IL PONTE DI CORDE di Angela Fabbri
Il PONTE di CORDE
Un ponte di corde e tavole di legno l’ho attraversato davvero. Quando ero
piccolina, 5 o 6 anni, assieme a papà e mamma e il fratello grande (cioè 3 più
di me).
Penso fosse in Romagna, nell’interno, mi sembra in mezzo a
un bosco di pini marittimi, la mia memoria non è molto chiara riguardo alla
scenografia. So solo che mi sembrava lunghissimo, che non finiva mai. Ricordo
bene invece la mia meraviglia e un po’ di batticuore, ma ero con la mia
famiglia, dunque fiducia, paura mai. E andavo avanti con quei miei piedini
sulle tavole di legno e alzavo adagio le manine e le riappoggiavo alle corde su
quel ponte che si muoveva anche se allora eravamo tutti molto magri, di poco
peso. Non era finita da tanto la guerra. La cioccolata era ancora ‘surrogata’ e
la Nutella non ancora inventata…
Nemmeno il Nulla era ancora stato inventato per noi persone
semplici del dopoguerra. E la paura non esisteva più, se n’era andata.
Così, trovando un ponte di tavole e corde, tirato chissà
come e chissà da chi fra due gruppi di alberi, si poteva andare tranquilli. Un
po’ come andare in balcone a stendere i panni sui fili agganciati fra due case
vicine.
Da bambini non si conosce il pericolo e ogni esperienza nuova è una bella avventura. Da grandi sono ricordi che fanno molta compagnia.
RispondiEliminaDanila