ANIME DIVERSE POSSONO DAVVERO CONVIVERE NEL PARTITO DEMOCRATICO? di Renata Rusca Zargar


 Ieri, ho presentato la mozione Giachetti-Ascani presso il circolo di Villapiana, Savona, che è il circolo del Partito Democratico dove risulto iscritta.

Quando Giachetti ha deciso di competere nelle primarie per la segreteria del Partito, ho subito deciso di appoggiarlo. Mi ha convinto come persona, che seguo da sempre, e come programma, che condivido completamente. Anna Ascani la conosco molto meno, anche perché ha solo 30 anni, ma mi piace il suo taglio deciso e forte.

Dato che, per ora, votavano solo gli iscritti del Partito e le mozioni dovevano essere spiegate nei vari circoli, mi hanno chiesto di rappresentare la mozione al circolo di Lavagnola, dove, nonostante gli altri fossero tutti, tranne uno, per Zingaretti o Martina, sono stata accolta fraternamente.

Ieri, poi, avevo l’ultimo impegno nel mio circolo.

Come ho ampiamente spiegato nella mia presentazione, mi sono iscritta al Partito dopo essere andata in pensione perché desideravo partecipare un pochino di più alla vita politica, magari, ascoltando vivere le teorie, gli impegni, i sogni, le speranze, che ho seguito sempre solo sui  media.

Per motivi di età, ma anche perché sono molto impegnata in altre forme di volontariato che sono più adatte alla mia natura, non ho mai manifestato nessun tipo di ambizione per qualsiasi carica, anche minima.

Devo dire che, dopo la mia iscrizione, non mi sono sentita accolta nel Partito: sembrava sempre che gli altri avessero la “puzza sotto al naso” nei miei confronti. È stato difficile persino partecipare alla Festa dell’Unità, che era un mio sogno da quando ci andavo con mio padre a mangiare e a comprare i biglietti della lotteria. Se non ci fosse stata la mia vecchia compagna di scuola, Caterina Feliciani, che mi ha permesso di lavare un po’di bicchieri, non so se mi avrebbero fatto fare qualcosa.

Queste difficoltà le ho attribuite a problemi del mio carattere, perché sono stata una persona molto timida e, se non mi sento a casa, non apro bocca. Inoltre, penso che  essere emarginati sia molto comune, magari, quando si cambia scuola e si entra in una sala insegnanti dove i nuovi colleghi non ti guardano in faccia, e in mille altre occasioni. Io sono consapevole di quanto ci si rimanga male e ho sempre cercato di coinvolgere le persone nuove in un gruppo. Perché lo so, ti senti  un pesce lesso. Per fortuna, oggi, si sta meglio: si può ficcare il naso nel cellulare, fingendo di avere qualcosa di estremamente importante da comunicare.

Ieri, però, è successo qualcosa di particolare. Come ho detto, io rappresentavo la mozione di uno dei candidati, perciò sono rimasta nella sede del circolo, dalle 17 alle 21, orario di chiusura delle votazioni.

A un certo punto, gli altri, presidente, scrutatori, garante, rappresentante della mozione Martina, hanno ordinato la pizza e a me non hanno chiesto se la volevo. A dir la verità, io non avevo capito niente, anche perché con me non ci parlavano, ma, tutto a un tratto, ho visto arrivare le pizze. Subito, ho pensato che ne avessero comprate due o tre per darne un trancio a tutti, come avevano  fatto a Lavagnola, dove c’erano dei dolci per tutti. Invece, no, ognuno aveva la sua. Solo il giovane rappresentante della mozione Corallo, in quel momento, mi ha domandato se ne volessi.

Insieme a me, c’era anche un’altra signora, Cinzia, che sostiene Giachetti e mi faceva compagnia, e pure a lei nessuno aveva chiesto niente.

Queste persone si sono messe al tavolo e si sono mangiate la pizza. Nemmeno allora hanno provato a dire: “Scusa, non ti abbiamo contata, ci siamo dimenticati.”

Tutte le mozioni, indistintamente, sostengono che bisogna rinnovare il Partito, aprirsi al basso, accogliere, rivitalizzare i circoli. Sostengono che, chiunque vinca, dopo, saremo tutti insieme, per un obiettivo comune.

Lo faranno così?

Saranno sempre lì a rimpiangere i vecchi tempi, a ricordare quella volta che…, tra di loro?

Ci saranno tanti giovani che vorranno partecipare a questo tipo di circoli?

Io lo spero, per il bene del Partito e del mio Paese.

Per intanto, a me è stato riservato un trattamento che, forse, neppure un cane con la rogna avrebbe ricevuto.

Commenti

  1. Ma no! ma che cane e che rogna, Renata! Nel partito democratico son tutti delusi e figurati se si accorgono se arriva qualcuno di nuovo! Riescono a malapena a sostenersi come esseri umani, fisicamente, mangiando. Si tirano su così, come una volta facevano ai grandi funerali.
    Non hanno le idee chiare, non hanno un'idea e, non sapendo che pesci pigliare, hanno ordinato... la pizza.
    Angela

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