ARTURO IL MURATORE di Angela Fabbri
Un aneddoto di ARTURO il MURATORE
Dopo le vicissitudini di maggio che mi hanno regalato una
bella contusione al polso destro, finalmente senza gesso e senza tutore, oggi
ho fatto le fragole con zucchero di canna e limone
e cucinato pomodori e melanzane con quel pesto che Lana mi
ha appunto aiutato a pestare ieri.
Mi è rimasto il melone: potevo pulirlo ma non tagliarlo e a
questo ha dovuto pensare Arturo
dopo avermi portato a far la spesa.
Ha trovato un altro lavoro ma con gente che se ne frega
proprio dell'incolumità dei lavoratori. Quando gli ho chiesto se era contento
di lavorare di nuovo mi ha detto spontaneamente "No" e mi ha raccontato la sua giornata di oggi, davvero senza
rete a 15 metri di altezza disteso su un tetto di lamiera bollente con il braccio destro che reggeva
un trapano di vari chili con cui doveva aprire dei buchi nel sottotetto.
Gli ho detto che sembrava uno di quei miei sogni al limite
dell'umano quando mi trovo sospesa sul
vuoto o arrampicata su scale impossibili e rotte e devo
salvarmi.
Era già il dopo cena ma parlavamo ancora, nonostante la
partita Italia-Brasile stesse per cominciare. E si è messo a scherzare sulla
sua situazione, scherza volentieri con me e io con lui, riusciamo a
prendere in giro i nostri guai e mi ha raccontato un
aneddoto sulla sua situazione (e posizione) della mattina.
Dunque Arturo era là, lungo disteso su un tetto di lamiera
rovente e aveva il braccio destro penzoloni per fare i famosi buchi nell'angolo
del sottotetto e aveva sporto la faccia per eseguirli.
Quando ti vede una macchina che parcheggia proprio sotto.
Mi racconta tutte le manovre che fa per posizionarsi e lui
guarda, mi immagino con quel suo
sguardo divertito disincantato e anche di accettazione del
destino che gli tocca mentre è là con
quel braccio a penzoloni che regge un trapano chilopesante.
Dalla macchina esce una signora e lui, dall'alto,
sbucando col viso dal tetto di lamiera, le dice
gentilmente " Signora, forse è meglio che sposti la
macchina ".
La signora alza gli occhi e si giustifica ' Ma è solo
per 5 minuti! '.
E lui, serafico come lo Stregatto, risponde "Signora,
faccia come vuole, ma vede..." e le mostra
il grosso trapano che brandisce sospeso nel vuoto.
A questo punto la signora raccoglie la sua auto attorno a
sè e sparisce a gran velocità.
Tutto questo, Arturo me lo dice per giustificare che, a 38
anni, ha la spalla destra che gli fa un po' male.
L’immagine di lui che sporge dal tetto con la testa, la
spalla e il braccio che pencola fuori brandendo quel trapano chilopesante e
trova la forza di parlare, con quella sua dolce voce straniera,
alla signora in-parking, per il bene di lei, mi ha seguito
tutta la notte e il primo mattino. E Arturo mi
appariva in tutta la serena grandezza e l’emozione
carismatica di un Super-Eroe.
Angela Fabbri (Ferrara, giugno 2013)
(Dov'è la sicurezza sul lavoro?)
La parte finale del tuo aneddoto, puntualizza come lui, muratore
in evidente condizione di non-protezione, si è comunque preoccupato di non
danneggiare la signora e la sua auto. Come dire che gli stranieri, tanto
vituperati in Italia, non sono diversi da noi italiani, anzi, molti di loro
sono decisamente migliori!
E a tale scopo, ecco cosa aggiungo:
«Generalmente sono di piccola statura e di pelle scura. Molti puzzano
perché tengono lo stesso vestito per settimane. Si costruiscono baracche nelle
periferie. Quando riescono ad avvicinarsi al centro affittano a caro prezzo
appartamenti fatiscenti. Si presentano in 2 e cercano una stanza con uso
cucina. Dopo pochi giorni diventano 4, 6, 10. Parlano lingue incomprensibili,
forse dialetti. Molti bambini vengono utilizzati per chiedere l'elemosina;
spesso davanti alle chiese donne e uomini anziani invocano pietà, con toni
lamentosi e petulanti. Fanno molti figli che faticano a mantenere e sono assai
uniti tra di loro. Dicono che siano dediti al furto e, se ostacolati, violenti.
Le nostre donne li evitano sia perché poco attraenti e selvatici, sia perché è
voce diffusa di stupri consumati quando le donne tornano dal lavoro. I
governanti hanno aperto troppo gli ingressi alle frontiere ma, soprattutto, non
hanno saputo selezionare tra coloro che entrano nel paese per lavorare e quelli
che pensano di vivere di espedienti o, addirittura, di attività criminali».
Fonte: Relazione dell'Ispettorato per l'immigrazione del Congresso
degli Stati Uniti sugli immigrati italiani, ottobre 1919
Danila Oppio
N.d.A.
Ho riportato qui la versione completa che uscì sul blog
Versi in Volo perché, senza la chiusa storica apposta dalla Web Master Danila
Oppio, questo mio raccontino avrebbe avuto poco da dire.
(23/06/2013) VERSI IN VOLO (Legnano), blog di
scrittura, disegno, pittura, fotografia
Grazie per aver citato il mio scritto. In ogni caso, il tuo racconto del muratore gentile è molto interessante.
RispondiEliminaDanila
Dani, il pezzo è direttamente tratto dal menabò originale di ARTICOLI X tutte le MISURE che partecipò al Concorso AUTORI x l'EUROPA, vinse il Premio Speciale della Giuria e che ho, di conseguenza, voluto pubblicare.
RispondiEliminaVisto che parla di cose di oggi, non solo di 5 anni fa, ho chiesto di riproporlo.
Angela