sono tecnologicamente avanzatissimi ma non
sono anticonformisti e amanti della diversità.
Così, per
alcuni di loro, non è difficile credere,
se lo dice qualcuno dall’alto, alle fantasie che qualcuno nel loro paese abbia
colpa del virus.
Anche
l’Associazione per la Pace HWPL (Heavenly Culture, World Peace,
Restoration of Light), un’Associazione
no- profit affiliata all’ONU della Korea del Sud, attraversa un momento doloroso perché, pur essendo
un’Associazione non religiosa (tutti i membri che io ho conosciuto, tra
l’altro, erano atei), il suo Fondatore, Lee Man-hee, un uomo di novant’anni, è
membro della Chiesa di Gesù.
Certo, sono
tempi in cui la pace non è molto di moda.
Eppure, negli
anni, sotto la guida di Lee, HWPL ha proposto una Dichiarazione di Pace
e Cessazione della Guerra che mira a sradicare le
cause strutturali dei conflitti violenti. Ha sostenuto, inoltre, il ruolo attivo
di 3,6 miliardi di donne nel mondo perché si adoperino nelle loro comunità per
la pace, appoggiata da personalità come Woo Sow Pheng, presidente della Lega
femminile, e Mervat Tallawy, presidente dell'Organizzazione delle donne arabe.
HWPL ha attivato, attraverso il
lavoro dei molti volontari, centinaia e centinaia di scuole in tutto il mondo
perché i giovani capiscano che solo dalla pace viene il progresso e la
prosperità.
Infine, ogni anno ha organizzato, mobilitando migliaia di giovani volontari, in settembre, l’assemblea mondiale sulla pace delle religioni (WARP) perché spesso sono proprio le religioni mal interpretate dall’uomo a generare conflitti. Ogni mese, inoltre, vengono organizzate video conferenze di leader religiosi di tutte le parti del mondo perché ogni religione smetta di credere di avere il monopolio della verità e impari a conoscere la verità dell’altro e a rispettarla.
Insomma, HWPL ha fatto un enorme lavoro nel tempo per migliorare questo nostro consorzio umano tanto indifferente e crudele.
Eppure, come molti Grandi della Storia essi non sono stati
sempre capiti nel loro paese.
Dunque, che
cosa hanno fatto per contestare le accuse di essere gli untori di manzoniana
memoria?
I membri della
Chiesa e i volontari di HWPL, invece di rispondere con l’odio alla persecuzione
scatenata follemente contro di loro, hanno deciso di donare il plasma per
combattere il Covid.
Ci saranno 4000
donazioni di plasma, ognuna di 500 ml di sangue, per un valore, secondo gli
USA, di 83 miliardi di dollari, presso la Green Cross Pharma, una società biofarmaceutica della Korea
del Sud. Una gran parte di queste donazioni è già stata effettuata.
Non è facile
trovare chi risponda con il dono di sé a chi lo tormenta.
Evidentemente, si tratta di persone che credono davvero nei valori della pace e del perdono.
https://www.controluce.it/notizie/covid-e-untori-in-korea/
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