UNA ROCCIA DI 5000 ANNI FA NEL KASHMIR CON UNA SUPERNOVA

Scoperta una roccia di 5000 anni fa su cui è raffigurata una Supernova


Sulla roccia, ritrovata nella regione del Kashmir, è stilizzata una supernova

di Renato Paone


Sollevare il naso all'insù e ammirare la volta celeste, una pratica che l'uomo compie da migliaia di anni. Almeno da circa 5000 anni, come dimostra il ritrovamento di una roccia su cui è raffigurata una pittura rupestre in cui compaiono due soli. Ma, a detta degli studiosi che hanno analizzato la roccia, solo uno di questi sarebbe il sole. L'altro corpo luminoso, infatti, è una supernova.


L'astrofisico indiano Mayank Vahia, della Tata Institute of Fundamental Research, ha affermato che la roccia, scoperta nella regione del Kashmir, risalirebbe al 3600 a.C., facendo di questa pittura rupestre la più antica rappresentazione di una supernova, nonché la mappa stellare più vecchia di sempre. Sulla roccia sono raffigurati due oggetti luminosi nel cielo, sotto cui compaiono animali e uomini.
Difficile datare una pittura rupestre, ma Vahia ha condotto uno studio meticoloso, procedendo per gradi. La pietra è stata scoperta all'interno delle mura di una casa risalente al 2100 a.C. Il più antico insediamento della regione, invece, risale al 4100 a.C., per cui secondo l'astrofisico, la pittura si collocherebbe a metà tra queste due date.

Il secondo passaggio dello studio è consistito nel capire il motivo della doppia rappresentazione di due soli. Ovviamente, la pittura non poteva raffigurarne due, in quanto nel nostro Sistema Solare ve ne è uno soltanto, così come non può essere la Luna, poiché non è possibile che la Luna piena compaia in cielo assieme al Sole, quantomeno non così vicini. Vahia è così giunto alla conclusione che l'oggetto luminoso raffigurato non fosse altro che una supernova, esplosa a distanza ravvicinata dalla Terra e tale da essere visibile a occhio nudo dai nostri antenati.

Quando esplode, una supernova rilascia un'enorme carica energetica che si propaga nello spazio per centinaia di migliaia di anni. Gli astronomi sono riusciti a recuperare le tracce di questa supernova e a calcolarne la potenza, ritrovandola nei loro database: la supernova raffigurata sulla roccia è la HB9. La sua esplosione sarebbe avvenuta intorno al 3600 a.C., il che confermerebbe anche la datazione della pittura. All'epoca, i nostri antenati la videro come un corpo celeste luminoso quanto una Luna piena, solo poco meno brillante, vista la breve distanza di "soli" 2600 anni luce.
Ma quel che più ha colpito gli studiosi sono le figure animali e umane rappresentate sulla roccia. Infatti, non si tratterebbe di una scena di caccia, bensì di costellazioni: l'uomo con l'arco e le frecce sarebbe Orione, l'animale cornuto la costellazione del Toro, l'uomo con la lancia in mano quella dei Pesci e il cane la galassia di Andromeda. E, sovrapponendo l'immagine su di una mappa stellare, tutto coincide.

L'astrofisico indiano ha però studiato altre rocce risalenti al medesimo periodo, senza mai trovare niente che assomigliasse solo vagamente a una mappa stellare. Nonostante la quasi perfetta sovrapposizione della pittura a una mappa stellare del cielo così come sarebbe potuto apparire all'epoca, si potrebbe comunque pensare a una coincidenza. Ma Vahia si dice convinto della sua scoperta, tanto che si è già messo già alla ricerca di un reperto simile che possa provare la veridicità dello studio condotto sulla pittura rupestre.

Commenti

  1. Come disegnatore, guardando il cielo sopra il bestiario vedo un mezzo sole e un sole completo, entrambi coi loro bei raggi. Non ho trovato la luna piena di cui si parla.
    E' una splendente scena di caccia, con le corna del cervo in piena luce del sole.
    Dirò di più.
    Rappresenta una caccia primitiva protratta nel tempo di una giornata:
    Partendo da destra c’è il cane mandato a stanare il cervo ed è mezzogiorno, visto che il sole è pieno.
    Solo a metà giornata (il sole tagliato a metà) i 2 cacciatori incrociano la loro preda e fanno quel che è il loro mestiere: la predano. Uno con l’arco e la freccia, l’altro con la lancia.
    Ma le corna del grande cervo restano immerse nel sole.
    Incredibile la capacità di questi antichi uomini di raccontarci il passare del tempo figurando un sole intero e uno a metà: un vero orologio.

    Angela Fabbri

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