GENOVA: comunicato SE NON ORA QUANDO 17/5/2018
COMUNICATO 17/05/2018
Il Comitato Senonoraquando Genova informa la cittadinanza che il
comunicato contro l’affissione del manifesto antiabortista a firma di ProVita, pubblicato
sulla nostra pagina Fb, ha ricevuto 16800 visualizzazioni (le visualizzazioni
continuano a crescere e anche le condivisioni) in una sola giornata e ha
innescato una discussione sulla liceità del messaggio contenuto.
Il Sindaco Bucci e la consigliera Francesca Corso, Presidente
della Commissione Pari Opportunità del Comune,
hanno liquidato la discussione appellandosi alla libertà di espressione. In
sostanza ritengono che intervenire su tale questione sarebbe attuare una
censura dimenticando che l’autorizzazione alle affissioni pubbliche rilasciata
dal Comune può essere revocata se i contenuti dell’affissione sono riconosciuti
come lesivi dei diritti e delle libertà altrui.
Il piano generale degli impianti pubblicitari del Comune di
Genova, valido anche per le superfici cieche di palazzi privati, recita:
"Il
messaggio pubblicitario di qualsiasi natura, istituzionale, culturale, sociale
e commerciale, non deve ledere il comune buon gusto, deve garantire il rispetto
della dignità umana e dell’integrità della persona, non deve comportare
discriminazioni dirette o indirette , né contenere alcun incitamento all’odio
basato su sesso, razza o origine etnica, religione o convinzioni personali,
disabilità, età o orientamento sessuale, non deve contenere elementi che
valutati nel loro contesto, approvino, esaltino o inducano alla violenza contro
le donne, come da Risoluzione 2008/2038 (INI) del Parlamento Europeo".
Riteniamo dunque che appellarsi alla libertà di espressione sia
solo un modo superficiale di rispondere per non dover prendere una posizione
istituzionalmente imbarazzante sulla richiesta di rimozione del manifesto.
La legge 194 è una legge dello Stato intesa a tutelare la
maternità consapevole ed i diritti e la salute della donna. Un manifesto il cui
messaggio sotteso è la criminalizzazione di chi ad essa deve ricorrere è lesivo
della libertà e del diritto di autodeterminazione della donna e come tale è
inaccettabile.
Torniamo dunque a chiedere un intervento tempestivo da parte
delle nostre Istituzioni o per lo meno ad acconsentire di aprire un dibattito
serio su questi temi.
Senonoraquando Genova
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