GREENPEACE - GREENWASHING

 


SE CASCA LA NATURA CASCA IL MONDO

Ti ricordi la canzoncina che cantavamo tenendoci per mano e facendo giro giro tondo? Recitava più o meno così: "Giro giro tondo, casca il mondo, casca la terra, tutti giù per terra".

Lunedì mattina, a Roma, alla vigilia della COP16 sulla biodiversità delle Nazioni Unite, attivisti e attiviste di Greenpeace sono entrate in azione davanti alla sede della FAO per mandare un messaggio ai delegati dei governi: se non manterrete le vostre promesse, la distruzione degli ecosistemi, dai quali dipende la nostra stessa sopravvivenza, come un grande domino, farà cascare il mondo, la natura e noi tutti giù per terra, come nella famosa canzoncina.

 

Dai violenti incendi alle ondate di calore record, dal collasso degli ecosistemi alla scomparsa delle specie: i segnali della grave crisi ambientale sono ovunque. Stiamo vivendo un’estinzione di massa causata da decenni di deforestazione incontrollata, agricoltura industriale, pesca eccessiva e da uno sfruttamento incessante delle risorse naturali.

Questa crisi non è solo un problema ambientale; è un problema umano. Milioni di persone in tutto il mondo ne stanno già scontando le conseguenze, che siano carenze alimentari, acqua inquinata o problemi di salute. 

 

La COP16Bis rappresenta un momento decisivo per il futuro della biodiversità. Senza azioni concrete e finanziamenti adeguati, gli obiettivi fissati a Montreal nel 2024 rischiano di rimanere sulla carta, mentre ecosistemi vitali continuano a degradarsi. Il tempo stringe: governi, aziende e società civile devono assumersi la responsabilità di invertire la rotta. Solo con un impegno globale e misure tangibili potremo garantire la sopravvivenza della natura e il benessere delle generazioni future.

IN PRIMO PIANO

IL GREENWASHING A SANREMO

PERCHÈ SANREMO È SAN...GREENWASHING

Il 75° festival della canzone italiana si è concluso, infuria ancora la polemica sulla canzone vincitrice e sul suo interprete che non rappresenterà l'Italia all'Eurovision Song Contest; tuttavia, la polemica che non infuria abbastanza è quella sul greenwashing che alcune grandi aziende hanno portato dentro la, oramai cosiddetta, settimana santa sanremese.     

 

Per il quarto anno consecutivo, il colosso petrolifero ENI è tra gli sponsor principali del Festival, accompagnato tra gli altri da Costa Crociere e Suzuki, mentre Generali e Coca-Cola sono partner. Si tratta di società con gravi responsabilità nella crisi climatica e ambientale, nonostante i loro spot pubblicitari, trasmessi anche durante il Festival, parlino di presunti impegni green.

Greenpeace Italia ha inviato una richiesta di accesso civico generalizzato (FOIA) nei confronti di Rai Pubblicità per ottenere accesso ad atti e documenti utili a svelare le cifre investite dalle aziende partner e sponsor del Festival che hanno le maggiori responsabilità nella crisi climatica, e per conoscere gli spazi televisivi e i servizi ottenuti in cambio. 

 

La deputata Rachele Scarpa del Partito Democratico ha richiamato la richiesta FOIA di Greenpeace in una interrogazione parlamentare rivolta al Ministro dell’Economia e delle Finanze, al Ministro delle Imprese e del Made in Italy e al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica. Scarpa chiede, in particolare, "se i Ministri interrogati abbiano piena contezza delle problematiche e implicazioni sottese al finanziamento plurimilionario di aziende responsabili della crisi climatica in favore del servizio pubblico radiotelevisivo", e se non ritengano opportuno regolamentare i rapporti tra Rai e aziende inquinanti, gestendo "lo spazio pubblicitario della Rai in coerenza con l’accordo di Parigi e il Green Deal Europeo".

FUORI LA FOGNA DAL MARE DI NAPOLI

IL MARE DI NAPOLI È UNA FOGNA

Di certo, non siamo noi che lo diciamo o lo pensiamo, ma il governo: nelle scorse settimane il Ministero dell’Ambiente, insieme al Ministero della Cultura, ha autorizzato il progetto di raddoppio degli scarichi fognari in prossimità dell’Area Marina Protetta parco sommerso di Gaiola, nel Golfo di Napoli, nell’ambito del programma di risanamento ambientale e di rigenerazione urbana dell’ex area industriale di Bagnoli.

 

Il progetto rischia di provocare gravi danni all’ecosistema marino dell’area protetta, per questo abbiamo presentato un ricorso al TAR della Campania insieme all’associazione Marevivo.

Chiediamo che sia riconosciuta l’illegittimità del decreto del Ministero dell’Ambiente che dà il via libera al progetto che danneggerebbe la Gaiola.

 

La riqualificazione dell’area di Bagnoli, vista la forte vocazione ecologica con cui si è deciso di presentare il progetto, sarebbe dovuta essere un’opportunità per spostare finalmente l’attuale scarico che sversa nella ZSC e vicino l’Area Marina Protetta parco sommerso di Gaiola. Paradossalmente, invece, si è deciso di raddoppiarlo in un’area di forte pregio naturalistico e ricca di biodiversità. Con il nuovo scarico, in caso di pioggia, finiranno in mare fino a 206 metri cubi al secondo di liquami ed acque potenzialmente tossiche con effetti su tutto il litorale cittadino, sul delicato ecosistema marino dell’area protetta e sulla salute dei cittadini napoletani.

 

Il caso di Bagnoli è eclatante, da una parte si vuole riqualificare un’area in modo sostenibile, incentivando un turismo attento alle questioni ambientali.  Dall’altra, si contribuisce all’inquinamento di una delle aree a più alto valore ecologico e turistico dell’area costiera della città di Napoli, con il rischio concreto di contribuire alla perdita di biodiversità già minacciata da molteplici attività antropiche.

PETIZIONE

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SALVIAMO LA BIODIVERSITÀ, SALVIAMO LE API

Chiedi al Governo Italiano e alla Commissione Europea la messa al bando dei pesticidi pericolosi per api e impollinatori. Se le api muoiono, a farne le spese sono l’ambiente, l’agricoltura e il nostro cibo.

DAL MONDO

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25 ANNI DI FOTOGRAFIE

L'attore Javier Bardem osserva i pinguini, dopo essere arrivato in Antartide, per salire a bordo dell'Arctic Sunrise, in una spedizione a sostegno della più grande area protetta della Terra, un Santuario dell'Oceano Antartico.

 

Questa è solo una delle fotografie scattate da Christian Åslund, in oltre 25 anni di lavoro con Greenpeace.

Abbiamo chiesto a Christian di fare una selezione delle sue fotografie preferite: ognuna di esse è legata ad un determinato momento storico, una campagna, una lotta portata avanti da Greenpeace, dalla Svezia all'Antartide, dagli Stati Uniti al Giappone, scoprile tutte!

Hai bisogno di contattarci?

Scrivici su WhatsApp al numero 348.39.88.614

Chiama il Numero Verde 800.969.834

 


Greenpeace Italia, Via della Cordonata 7, Roma, Italia

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