La storia dell'uomo (partendo dall'alimentazione) ed il ritorno alla natura...
di PAOLO D'ARPINI
L’anima, equivalente a Coscienza, è comune a tutti gli esseri viventi… solo le capacità intellettive variano. Perché gli scienziati sono sicuri che l’uomo si sia evoluto da altre specie? Per una nutrita serie di ragioni. Le analisi sulle sequenze genetiche mostrano che il DNA dell’uomo è uguale quasi al 99 per cento a quelli di bonobo e scimpanzé, il che mostra con certezza quasi assoluta che veniamo tutti da un antenato comune. Migliaia di fossili documentano – con accuratezza sempre maggiore – l’esistenza di diverse specie di ominidi che si sono avvicendate sulla nostra linea evolutiva dopo che questa si è separata da quella degli altri primati antropomorfi e, più di recente, da quella di scimpanzé e bonobo.
Personalmente non sono un fanatico della teoria evoluzionista sto solo prospettando una “somiglianza” che giustifica la nostra natura di frugivori. Che l’uomo sia imparentato con la scimmia o meno sta di fatto che l’anatomia comparata ha dimostrato inequivocabilmente l’origine frugivora della nostra specie. Certo, frugivoro non significa vegano. Infatti gli altri frugivori, come la stragrande maggioranza dei primati, i suini, alcuni orsi, etc. si nutrono anche di prodotti di origine animale in diverse proporzioni. Proprio in seguito a ciò l’uomo ha potuto adattarsi ad un’alimentazione mista, ma un conto è affrontare un’emergenza alimentare e un altro è farne una consuetudine…
Su questo aspetto dell’alimentazione umana “naturale” mi ha scritto l’amico Andrea Simone, dicendo: “Esatto, superata ormai l’emergenza oggi più che mai è necessario ritornare ad essere dei raccoglitori frugivori, ogni tentativo tecnologico di alterare la natura è fallito, la zootecnia, l’agricoltura (produzioni industriali) è una aberrazione, si dovrà, invece che produrre in modo industriale il cibo, ricreare gli ecosistemi compatibili affinché gli uomini possano tornare a “raccogliere” il cibo e il nutrimento invece di comprarlo, venderlo, produrlo in modo artificiale. Tutte le malattie umane dipendono da una continua sofisticazione dei cibi…”
Infatti la gastronomia industriale, alla “burghy o Mc Donald (ma anche le ricette degli chef), la cottura con oli ed altri grassi che modificano le molecole, fanno parte della “mutazione anomala” che ha trasformato l’alimentazione umana da fonte di benessere e salute in causa di malattia e pinguedine. Nessun animale, a parte i nostri pets viziati e anch’essi usufruitori del consumismo alimentare, mangerebbe gli incredibili intrugli di cui si cibano oggi gli umani; milioni di patologie e virus affliggono la povera scimmia umana disadattata.
Pertanto è chiaro che l’unica soluzione per l’umanità consiste nel ripristinare gli habitat, ricostruire il giardino dell’eden… ed abbandonare la perversione tecnologica…
Paolo D’Arpini
Rete Bioregionale Italiana
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