IL SENTIMENTO DELLA PRECARIETA' di Angela Fabbri
IL SENTIMENTO della PRECARIETA’
Questa notte
a Sottovoce ho sentito Tommaso Labate esprimere il sentimento della precarietà
in modo netto, chiaro, preciso (anche se non era di questo che stava parlando):
<< Mi
chiedo, se succede qualcosa che scombina me o il mio lavoro, avrò la capacità
di sopravvivere e bastare a me stesso per almeno dieci anni? E essere di aiuto
ai miei due fratelli più giovani? E di sostegno ai miei genitori quando avranno
bisogno di me? >>
Ho riportato
le parole a memoria, a trasmissione finita, dunque non pretendo siano testuali:
non le ho registrate come farebbe un giornalista. Ma mi hanno colpito e ho
risposto mentalmente sempre mentre seguivo la trasmissione:
“ Ai miei
tempi no. Mentre cominciavo a lavorare lontano (Torino), i miei genitori
andavano in pensione e li sapevo a casa a Ferrara. Ero tranquilla, mentre
andavo avanti a lavorare in giro per l’Italia.
Non mi facevo
pensieri sul fatto che invecchiavano e potevano ammalarsi e avere bisogno di
me: alla mia epoca i genitori erano non solo sempre in salute con qualche
acciacco d’età, ma soprattutto immortali.
E avevo fatto
tanta fatica a conquistarmi un lavoro, cominciandolo a 400 km da casa, che non
pensavo certo di perderlo. “
Noi di
quell’epoca, fine anni settanta del Novecento (che fu davvero avara di lavoro,
così avara da dover andare a cercarlo e a impararlo ben + lontano dei 51 km
riservati oggi ai cercatori d’impiego oggetto del ‘Reddito di Cittadinanza’ promulgato
dall’attuale governo), vivevamo nel presente e nel futuro vedevamo solo quello
che desideravamo raggiungere.
E tantomeno
ci sfiorava il pensiero di essere noi, un giorno, bisognosi di cure, di
assistenza domiciliare e se avremmo potuto sopperire da soli a queste
necessità.
Eravamo
ancora avvolti nella bambagia, che ci riempiva soprattutto le orecchie, infatti
non sentivamo alcun bombardamento mediatico. Proprio come bambini, eravamo.
Pieni di fiducia nella vita.
O forse, +
semplicemente, il bombardamento mediatico non era ancora incominciato.
Questo bombardamento
mediatico, che ci fa sentire malati e morti prima del tempo. Ma sicuramente
INFORMATI, della nostra PRECARIETA’, in ogni dettaglio.
Angela
Fabbri
(Ferrara, 3
ottobre 2018, notte del mio 67° compleanno)
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