Gaza significa "gas". Dove è il più grande giacimento di idrocarburi del Mediterraneo?... di Paolo D'Arpini
"Repetita Iuvant". Già nel 2009 avevo annunciato la strategia israeliana, adesso confermata dalla carneficina in Palestina e dai continui attacchi contro i suoi vicini, con il recondito scopo di togliere di mezzo ogni concorrente ed appropriarsi del gas e del petrolio scoperti nelle acque del Mediterraneo orientale, dall'Egitto sino ad alcune propaggini di Grecia e Turchia, passando per Libano e Siria. Ma il punto centrale si trova al largo delle coste di Gaza e di Israele. Così scopriamo anche la necessità di stabilire una "Grande Israele".
Facciamo un passo indietro…
"Cui prodest?". Mediterraneo del sud est. Nel cui sottosuolo si celano ricchezze ancora sconosciute (a noi, ma conosciute a chi sa e vuole appropriarsene per intero). È ormai chiaro che un giacimento di petrolio e di gas si trova nelle acque del Levante Mediterraneo, ed è costituito da più sacche che coprono l’est Mediterraneo dal delta del Nilo alla Grecia. Questa scoperta, se ben utilizzata, promette a Israele l’indipendenza energetica per i prossimi cento anni e sta facendo da detonatore a una serie di conflitti che prima affioravano periodicamente e che adesso aumentano di intensità fino a rendersi permanenti. Ad una situazione politica complicatissima da tre quarti di secolo, dalla nascita di Israele per intenderci, la sorte è andata a versarci sopra una quantità immane di petrolio e gas.
Esiste una Convenzione delle Nazioni Unite del 1982 sul diritto del mare che stabilisce i criteri di attribuzione delle risorse sottomarine, ma sia Israele che gli Stati Uniti rifiutarono a suo tempo di firmarlo. Il giacimento si trova nel mare condiviso da Grecia, Turchia, Cipro, Israele, Siria e Libano (a non voler conteggiare la Palestina che con la striscia di Gaza potrebbe avanzare dei diritti).
Cambia completamente la situazione geopolitica del Golfo Persico e del Mediterraneo. I gasdotti e gli oleodotti Nabucco e Southstream si rivelano investimenti rischiosi dal punto di vista del profitto. La Russia dovrà in futuro puntare più sul mercato asiatico (India e Cina) per i suoi idrocarburi che sull’Europa mediterranea (come si è visto chiaramente dai fatti susseguenti la crisi Ucraina).
Israele che è lo scopritore dei due primi giacimenti TAMAR (2009) e LEVIATHAN (2010) avanza pretese egemoniche sul tutto, ma anche gli altri stati adiacenti sostengono che il mare sul giacimento è anche loro.
Conviene comunque affidarsi a una cronistoria.
Tutto comincia nel 2009 con la scoperta di un giacimento, chiamato poi TAMAR (dattero in arabo e in yiddish) da parte della Noble Energy, partner texano di Israele nella ricerca sottomarina. Il ritrovamento è situato a circa 80 Km a ovest di Haifa. Coi suoi 238 miliardi di metri cubi di gas naturale di eccellente qualità, TAMAR cambiò la prospettiva energetica di Israele che fino a quel momento aveva una striminzita previsione di riserve a tre anni più un rifornimento infido dal gasdotto (40% del fabbisogno) egiziano che l’autorità egiziana del Petrolio ha appena disdettato accusando i contraenti di corruzione e di ribasso anomalo dei prezzi. La scoperta – sempre della Noble Energy – l’anno successivo del nuovo giacimento LEVIATHAN che ha ridotto TAMAR a una pozzanghera, ha complicato enormemente il problema, prima solo israelo-libanese, coinvolgendo tutti i paesi affacciati sul Mediterraneo orientale: Egitto, Israele, Palestina, Siria, Grecia, Turchia e persino alcuni lembi di Puglia e Sicilia.
A questo punto entra in ballo l’USGS (United States Geological Survey) che presenta le sue stime su LEVIATHAN. Le risorse petrolifere e di gas del Bacino del Levante sono stimate a 1,68 miliardi di barili e 3450 miliardi di metri cubi di gas. Inoltre, sulla base di studi e perforazioni, l’USGS ha stimato ”le riserve non ancora scoperte del Bacino del Nilo in termini di petrolio e di gas, a 1,76 miliardi di barili e a 6850 miliardi di metri cubi di gas naturale”. Il totale delle riserve del mediterraneo orientale assommerebbe a 9700 miliardi di metri cubi di gas e a 3,4 miliardi di barili (calcoli per difetto).
Ora, in chiave geopolitica, si potrebbe cercare di “supporre” come mai certe cose stanno avvenendo nelle nazioni prospicienti il Mediterraneo orientale… Altro detto famoso di un latinista dei tempi recenti è “...a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”. Allora vediamo che l’Egitto è sotto giunta militare, la Palestina è praticamente cancellata, il Libano diviso e minacciato, la Siria aggredita da bande terroristiche (ben pagate da chi sappiamo), Cipro messa a tacere per i debiti, la Grecia svenduta e in ginocchio, l’Italia commissariata e sotto ricatto… Dei paesi che si affacciano sul giacimento di gas resterebbe in piedi la Turchia, fedele alleata USA-israeliana nonché zona di confine con la Russia (quindi da tener buona) e ovviamente su tutti impera, il "Caput Mundi", l’accaparratore supremo: Israele!
