RICORDO di GIUSEPPE ALESSANDRO
RICORDO di GIUSEPPE
ALESSANDRO
Come sanno quelli che seguono
la Biblioteca di Libromondo, io sono sempre alla ricerca di chi voglia leggere
i libri nuovi e farne la recensione (pensieri, opinioni, sentimenti, sensazioni
provate) perché il nostro Centro di
Documentazione, che non possiede un euro, si regge esclusivamente su
questo. Per avere in omaggio i libri dalle Case Editrici, bisogna recensirli, così
se ne possono chiedere altri. Se non arrivano più libri nuovi, una Biblioteca
muore perché diventa obsoleta.
Un giorno, la Dominica,
presidente Auser Savona, mi ha messo in
contatto con Giuseppe.
Lui era stato volontario
attivo dell’Auser dal 1995, nel Filo d’Argento e nell’accompagnamento con auto
di anziani a visite ecc. Cioè, aveva la mentalità del volontario, di chi non
pensa solo per se stesso o per i parenti stretti, ma per gli altri, quelli che
non conosce. Giuseppe sapeva che,
aiutando chi ha bisogno, si aiuta se stessi a stare meglio, a vivere più
felici l’ultimo tratto del nostro cammino.
Non potendo più fare
volontariato attivo per le sue condizioni di salute, Giuseppe aveva abbracciato
con entusiasmo, nel novembre 2014, il “lavoro” di recensore. In un primo
momento, gli lasciavo i libri alla sede Auser, poi, dato che potevano andare
persi, glieli portavo a casa insieme a mio marito, al quale lui faceva sempre
domande. Ne riunivo insieme almeno una
trentina, per non dover ritornare spesso e disturbare la famiglia con le mie
invasioni. In due mesi, più o meno,
aveva finito la scorta e cominciava a tempestarmi di messaggi: “Sono un
recensore disoccupato”, mi scriveva.
Certo, Giuseppe era una
persona molto intelligente, di grande cultura, aveva girato il mondo per lavoro
e per diletto, gli piaceva leggere e scriveva bene. Però, io davo a lui i libri
che nessuno voleva perché noiosi, o pesanti, i libri che non potevo far
recensire dagli alunni delle scuole perché difficili… Libri che servono, però,
in una Biblioteca che viene consultata anche dagli universitari, in quanto
ospitata proprio all’interno del Campus Universitario.
Qualche volta, mi scriveva in
privato qualche considerazione extra, magari sui tempi della guerra o altro, e
io le ho sempre pubblicate perché erano testimonianze storiche importantissime.
Qualche volta, gli chiedevo
di recensire libri che non avevo più, perché perduti da qualche alunno a scuola,
ma che dovevano avere un commento, altrimenti l’editore non mi avrebbe più dato
nulla. Lui consultava internet ma poi faceva uno scritto originale, con
considerazioni sue: non si poteva credere che non avesse mai visto
il libro!
Lo scoglio più duro sono
stati i libri di poesia che mi avevano mandato alcune editrici. Giuseppe diceva
che non si intendeva di poesia. Qualche volta, mi restituiva il libro senza
averlo recensito ma io glielo ridavo con un bigliettino: “Mi serve perché
questo editore poi mi darà qualcosa di utile ai ragazzi”.
Giuseppe capiva che, insieme,
facevamo questo lavoro per i giovani, per avere libri da portare nelle scuole,
libri formativi, utili, non i soliti best-seller che non insegnano un bel
niente. Così, era diventato bravissimo anche nella poesia, scriveva commenti
che sembravano essi stessi poetici.
Certo, non tutti potrebbero
essere così bravi! Ma, soprattutto, non
tutti hanno consapevolezza dell’esistenza di altri esseri umani.
Giuseppe aveva una mente
vivace, si interessava a tutto.
Spesso, mi scriveva per
segnalarmi un articolo importante (leggeva sempre La Repubblica), oppure dimostrava
la sua solidarietà a mio marito per quello che fa nel mondo islamico, si
preoccupava per la nostra salute ecc. ecc.
Giuseppe è stato il primo ad
avere il libro della Tesi di laurea in Giurisprudenza di mia figlia Samina e,
ovviamente, a recensirlo.
Io penso che Giuseppe, oltre al
la bella famiglia che ha creato, ai figli tanto affezionati che ha saputo
educare insieme alla moglie, non abbia sprecato neppure un momento della sua
vita.
Indipendentemente da ciò che
ci succederà nell’al di là, io credo che noi siamo quello che lasciamo in questo
mondo.
Giuseppe si è impegnato molto
per gli altri, rendendo la società un pochino migliore.
Per me, questo è l’unico
senso della vita.
Giuseppe era nato a Palermo
il 14-6-1932. Purtroppo, è andato via il 17-11-2017.
Giuseppe Alessandro mi manca perchè era un uomo battagliero nel senso più umano e più vero del termine:
RispondiEliminaamava il confronto e non l'affronto.
Ci siamo incontrati più volte su questo blog dove a lui piaceva insegnare e imparare. Valori che si incontrano quasi sempre separati. Mentre insegnare e imparare sono la stessa cosa.
Angela Fabbri