TERREMOTO del 20 maggio 2012: DOPO le MACERIE cosa c'è? di Angela Fabbri
lui cercando i suoi spazi naturali e qui non c’è nessuno che
gli mette i confini che gli fa accettare trattati che mette al governo gente
nuova che crea nuova cultura. Hai voglia che vengano i soliti USA a metter pace
spegnendo i fuochi mentre li accendono, qui non c’è nessun integralista,
terrorista o che altro da prendere e consegnare alla giustizia. Il nostro amico imprevedibile ha una vita
tutta sua, incomprensibile per noi, che gli viviamo proprio sopra, ma molto
chiara a lui. Ha le sue leggi e prende le sue decisioni spostando gli elementi
che gli stanno intorno finchè non si è risistemato: diciamo che si è dato una
scrollatina e si è risistemato meglio in poltrona. Conviene, certe volte,
mettersi nei panni degli animaletti piccoli che ci stanno intorno e non
capiscono il nostro modo di muoverci.
Ma torno al tema iniziale. Ad esempio, io fra un’ora vorrei
andare a dormire, ma ormai ogni tanto mi viene una paura che mi trattiene
perché magari la casa mi cade addosso, ma sono certa che dalle macerie la protezione
civile mi scova fuori e se non è la protezione civile sono i grandi cagnoni
della protezione civile, su questo non ho dubbi. E chi è salvo mi darà conforto
e solidarietà. Ma le certezze si fermano qui.
E … DOPO le MACERIE? Andiamo in mano alle istituzioni, che
sono leeeente leeeente quando non sono ferme.
Passo ad un esempio pratico e recentissimo:
Un amico, con casa fuori Vigarano Mainarda (Ferrara) che
l’ha avuta sinistrata, ha saputo che lo Stato dava un contributo se si trovava
una casa in affitto. Lui l’ha trovata e ha una famiglia numerosa. Poi è andato
per registrare la cosa e gli è stato risposto che è vero ma che finchè la cosa
non appariva sulla Gazzetta Ufficiale non se ne faceva nulla. Nel frattempo c’è
il balletto fraVigili
e altre istituzioni che possono decidere se la sua casa, già
considerata inagibile dall’ingegnere dei Vigili, magari adesso diventa agibile
per un ingegnere di altra parrocchia.
Così, oltre a quello che
si è costretti a sentire sotto i piedi e nei muri e non dico
di più, bisogna anche subire questo saltellante non-stop dei propri consimili.
Dal nostro imprevedibile amico sotterraneo non possiamo
divorziare per incompatibilità di carattere o per eccesso di brutalità: non ci
sono tribunali alla cui giurisdizione lui si riconosce soggetto.
Ma almeno ci piacerebbe non dover combattere anche con le
lotte intestinali delle ‘nostre’ istituzioni.
(Angela Fabbri, Ferrara, CNN notte fra 10 e 11 giugno 2012)
Un articolo che ancora oggi, è di grande attualità. Dopo quel terremoto ce ne sono stati altri, e poi alluvioni, e tutto quello che la natura (e più spesso gli esseri umani) ci offre a piene ...diciamo così, mani! Che possiamo fare? Fermare i terremoti o le alluvioni è impossibile, ma che lo Stato si dia da fare, tirandosi su le maniche e aiutando economicamente gli sfollati, quelli che sono rimasti senza casa e senza lavoro, mi pare il minimo per un popolo civile. Ma siamo civili? Domanda imbarazzante! Però apriamo le porte ai migranti, pur sapendo che non possiamo aiutare nemmeno loro come converrebbe. Quanta amarezza....
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