PAPA FRANCESCO
Orecchio a Terra #4 Ci tengo a condividere con te alcune riflessioni in ricordo di Papa Francesco . Sono convinto che al di là della tua fede o della mia, le sue opere, gesti o parole continueranno a darci luce in un mondo pieno di odio e paura. Era l'uomo “venuto dalla fine del mondo” , da quella periferia della geopolitica, da quella estremità dello spirito, che certo educa ad uno sguardo più limpido e acuminato sulle pene e sulle speranze dell'umanità . Aveva scelto il nome del poverello d'Assisi per annunciare un magistero estraneo ai “sacri affari” di una Chiesa troppe volte sodale dei potenti e per riportare il Vangelo nella sua dimora naturale: tra gli ultimi, accanto alle vittime, dalla parte dei crocifissi. Fino alla fine capace di invertire i segni del potere nel potere dei segni , come solo i profeti sanno fare. Scegliendo, nel cuore della Settimana santa, di abbracciare i protetti di Regina Coeli: cioè gli ultimi tra gli ultimi , quelli a cui la politica dominante dedica solo parole e gesti di empietà. |
Incontrando quel vice presidente degli Stati Uniti che esibisce il volto di un potere che somiglia a quello del feroce Saladino: per dire al Vance neo-convertito al cattolicesimo che nei testi sacri è scritto «ero straniero e mi avete accolto», «ero affamato e mi avete dato da mangiare» . E poi tornando per l'ultima volta tra la moltitudine di piazza San Pietro e per l'ultima volta impartendo la benedizione “Urbi et orbi”. E infine, al culmine dei riti della Pasqua di resurrezione, nel primo mattino del lunedì dell'Angelo, portando a compimento il suo cammino terreno. |
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Per la sua dipartita piangiamo, piangono i credenti ei non credenti : perché in una contemporaneità così venale e necrofila, ci sentiamo smarriti, orfani di una guida, di una bussola, di un lessico che non maledice, non iride, non storpia, non avvelena la vita delle nostre comunità, ma piuttosto ci chiede di benedire la ricchezza e la sacralità dell'umano , ci chiede di accogliere gli altri accogliendone la diversità , ci chiede di denunciare e contrastare il delitto dell'ingiustizia sociale e quelle “strutture di peccato” che producono la ricchezza privata dall'impoverimento sociale e ambientale. Con Papa Francesco scompare l'incarnazione vivente di quella “Chiesa del grembiule” di cui parlava, con il suo linguaggio immaginifico e poetico, don Tonino Bello . È stato un pontefice capace di sganciare la bellezza della “buona novella” dai chiodi del clericalismo , di ripulire la fede dalla sporcizia dell'integralismo e del fanatismo, di nominare la pace non come liturgia domenicale ma come orizzonte dei giorni feriali. Ha aperto un dialogo nuovo tra la fede e le culture della modernità, centrato sulla “teologia degli oppressi” , sulla libertà , sull'etica del volto , sul diritto alla dignità e al rispetto per ogni essere vivente , sulla cura biblica del creato, sul dovere della fraternità , sulla necessità storica di riaprire la via del disarmo nel segno della conversione ecologica dell'economia . È stato un uomo del cielo, ma capace di stare fino in fondo dentro la carne della storia, sempre dalla parte di quelli appesi alle croci delle guerre, della miseria, della persecuzione . Ha celebrato, con ricchezza straordinaria di dottrina, il “Dio che danza la vita”. Un Dio della speranza e dell'amore sconfinato (“charitas sine modo”), in un mondo di imprenditori dell'odio e della paura. Per questo le opere, i gesti, le parole di Papa Francesco non finiranno con lui . Continueranno a darci luce e calore nel buio e nel gelo dei nostri anni. |
Grazie per la lettura, Nichi Vendola
NON TI DIMENTICHERO' E VERRO' A TROVARTI A ROMA (rrz) |
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