REDDITO DI CITTADINANZA, uno studio di Samina Zargar


“-Maestro, vorrei sapere come vivono i pesci nel mare.-

-Come gli uomini sulla terra: i grandi si mangiano quelli piccoli.-” (Shakespeare)
È davvero così? I più deboli vengono sfruttati e abbandonati al loro destino?
Hanno gli ordinamenti posto in essere degli strumenti a tutela dell’individuo?
Le sfide del futuro dell’uomo non sono solo la scoperta della vita su altri pianeti dell’universo o la realizzazione di cloni umani o robot, la più grande sfida resta la lotta alla povertà.
Vivere una vita libera e dignitosa per molti è ancora un’utopia.
Reddito di cittadinanza: è la via breve per la felicità umana?

 

Inizia così, sul sito di Amazon, la sinossi dell’ebook pubblicato da Samina Zargar (https://www.amazon.it/REDDITO-CITTADINANZA-Ecuador-modelli-confronto-ebook/dp/B08HY3WLFF/ref=sr_1_1?__mk_it_IT=%C3%85M%C3%85%C5%BD%C3%95%C3%91&dchild=1&keywords=reddito+di+cittadinanza+Samina+Zargar&qid=1600095313&s=books&sr=1-1) nell’ambito di un Progetto per la Settimana Internazionale del Reddito di Base.

Si tratta di un testo già pubblicato in cartaceo a suo tempo con Il Foglio letterario edizioni, dalla tesi di laurea in Giurisprudenza: “Reddito di cittadinanza, Italia ed Ecuador due paesi a confronto”.

Un tema del tutto attuale, anche se  il Reddito di base (Reddito di cittadinanza) è diventato ormai legge in Italia (uno dei due paesi europei che non lo aveva ancora, insieme alla Grecia).

La Settimana del Reddito di Base chiedeva, inoltre, che questo fosse approvato in tutti i paesi del mondo.  Un obiettivo, dunque, molto alto, necessario, però, per garantire a tutti gli esseri umani il diritto alla dignità e alla felicità.

Per comprendere meglio le enormi disuguaglianze e la straordinaria povertà di milioni e milioni di esseri umani, si può fare riferimento, ad esempio, all’Africa. Il continente africano è il più ricco del pianeta per minerali e per possibilità agricole. Ma i frutti di tanta ricchezza non vanno affatto agli Africani. Intanto, all’esportazione delle materie prime (a basso prezzo perché deciso, di solito, dalle nostre multinazionali occidentali) corrisponde l’importazione dei prodotti finiti (più cari), con l’inibizione della produzione manifatturiera locale. I “warlords”, ad esempio, hanno  il compito esclusivo di mediatori d’affari tra i territori e gli interessi esteri, cioè servono ad agevolare i corposi interessi multinazionali che si contendono le ricchezze dei territori. Lo sfruttamento intensivo, oltre a essere lesivo degli equilibri ecologici, ha  privilegiato l’export di materie prime e la produzione mono settoriale e ha generato, quindi, la dipendenza dei territori dalle esportazioni, cioè dalle variazioni dei prezzi sul mercato internazionale e dall’importazione dei beni di consumo e finiti. La Nigeria è, tanto per fare un esempio, dopo il Sudafrica, il paese africano con cui l’Italia intrattiene le più importanti relazioni commerciali. La ricchezza potenziale di quel paese è associata, però, alla povertà di fatto. Pur essendo il primo produttore di petrolio del continente, il reddito pro capite medio è di 2300 dollari l’anno e l’aspettativa media di vita non supera i 47 anni. Due bambini su 10 muoiono prima dei cinque anni, oltre la metà della popolazione vive sotto la soglia di povertà e il debito con l’estero è tra i più alti del mondo, con circa 500 milioni di dollari l’anno solo per il pagamento degli interessi. Nonostante ciò, nel periodo 1978-87, la Nigeria ha assorbito il 4,7% dell’export militare italiano, per una spesa di 120 milioni di dollari. Dunque, l’invasione europea, ha avuto lo scopo esclusivo di sfruttare le risorse altrui, generando povertà e calpestando la dignità  degli esseri umani.

Nella Settimana Internazionale del Reddito di Base, sono state, dunque, molte le iniziative che avrebbero potuto aiutarci a riflettere sulla necessità di un aiuto per chi non ha un reddito sufficiente a vivere (informazioni al link https://www.bin-italia.org/14-20-settembre-2020-settimana-internazionale-per-il-reddito-di-base-freedom-to-choose-libere-e-liberi-di-scegliere/#:~:text=Dal%2014%20al%2020%20Settembre,liberi%20e%20libere%20di%20scegliere.). C’era e c’è ancora anche l’opportunità di firmare per chiedere alla Commissione Europea di introdurre un reddito di base a livello europeo. La raccolta delle firme è iniziata il 25 settembre 2020 e si concluderà il 24 settembre 2021, poi, le firme saranno consegnate alle istituzioni europee che dovranno inserire nell’agenda la proposta proveniente dai cittadini europei.

Quindi, le manifestazioni sono state molto numerose e stimolanti.

Samina Zargar ha pubblicato, inoltre, un video su youtube propedeutico al suo Progetto (https://www.amazon.it/Samina-Zargar/e/B08HY7JB4T?ref_=dbs_p_ebk_r00_abau_000000).

Ascoltare una conferenza, in video o in persona, leggere un libro sul tema, possono essere già un modo per orientare la nostra mente a cambiare e a rispettare per il futuro i diritti di tutti gli esseri umani.

 

Renata Rusca Zargar

http://www.liguria2000news.com/la-settimana-internazionale-del-reddito-di-base-dal-14-al-20-settembre-con-un-progetto-di-samina-zargar.html

 

VEDI ANCHE:

https://www.senzafine.info/2020/09/samina-zargar-su-youtube.html

https://www.senzafine.info/2020/09/comunicato-di-samina-zargar.html

https://www.senzafine.info/2020/09/reddito-di-cittadinanza-di-samina-zargar.html

https://www.senzafine.info/2020/09/settimana-internazionale-per-il-reddito.html

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