LA COMUNITÀ ISLAMICA ITALIANA ASPETTA UN RICONOSCIMENTO DAL PAESE di Zahoor Ahmad Zargar
Oggi, 24 maggio, è la festa di fine del Ramadan, Eid-al-Fitr, una delle due feste più importanti dell'Islam. La Comunità Islamica ha dimostrato di saper sacrificare qualcosa che ritiene veramente importante per la Società in cui vive e per non dare nessuna possibilità al Coronavirus di replicarsi. Ogni vita è sacra e, prima di ogni altra cosa, bisogna salvaguardare la vita umana. Lo stesso Profeta Mohammad (pace e benedizioni su di Lui) aveva già parlato delle epidemie e aveva detto che bisogna rispettare il distanziamento e il contenimento delle persone: "Se su una terra dovesse aprire un'epidemia, non andateci; e se vi trovate in essa non uscite da questa terra fuggendo". Non aver fatto la Festa è un dolore per ogni musulmano, attutito, però, dalla gioia di aver rispettato con sacrificio il mese di digiuno e di riflessione e di festeggiare con amore nell'ambito della propria famiglia. Dio, onnipotente e onnisciente, vede la preghiera anche nelle case e comprende il sacrificio di chi ha voluto privilegiare il rispetto per la società in cui vive. Forse, i giovani musulmani avranno pensato che non si sarebbero ammalati ma avranno ricordato i loro genitori più anziani, i loro nonni, e, probabilmente, i loro vicini di casa o i loro compagni di lavoro che, magari, avrebbero potuto ammalarsi. Dio premia il sacrificio di chi rinuncia per un obiettivo e un amore grande.
Ammirevole.
RispondiEliminaMohammed è davvero un saggio per aver lasciato scritto "Se su una terra dovesse aprire un'epidemia, non andateci; e se vi trovate in essa non uscite da questa terra fuggendo".
RispondiEliminaE' la seconda parte del discorso che mi ha colpito: significa NON pensare solo a se stessi e ai propri cari che sono dentro quella terra, ma anche a tutti gli altri e a tutti coloro che agli altri sono cari fuori da quella terra. Grazie di averlo riportato qui.
Angela Fabbri