Recensione di UN'ALTRA STRADA, Matteo Renzi, Marsilio editori, a cura di Renata Rusca Zargar
UN’ALTRA STRADA
Matteo Renzi, Marsilio, 2019, pagg. 238, euro 16,00
“Nella vita ho sbagliato più di 9000 tiri, ho perso quasi
trecento partite, ventisei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro
decisivo e l’ho sbagliato. Ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla
fine ho vinto tutto.” (Michael Jordan)
Il libro di Matteo Renzi, che sta suscitando uno straordinario
interesse ovunque, in piccoli paesi e grandi città, comincia con questa
citazione. Il titolo evocante, “Un’altra strada”, inoltre, fa immaginare a
tanti che la profezia sia che egli prenderà un’altra direzione, cioè, quella di
un altro partito. Per il momento, però, egli racconta la sua storia di Governo
con la nettezza caratteriale che gli ha conquistato, prima, e alienato, poi,
tante simpatie.
Racconta i retroscena, la doppiezza, l'inganno, l’ingratitudine,
di parecchi compagni di percorso, che persino noi abbiamo avuto modo di
osservare, anche in questi ultimi tempi.
Mi viene in mente Machiavelli quando diceva che “Il fine giustifica i mezzi”,
intendendo che, alle volte, per salvare un popolo, per un grande fine buono,
sono concessi metodi anche brutali. Il povero Machiavelli impallidirebbe, oggi,
davanti ai nostri politici che, invece, buttano a mare tutto il paese pur di
garantirsi una poltrona! Quello è il loro unico fine. E, insieme ai politici,
mi viene in mente un uomo qualsiasi che avevo incontrato per la strada.
Quest’uomo mi aveva confessato di essere sempre stato di sinistra, persino
sindacalista, ma di aver votato Lega alle ultime elezioni. Come hanno fatto,
d’altra parte, molti sedicenti di sinistra! In quel momento, gli avevo risposto
che, prima del voto, prima delle promesse elettorali, prima degli slogan ad
effetto, esistono i valori di ogni persona. I valori di destra, o di sinistra e
di centrosinistra, non sono uguali, anzi, sono contrari tra di loro.
Evidentemente, chi può saltare da un campo all’altro, tradisce i suoi valori o,
forse, come è più probabile, non li ha mai avuti.
A suo tempo, politici e persone comuni hanno mandato al macero
una riforma della Costituzione proposta dal Governo Renzi che, per nulla
toccando i principi basilari, avrebbe reso il nostro Paese più semplice e
moderno, eliminando anche tanti sprechi. Hanno preferito tessere odio e
vendetta e noi cittadini ne stiamo pagando il prezzo, giorno dopo giorno. Renzi
aveva dato una speranza, una visione di futuro basata su riforme possibili e
concrete. Aveva vinto tutto quanto si potesse vincere, eppure, proprio nel suo
partito, erano iniziate da subito le critiche pubbliche, l'opposizione interna,
il discredito nei suoi confronti. Non ultima la questione di lana caprina se
egli fosse di sinistra o di destra, dimenticando, prima di tutto, che il
Partito democratico è un partito di centro sinistra e non di sinistra, nato
dall'incontro dei riformisti di centro e di sinistra. Oltretutto, se si crede,
oggi, di attuare ancora i progetti della sinistra degli anni ‘70, non si è
molto realisti. Il mondo è diventato globale e molto più complesso di un tempo.
Devo dire, sinceramente, che, quando c’era Renzi al Governo,
non ho provato la vergogna di essere italiana che provo oggi. Egli conosceva la
pietà, l'accoglienza, il rispetto della dignità della persona. Non sventolava
vangeli e rosari ma non lasciava morire gli esseri umani, accettava tutte le
forme di amore, indipendentemente da quale fosse la sua. Oggi, invece, mi
aspetto, persino, da un momento all'altro, di veder bruciare una strega in
piazza, magari a Verona oppure in una diretta Facebook di qualche ministro!
Noi sappiamo, ad esempio, che, per risolvere il problema dei migranti,
bisognerebbe ristabilire un po’ di equità nel mondo e praticare in Africa un
grande progetto come è stato, a suo tempo, il piano Marshall in Europa.
Ammazzare un po’ di gente, purtroppo, non serve a niente, se non a perdere la
nostra anima e a rendere il mondo più invivibile.
