SPERO IN UN CLIMA MIGLIORE DENTRO E FUORI IL PARTITO DEMOCRATICO di Renata Rusca Zargar
Spero in un clima migliore, dentro e fuori il Partito
democratico
Le primarie del Partito democratico si sono concluse molto
positivamente. Considerando il generale clima di ostilità nei confronti di
questo Partito, ritenuto responsabile di tutti i mali dell'umanità, a partire
dalla cacciata dal Paradiso terrestre in poi, non ci si aspettava un’affluenza
tanto alta.
Invece, probabilmente, inizia a stemperarsi quell’ubriacatura di
slogan che aveva fatto balenare ai semplici elettori la soluzione di tutti i
loro problemi in un attimo (chiedo scusa, in un twitt) o in una diretta
Facebook a base di rigatoni o di Nutella (ahimè, non ci sono più le belle
fanciulle in carriera che stirano le camicie)!
Forse, l'atmosfera di razzismo, odio personale, machismo, sessismo,
omofobia, ha spaventato qualcuno in grado ancora di valutarne le amare
conseguenze sui nostri figli e nipoti.
Così, in molti hanno perso tempo, fatica e denaro (due euro)
per collaborare alla scelta democratica e civile del Segretario dell'unico partito
riformista e progressista in grado di contrastare tanto cupo reazionario
ritorno a un nostro brutto passato.
Si dice che siano andati a votare, nonostante non fosse
permesso, dirigenti o elettori di partiti della sinistra che hanno sempre
ostacolato e combattuto il Partito democratico, contribuendo a far perdere le
elezioni e mettendo il paese in mano alle destre più estreme. Evidentemente, si
tratta di persone che non capiscono ancora la democrazia e che vogliono
influenzare le scelte altrui a proprio comodo, per ritagliarsi, magari, qualche
poltrona. Persone che non hanno rispetto della propria dignità.
Si dice anche che si siano presentati ai seggi elementi dei 5Stelle,
angosciati dallo stretto abbraccio dell’alleato di governo che, come quello della
femmina della mantide religiosa, divora il maschio dopo aver copulato (e
persino durante), cominciando dalla testa. Tali 5Stelle sarebbero speranzosi di
salvarsi, alleandosi con il nuovo Pd.
Anche nel caso ci siano state davvero le flebili minoranze della
sinistra e qualche timido 5Stelle, il risultato non cambia affatto. La quantità
di votanti e la personale percentuale di successo del nuovo Segretario lo
pongono al di sopra di ogni contestazione.
Vero è che i giovani sono stati pochissimi. Io, ad esempio, mi
trovavo a un seggio dove esprimevamo battute scherzose del tipo: “Facciamoci un
selfie con questo elettore, a testimonianza del fatto che i giovani esistono!“
È evidente che il Segretario, prima di tutto, dovrebbe
rivolgersi ai giovani, per recuperare futuro al Partito, anche se non sarà
facile. I giovani, nella stragrande maggioranza, sono stati abituati alla vita
comoda, non hanno vissuto guerre, per fortuna, né le difficoltà del dopoguerra.
Sono nati nel consumismo e nei diritti, hanno potuto andare a scuola,
scegliendo magari di non voler studiare, hanno avuto le cure sanitarie che
altri, nel mondo, non hanno ancora. Forse, vogliono tutto e subito, ma hanno
incrociato una durissima crisi economica che ha stremato il paese e l’Europa.
Nessuno potrà dare loro tutto, anzi, saranno loro stessi a doversi impegnare
per migliorare la posizione personale e del paese. Un buon inizio, per
incoraggiarli, potrebbe essere lasciare molto spazio ai giovani nella classe
dirigente del partito, indipendentemente dal candidato Segretario che abbiano
sostenuto durante le primarie, perché, è inutile negarlo, i giovani comprendono
e si avvicinano ai giovani.
Le primarie, dunque, hanno fatto immaginare che ci sia un po’
di riscossa nel paese. Per ora, i sondaggi non danno ancora il Partito
democratico in crescita, ma avremo modo di valutarlo alle prossime elezioni
europee. Per ora, resiste lo zoccolo duro delle persone che non si curano di
sirene e miraggi ma sono consapevoli che, in un mondo globale di quasi otto miliardi
di persone, non esistano semplici ricette per diventare tutti ricchi e felici.
L’Italia, poi, che, per tanti anni, ha perso il treno di riforme, giustizia,
ammodernamento, lotta alla corruzione e alle mafie, avrebbe avuto bisogno di
continuare a lungo quel processo di riforme civili, sociali, economiche,
iniziato dai governi Renzi e Gentiloni. Questo, purtroppo, non è avvenuto.
Abbiamo lasciato il paese in mano ad altri che, oltre all'atmosfera disumana
che stiamo vivendo, ci hanno precipitato di nuovo nella crisi e nella
recessione.
Io penso che siano stati commessi tanti errori, da tutti,
ma mi ha dato assai dispiacere, anche perché
denota cecità politica, il pressante sentimento di odio personale nei confronti
di Matteo Renzi, sia all'esterno ma, soprattutto, all’interno del partito. Odio
per una persona che era stata scelta, a
suo tempo, democraticamente, da milioni di elettori.
L’astio ci ha reso tutti ciechi e staliniani, mentre si sono
sprecate su di lui le previsioni più fantascientifiche. Al seggio, ho avuto
occasione di ascoltare parecchie amenità. La più simpatica è stata: “Vi do i
due euro, se non li date a Renzi!” Si tratta di personaggi che si commentano da
soli e che fanno il paio con un presunto uomo di “sinistra”, ex sindacalista, che
mi aveva detto di aver votato Lega. Inutile spiegargli che ha svenduto quelli
che avrebbero dovuto essere i suoi valori incorruttibili.
Spero, infine, che il clima del Partito cambi, che ci si
riconosca in base a valori comuni, diritti umani, rispetto, cultura, progresso,
dignità e lavoro per tutti. Spero che le opinioni diverse si possano
manifestare con rispetto e argomentazioni ma che, poi, si prendano decisioni
democratiche da osservare tutti insieme.
Spero, insomma, che ci sia ancora un futuro per questo paese.
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