Dal Niger alle vacanze in Liguria di padre Mauro Armanino
Ciò che mi manca. Assenze non programmate dal Sahel
Partivo e già cominciavano a mancarmi. Neppure entrato nel
nuovo aeroporto di Niamey che iniziavo a sentirne la mancanza. Il poliziotto
che mi aveva lasciato entrare nell’atrio della nuova aerostazione solo perchè
l’aereo che attendevo era in ritardo. Mi ha chiesto se mi ricordavo di lui e gli
ho detto di sì perchè era rimasto colpito dall’orologio tascabile di quelli
antichi che solo aveva visto nei film. Gli ho promesso che, se possibile,
gliene avrei portato uno al ritorno. Poi, una volta nel piano superiore,
l’altro poliziotto che controllava i documenti mi ha giustamente fatto
osservare che il mio permesso di soggiorno era scaduto da sette mesi. Alla mia
promessa di farlo rinnovare in tempo prima del ritorno in Niger mi ha lasciato
passare senza nulla chiedere in cambio. In aereo, poi, ero accanto ad un
giovane eritreo che, con altri cinquanta come lui, stavano viaggiando per la
Francia, dopo avec passato otto mesi a Niamey. Evacuati dalla Libia erano
rimasti in paziente attesa di un Paese che li avrebbe accolti come rifugiati
per rifarsi una vita. Seduti accanto in aereo abbiamo fatto entrambi il segno
della croce prima di mangiare quanto la compagnia Air France ci ha messo a
disposizione per la cena col menu a scelta. Ha preso una coca e mi ha mostrato
la sua croce di legno dicendo che lui era cristiano. Al momento di separarci ha
ritirato la mia borsa che si trovava nel portabagagli in alto rispetto al
sedile 23 J del volo AF 0339, con destinazione Parigi Charles de Gaulle.
Mi mancava la confusione all’uscita dell’aeroporto. Le mani
che insistono per prendere e poi portare i bagagli fino all’auto. In genere
giusto quando tutto sembra pronto spunta un’altra mano per aiutare a mettere la
valigia nel portabagagli. La difesa dell’occupazione passa anche da queste
semplici operazioni di moltiplicazione. E poi mancano i semafori che non funzionano,
i vigili che parlano in continuazione al cellulare e poi salutano gli autisti che passano. Mi
manca financo la signora sordomuta che chiede un ‘aiuto per l’amore di dio’alla
rotonda che si affaccia al Palazzetto dello Sport di Niamey. La stessa che,
dimenticando di essere muta, fa le rimostranze se quanto offerto non è all’altezza
delle sue aspettative. Il tutto dopo l’ordinanza che vieta la mendicanza a
partire dal primo maggio di quest’anno. Ma è passato il peggio, il grande
‘summit dei capi di stato’, che ha lasciato come eredità nuove strade, alberghi
cinque stelle e l’accordo ratificato sul libero commercio per il continente
africano che mai entrerà in vigore. Mi mancano i bambini che sanno e possono
ancora giocare sulle strade spingendo i copertoni delle moto fingendosi al gran
premio. La gente che, non conoscendosi, saluta sulla strada e, con aria di
complicità, accelera il passo se si annuncia la pioggia. Mi mancano i dromedari
che passano accanto alle macchine senza fare rumore e gli asini che, da veri
signori della strada, cercano di rimanere fedeli alla corsia preferenziale a
loro riservata. Mancano gli appelli alla preghiera che ritmano il tempo di ogni
giorno.
Mi manca soprattutto lei. Seducente senza volerlo e
onnipresente in tutte le circostanze. Protagonista indiscussa della vita
sociale: la politica internazionale, l’economia e il governo attuale. Mi manca
lei, la sabbia che si corica languidamente sulle strade e passa la notte coi
pochi clienti che spariscono prima dell’alba, quando arriveranno i pulitori coi
giubbetti verdi a spostarla da un’altra parte. Senza fissa dimora, forte della
sua debolezza, si infiltra ovunque e tutto riveste del suo manto volutamente
trascurato. Mi manca la sua precarietà, il suo senso delle proporzioni, la
capacità di assunzione dei suoi limiti e la sua sconcertante umiltà. Passeranno
i cieli e la terra, i cantieri che rinnovano la città, i regimi militari e le
repubbliche marinare, passeranno gli eserciti e i capitani di ventura, passeranno
i condottieri e i temibili pirati della nave di sabbia, passeranno le epopee,
gli avventurieri e i grandi commercianti di schiavi, i predicatori e i
dittatori. Passeranno tutti senza fermarsi. Rimarrà solo lei, la sabbia, per
costruire castelli senza porte.
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