La ricchezza dell'Africa e la povertà dell'Europa (considerazioni a margine di un post di Padre Armanino)

Tanti anni fa (si può immaginare quanti, visto che sono in pensione), ho studiato dalle suore e, anche allora, mi spiegavano le tristi condizioni dell'Africa, la fame, le malattie, la sofferenza. Nell'ora di Geografia mi dicevano, però, che l'Africa è il Continente più ricco. Allora, come oggi, non capivo molte cose e facevo gli stessi pensieri dei bambini di cui parla sotto Padre Armanino (nella foto). Quando, il primo uomo è andato sulla Luna, avevo persino immaginato (beata ignoranza!) che, invece, di bruciare tanto denaro per conquistare lo spazio, magari sarebbe stato meglio eliminare la fame in Africa.
Da allora, non è cambiato nulla, o, forse, sì, probabilmente in peggio.
In questi giorni, ad esempio, sento tante autorevoli discussioni sulla guerra in Libia. Tutti sono preoccupati perché potrebbero essere liberati i migranti detenuti nei campi di concentramento e potrebbero arrivare qui. Inoltre, tutti temono per il pericolo che corrono gli interessi di ENI in Libia. Non ho mai sentito neppure un solo commentatore (tutte persone competenti) accennare a quanto soffra la popolazione libica in un paese destabilizzato da anni, quanti libici muoiano a causa delle armi o del degrado della vita in quel paese.
Il nostro terrore sono i migranti. Nessuno si chiede come mai ci sia gente che voglia migrare -forse, per avere un barlume di idea si potrebbero leggere i post di Armanino che si trovano dappertutto in internet -, come mai ci sia gente che non si voglia rassegnare a morire di fame e che non accetti che i propri figli piccoli debbano essere sfruttati da noi nelle piantagioni di cioccolato o nelle miniere di coltan e di diamanti. Nessuno vuole vedere i migranti perché ci inchiodano al marciume della nostra coscienza. L'altro nostro terrore è non riuscire a sfruttare il petrolio degli altri paesi, noi che neppure accettiamo trivelle nel mare (nostro).
Io non ho le idee chiare.
Forse, da bambini conserviamo un briciolo di umanità. E da grandi?
renata

IL MONDO MEDIO DA INVENTARE
di Padre Mauro Armanino
La letterina era assieme a quelle dei suoi compagni di classe. Fanno le elementari alla periferia di Chiavari, in Liguria e si preparano alla prima comunione. E' Cinzia, la loro giovane catechista, che ha parlato loro del Niger, del Sahel e dell'Africa perché sia aprano all’altro mondo. C'è lo scritto di Andrea col disegno di un grande cuore colorato di rosso che si chiede come aiutare i bambini poveri dell'Africa. Segue la letterina di Lorenzo che si domanda come sono mai le case dei poveri e disegna in alto i grattacieli dell'america e sotto, separate da una frontiera, tre piccole case allineate dell'africa, America e Africa sono da lui scritte in lettere minuscole. Termina la sua lettera domandandosi dove mai troveranno il cibo da mangiare. Quanto a Noemi, dello stesso gruppo di bimbi, chiede come stanno i bambini bisognosi. Ricorda che, nel corso della lezione, avevano ascoltato le beatitudini e che una di queste affermava che i poveri sono 'beati'. Termina il messaggio chiedendo notizie del confratello rapito con l'augurio che venga presto ritrovato. C'è, infine, la letterina di Marica. Domanda in che cosa consiste la missione qui e se è vero che in Africa aiutiamo i poveri. Dopo il suo ciao si trovano tre mondi disegnati sotto forma di volti, ognuno dei quali porta sopra una scritta. Il mondo povero, con la bocca triste, che chiede aiuto. C'è accanto il mondo ricco, visivamente disturbato, che commenta: guarda quel poveraccio. E infine, sotto i due mondi citati, c'è il terzo, che Marica chiama il mondo Medio che, solo tra i tre, alberga un sorriso.
Il mondo Medio, così definito da Marica nella sua lettera, è il mondo da inventare quest'anno appena cominciato. Un compito apparente fallito in partenza viste le condizioni e il contesto nel quale si è venuto a trovare il nostro Sahel. Un mondo Medio che potrebbe apparentarsi a quello di Utopia, di Thomas Moore, nato per contestare il disordine esistente al momento. Non si tratta del progetto della cosiddetta Terza Via che, strada facendo, ha perduto ogni credibile ragione d'esser  Un mondo Medio da inventare. Lettere di bambini al Sahele, quanto di un mondo da creare, inventare, esperimentare e tentare. Nè poveri nè ricchi, lascia intravvedere il disegno di Marica che, anche nel nome attribuito al suo mondo, lascia spazio sufficiente alla fantasia che solo i bambini lasciano libera di migrare. Certo, gli scritti citati, alcuni tra i tanti ricevuti, non danno indicazioni di metodo e di strategia per disegnare questo nuovo mondo chiamato, per felice intuizione, Medio. C'è però una precondizione va posta all'inizio del cantiere di lavoro. Si tratta dello sguardo che potremmo definire 'rovesciato' sulla realtà dei mondi che ne determinano la nostra lettura. Denaturalizzare la povertà o la miseria implica, proprio come ha ingenuamente fatto Marica, mettere in relazione il mondo povero e il mondo ricco. Uno non sta senza l'altro e uno esiste perché c'è l'altro. I due mondi disegnati, ognuno col volto adattato al contesto, sono realtà che si specchiano una nell'altra. Ai poveri, per diritto, appartiene il mondo. 
Marica, coi suoi 9 anni di età, ha disegnato l’essenziale perché i bimbi vanno per intuizioni. Essi sanno bene che il mondo MEDIO è quello del possibile, l'unico reale, frutto della fantasia e dell'utopia che accompagna i sogni di un mondo altro. In un'altra lettera, mandata per mail dai genitori e scritta da Giorgia, lei afferma testualmente che darà più della metà del suo salvadanaio per coloro che, come lei, hanno diritto di mangiare e andare a scuola. Cose da bambini o cose da grandi eppure cose dell'altro mondo, cose da mondo Medio. Perché il mondo Medio in gestazione, prima denaturalizza la povertà, poi accusa la ricchezza e infine insinua la solidarietà. Né lei, Andrea, Lorenzo, Noemi o Marica sanno bene quanto accade nel Sahel. Non immaginano lo sfruttamento endemico delle risorse minerarie, il degrado ambientale, l'assenza dello stato in vaste zone della regione, l'insurgenza dei gruppi armati che seminano terrore, sofferenza e esacerbano le divisioni esistenti nelle società. Difficilmente potrebbero capire le connessioni politiche e le complicità che hanno facilitato il processo che si sviluppa ormai da anni in questo spazio cosi' provato dai cambiamenti climatici e demografici. Proprio per questo, Marica e gli altri, senza volerlo, hanno disegnato un mondo nuovo, un mondo Medio, un mondo speciale, da inventare ogni giorno.

                                                                    Mauro Armanino, Niamey, gennaio 2020

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