I VACCINI: BUFALE E TUTTOLOGI CI CONFONDONO di Renata Rusca Zargar
A quei tempi, si avevano ancora negli occhi,
anche qui in Occidente, le persone morte o divenute disabili (allora si diceva
paralizzate) causa malattie che oggi neppure ricordiamo più.
Quando
ero piccola, mia madre andava a trovare, portandomi con lei, un’ex segretaria
di mio padre che era stata colpita, molto giovane, dalla poliomelite e non si
muoveva più dal letto. L’unica cosa che poteva fare erano dei centrini
all’uncinetto che poi ci regalava. Infine, non eravamo più andati a trovarla
perché era morta.
Allora
circolavano anche, come libri di lettura per ragazzi delle elementari e medie,
testi sui grandi studiosi scopritori dei vaccini come Edward Jenner, Robert
Koch, Louis Pasteur, Albert Sabin e molti altri. Erano storie meravigliose,
forse un po’ romantiche, che facevano capire quanto l’uomo sia capace, con la
sua intelligenza, di salvare le vite degli altri uomini.
Tutto
ciò è molto lontano da noi ora perché le vaccinazioni hanno impedito che noi
vedessimo i malati di patologie tanto severe.
Per
capire, però, basta andare in Africa, dove i bimbi muoiono ancora di fame o di
quelle malattie perché non hanno abbastanza denaro per avere i vaccini.
Ogni
anno, mentre tre milioni di bambini vengono salvati dal vaccino, due milioni
muoiono per malattie debellabili con il vaccino stesso.
Mi
ha molto colpita la vicenda di un’infermiera di Treviso che pare fingesse di
vaccinare i bambini (circa 500) ma gettava via la fialetta del medicinale,
ancora non si sa per quale motivo. Lo trovo un fatto di estrema gravità. Un
genitore pensa che il proprio figlio non sia a rischio, oppure quel bimbo
stesso, da adulto, potrebbe, in viaggio magari, esporsi al contagio, credendo
di essere salvaguardato.
Ogni
tanto, mi sembra, si sentano storie sul personale sanitario che ne mettano in
dubbio l’equilibrio mentale!
Ma,
soprattutto, viviamo in tempi di bufale e di tuttologi: ognuno dice la sua come
se fosse uno specialista.
Per
quello che riguarda il tumore del collo dell’utero, causato dal papilloma
virus, di cui si discute tanto accanitamente, sappiamo che il rischio è molto
più frequente nelle donne che cambiano più partner, fatto ormai assolutamente
comune, proprio perché un partner potrebbe essere infetto.
In
Italia, vengono annualmente diagnosticati oltre 3.000
nuovi casi di cancro al collo dell'utero, di cui il 40-50% si rivela mortale.
Forse,
a chi ha un po’ di esperienza di vita, è capitato di vedere un’amica morire
ancora giovane, dopo tanta sofferenza, per questa terribile malattia.
Ben venga un vaccino che ci salvi la
vita.
E ben venga un ministro che, finalmente,
si sia preso delle responsabilità, magari impopolari, e abbia rimesso i vaccini
obbligatori. Così come è obbligatoria la scuola, la carta d’identità e tutte
quelle pratiche che contraddistinguono il vivere civile in società.
Infine,
l’obiezione più comune ai vaccini è che le case farmaceutiche ci guadagnano.
Purtroppo,
sappiamo che le case farmaceutiche si impegnano nella ricerca scientifica
quando sanno che potranno commercializzare un prodotto in grande quantità.
Prova ne sono le malattie rare per le quali, essendoci poi una clientela
ristretta, è lo stato e le associazioni a tema che si devono impegnare.
È
brutto pensare che tutto sia commercio, lo so.
Eppure,
io utilizzo un notissimo medicinale quando mi viene il raffreddore o
l’influenza. Dovrei, forse, smettere di usarlo perché la multinazionale che lo
produce ci guadagna? Io penserei piuttosto –invece di sacrificare me e la mia
salute- di far loro pagare tasse salate (non
come si fa ora che chi ha profitti multimilionari o addirittura miliardari “concorda”
poi con lo stato solo una minima parte del dovuto!).
Una volta avevamo esempi molto vicini di persone colpite dalle gravi malattie che alcuni vaccini avrebbero potuto evitare:
RispondiEliminain quarta elementare (inizio anni '60 del novecento) un mio compagno di scuola aveva avuto la POLIO, si era salvato e camminava con le gambine chiuse in un esoscheletro di cuoio e metallo.
Angela Fabbri