Esiste una Convenzione delle Nazioni Unite del 1982 sul diritto del mare che stabilisce i criteri di attribuzione delle risorse sottomarine, ma sia Israele che gli Stati Uniti rifiutarono a suo tempo di firmarlo. Il giacimento si trova nel mare condiviso da Grecia, Turchia, Cipro, Israele, Siria e Libano (a non voler conteggiare la Palestina che con la striscia di Gaza potrebbe avanzare dei diritti).
Cambia completamente la situazione geopolitica del Golfo Persico e del Mediterraneo. I gasdotti e gli oleodotti Nabucco e Southstream si rivelano investimenti rischiosi dal punto di vista del profitto. La Russia dovrà in futuro puntare più sul mercato asiatico (India e Cina) per i suoi idrocarburi che sull’Europa mediterranea (come si è visto chiaramente dai fatti susseguenti la crisi Ucraina).
Israele che è lo scopritore dei due primi giacimenti TAMAR (2009) e LEVIATHAN (2010) avanza pretese egemoniche sul tutto, ma anche gli altri stati adiacenti sostengono che il mare sul giacimento è anche loro.
Conviene comunque affidarsi a una cronistoria.
Tutto comincia nel 2009 con la scoperta di un giacimento, chiamato poi TAMAR (dattero in arabo e in yiddish) da parte della Noble Energy, partner texano di Israele nella ricerca sottomarina. Il ritrovamento è situato a circa 80 Km a ovest di Haifa. Coi suoi 238 miliardi di metri cubi di gas naturale di eccellente qualità, TAMAR cambiò la prospettiva energetica di Israele che fino a quel momento aveva una striminzita previsione di riserve a tre anni più un rifornimento infido dal gasdotto (40% del fabbisogno) egiziano che l’autorità egiziana del Petrolio ha appena disdettato accusando i contraenti di corruzione e di ribasso anomalo dei prezzi. La scoperta – sempre della Noble Energy – l’anno successivo del nuovo giacimento LEVIATHAN che ha ridotto TAMAR a una pozzanghera, ha complicato enormemente il problema, prima solo israelo-libanese, coinvolgendo tutti i paesi affacciati sul Mediterraneo orientale: Egitto, Israele, Palestina, Siria, Grecia, Turchia e persino alcuni lembi di Puglia e Sicilia.
A questo punto entra in ballo l’USGS (United States Geological Survey) che presenta le sue stime su LEVIATHAN. Le risorse petrolifere e di gas del Bacino del Levante sono stimate a 1,68 miliardi di barili e 3450 miliardi di metri cubi di gas. Inoltre, sulla base di studi e perforazioni, l’USGS ha stimato ”le riserve non ancora scoperte del Bacino del Nilo in termini di petrolio e di gas, a 1,76 miliardi di barili e a 6850 miliardi di metri cubi di gas naturale”. Il totale delle riserve del mediterraneo orientale assommerebbe a 9700 miliardi di metri cubi di gas e a 3,4 miliardi di barili (calcoli per difetto).
Ora, in chiave geopolitica, si potrebbe cercare di “supporre” come mai certe cose stanno avvenendo nelle nazioni prospicienti il Mediterraneo orientale… Altro detto famoso di un latinista dei tempi recenti è “...a pensar male si fa peccato ma spesso ci si azzecca”. Allora vediamo che l’Egitto è sotto giunta militare, la Palestina è praticamente cancellata, il Libano diviso e minacciato, la Siria aggredita da bande terroristiche (ben pagate da chi sappiamo), Cipro messa a tacere per i debiti, la Grecia svenduta e in ginocchio, l’Italia commissariata e sotto ricatto… Dei paesi che si affacciano sul giacimento di gas resterebbe in piedi la Turchia, fedele alleata USA-israeliana nonché zona di confine con la Russia (quindi da tener buona) e ovviamente su tutti impera, il "Caput Mundi", l’accaparratore supremo: Israele!
Paolo D’Arpini
Della Lista "Morituri te salutant"
Articoli di riferimento:
La scoperta del secolo - Enormi giacimenti di gas e petrolio nel Mediterraneo orientale: http://www.
TAMAR e LEVIATHAN… – Trump ha affermato che la Striscia di Gaza deve essere re-insediata e che tutti i palestinesi devono essere dispersi in Egitto, Giordania e altri paesi. Perché a Gaza, vedete, ci sono solo rovine (chissà perché?). ️Gli Stati Uniti sono pronti a “prendersi cura della Striscia di Gaza” e iniziare a bonificare questa enclave…” – Continua: https://altracalcata-
Dopo la scoperta di Tamar e Leviathan... - Povera Italia, da regina del Mediterraneo a hub del gas israeliano: https://
Commenti
Posta un commento