Invece, proprio i migranti hanno portato via i voti a Renzi,
come pure la promessa di un reddito di cittadinanza che sembrava dovesse essere
un dono a pioggia per tutti, bisognosi e non, un sostitutivo del vecchio
assegno di invalidità compra voti. Ancora, dopo un anno, non sappiamo, nella
pratica, come sia questo reddito e con quali modalità venga effettivamente
dato. D’altra parte, questo è il paese degli analfabeti funzionali (una volta
si chiamavano analfabeti di ritorno le persone che non leggevano un libro e che
non capivano il senso compiuto di una frase - oggi il sottosegretario ai Beni
culturali si vanta di non aver letto un libro negli ultimi tre anni-), dove
solo un quinto di chi inizia il percorso universitario lo porta a termine
(fonte USTAT), dove vige la corruzione, l'evasione, il pressapochismo,
l’indolenza. In questo paese, il cosiddetto populismo, utilizzando
magistralmente gli esperti in comunicazione, ha dato l'idea che tutto sarà
possibile. La povertà è stata sconfitta e, in fondo, siamo tutti più belli, più
giovani, più alti e più magri. In questo paese, chi parla seriamente della
realtà non “buca”. Perché il mondo ha tanti problemi, oggi, guerre, ambiente,
clima, concorrenza di altri paesi grandi e piccoli dove il lavoro costa molto
meno e, non ultimo, quasi otto miliardi di persone. Un politico, uno statista,
non dovrebbe godere dei nostri dolori e delle nostre paure per rubacchiare voti
in una campagna elettorale continuativa, ormai ossessiva compulsiva. Uno
statista dovrebbe capirci ma insegnarci, portarci fuori dal nostro brutto animo
e renderci migliori, lavorando seriamente per il nostro bene. Come una mamma o
un insegnante. Altro che metterci armi in mano per comminare ai ladri, come in
Arabia Saudita, la pena di morte! A questo punto, infatti, sembra persino più
civile il Sultanato del Brunei, dove ci si accontenta di tagliare solamente i
piedi e le mani ai ladri!
Dunque, Matteo Renzi spiega, nel volume, ognuno dei temi di cui
si è occupato e che spesso sono stati oggetto di opposizioni strumentali. La
scuola, ad esempio, dove ha fatto assumere centinaia di migliaia di precari che
poi non l’hanno neppure votato, oppure i famosi 80 euro tanto vituperati che,
invece, avrebbero potuto essere letti come un recupero delle tante tasse che
paghiamo o, ancora, la cultura, la sicurezza (quella vera), il “dopo di noi”, i
diritti civili, il rilancio del lavoro, il sostegno a chi è in difficoltà con
il Reddito d’inclusione, la lotta all'evasione, la Tav, i vari cantieri
bloccati, la Scienza, la medicina, le nomine Rai, l’Europa, ecc. ecc.
Ma racconta anche gli errori fatti, certo. “Come fai sbagli”,
titolava un famoso sceneggiato della Rai. Ammette pure di non aver combattuto
le bufale con altrettanto impegno di chi le divulgava.
È un libro che vale la pena di leggere, anche se si è stati
oppositori, purché onesti, di questo leader. Perché, per essere in accordo o in
disaccordo, bisogna prima conoscere, sapere. Renzi è un grande personaggio
pubblico: non pare di vedere, per ora, sulla scena, leader politici della sua
intelligenza e cultura, della sua forza trascinante, seppure senza promettere
interventi taumaturgici.
Mi ha molto colpito, infine, la conclusione del testo. Dieci
anni fa, scrive, “un gruppo di giovani sognatori, folli e coraggiosi, vinceva a
Firenze una sfida che sembrava impossibile: conquistando a sorpresa le primarie
democratiche, una nuova generazione imponeva un radicale cambio d’agenda a una
città abituata negli ultimi anni a pensarsi soprattutto al passato. [...] Ero
uno di quei ragazzi”. Ora, “dobbiamo guardare al futuro, costruendo una
prospettiva credibile perché, da qui al 2029, l’Italia liberi tutte le sue
potenzialità, le sue energie, la sua forza.” L’Italia, che stava faticosamente
riavviandosi dopo gli anni della grande crisi dal 2008, è, invece, tornata in
recessione. Ci troviamo in un deserto dove mancano valori, idee, progetti,
cultura, persino speranza. Abbiamo tanto bisogno di chi sappia indicarci la
strada per uscirne.
Renata Rusca Zargar
https://www.controluce.it/notizie/unaltra-strada/
http://www.liguria2000news.com/‘un’altra-strada’-di-matteo-renzi-marsilio-2019-pagg-238-euro-1600-recensione-di-renata-rusca-zargar.html
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