Non vogliamo i migranti ma ovunque distruggiamo le terre e il pianeta. Il disastro dei biocarburanti e dell'olio di palma
In ogni litro di
carburante ci sono olio di palma, colza, grano o barbabietola: la UE impone
queste miscele. La coltivazione di olio di palma causa gravi danni ambientali.
Nel Borneo, la popolazione di oranghi si è ridotta di 100.000 unità. La UE sta
discutendo la sua futura politica in materia di bioenergia.
La UE decide sulla sua futura politica
in materia di bioenergia. I biocarburanti non sono la soluzione per i
trasporti.
Le foreste tropicali del
mondo vengono distrutte e sostituite da monocolture destinate alla
produzione di biocarburanti. L’abbattimento delle foreste rilascia grandi
quantità di carbonio nell'atmosfera. Anche gli studi commissionati
dalla UE arrivano a questa conclusione. Il biodiesel dell'olio di palma
rilascia tre volte più emissioni nocive per il clima rispetto al diesel
fossile.
La superficie dedicata alla produzione
di biocarburanti per la UE copre 8,8 milioni di ettari (dimensione
dell'Austria!). Due terzi di questi sono al di fuori della UE. Nel sud-est
asiatico, le piantagioni di palma per il biodiesel europeo si estendono per 2,1
milioni di ettari, secondo il rapporto UE.
Oranghi, tigri, rinoceronti ed elefanti
perdono il loro habitat. Nel Borneo la popolazione di oranghi è stata ridotta di 100.000 unità negli ultimi 16
anni.
Nel 2016, le auto dei 28 stati membri
hanno bruciato 22 miliardi di litri di biocarburante. Secondo i piani della Commissione
Europea, le auto continueranno a trasportare nei loro serbatoi cibo
convertito in biodiesel ed etanolo. Quasi la metà dell'olio di palma che importa ogni anno - 2,4
milioni di tonnellate nella UE - è destinato alla produzione di biodiesel.
Nel 2017, il Parlamento Europeo ha
votato a maggioranza assoluta contro le importazioni di olio di palma per la
produzione di biocarburanti da oli vegetali prodotti in seguito
all’abbattimento delle foreste tropicali. In questo modo chiede alla
Commissione Europea di proibire per legge entro il 2020 l'uso dell'olio di
palma nei biocarburanti.
Ora abbiamo l'opportunità di cambiare la
nefasta politica dell'Unione Europea sulle mete dei biocarburanti. Attualmente,
la Commissione, il Parlamento e il Consiglio dei Ministri discutono della
politica energetica fino all'anno 2030. Firma la petizione.
L'olio di palma è
quasi impossibile da evitare - è nei nostri alimenti, cosmetici, prodotti per
la pulizia e nel serbatoio delle nostre auto. Questa materia prima rappresenta
innumerevoli vantaggi per le grandi aziende, sottraendo la terra e il sostegno
dei piccoli agricoltori. Sfollamenti violenti, tagli delle foresta e
l'estinzione delle specie sono le conseguenze del nostro consumo.
Cosa possiamo fare per
proteggere le persone e la natura?
Il punto di partenza - La foresta nel serbatoio e sul piatto
Con 66 milioni di tonnellate all'anno,
l'olio di palma è l’olio vegetale di maggior produzione. Il suo basso prezzo
nel mercato globale e le sue caratteristiche che lo rendono di facile
lavorazione hanno contribuito a fare si che oggi, un prodotto industriale
su due di quelli acquistati al supermercato lo contengono tra i loro
ingredienti. Oltre ad essere presente nelle pizze congelate o precotte, nei
biscotti, o margarine, l’olio di palma si trova anche in creme per il corpo,
saponi, cosmetici, candele e detersivi.
Ciò che quasi nessuno sa è che
nell'Unione Europea confluisce quasi la metà dell'olio di palma importato nei
così chiamati biocombustibli. L’obbligo previsto dalla legge dal 2009 di
miscelare i biocarburanti con la benzina e il gasolio è una delle principali
cause di deforestazione nelle foreste tropicali.
Da allora, le piantagioni di palma da olio si sono diffuse in tutto il
mondo arrivando a coprire 27 milioni di ettari. In una superficie grande come la Nuova Zelanda, le persone e gli animali subiscono
l'espansione di questi "deserti verdi".
Le conseguenze - La morte persino nelle minestre in busta
Nell’umidità dei caldi tropici attorno
alla linea dell'equatore ci sono le condizioni ottimali per la coltivazione
della palma da olio. Nel sud-est asiatico, America Centrale e in Africa si
tagliano e bruciano giorno per giorno grandi superfici di foresta per fare
spazio a grandi piantagioni. Così, si emettono grandi quantità di gas serra
nell'atmosfera, che sono dannosi per il clima globale. L’Indonesia, il
principale paese produttore di olio di palma, nel 2015 è stata in parte
responsabile - in misura maggiore rispetto agli Stati Uniti - delle emissioni
di gas serra. Il CO2 e le emissioni di metano sono la ragione del perchè
il biocombustibile da olio di palma sia tre
volte più dannoso per il clima del carburante di origine fossile.
Ma non ne risente solo il clima: con gli
alberi scompaiono specie animali in via di estinzione come oranghi, elefanti
pigmei del Borneo e le tigri di Sumatra. Spesso, i piccoli agricoltori e le
popolazioni indigene che da generazioni vivono nelle foreste e le proteggono
patiscono sfollamenti devastanti. In Indonesia, ci sono attualmente più di 700
conflitti per la terra in relazione al settore di palma da olio. Inoltre, nelle
piantagioni classificate come "sostenibili"
o "bio" ci sono sempre più violazioni dei diritti umani.
Noi consumatori non conosciamo abbastanza questo tema. Il nostro consumo
quotidiano di olio di palma ha conseguenze negative dirette per noi: nell’olio
di palma raffinato ci sono grandi quantità di esteri di acidi grassi nocivi per
la salute, che danneggiano il materiale genetico e
possono causare il cancro.
Rimangono solo 70.000 oranghi nelle
foreste del sud est asiatico. La politica dei biocarburanti porta le scimmie
sempre più vicino all'orlo dell'estinzione: ogni nuova piantagione di palma da
olio distrugge porzioni dei loro habitat. Per aiutare questi nostri parenti
stretti, dobbiamo fare pressione sui politici. Ma si può anche fare molto nel
nostro quotidiano.
Questi semplici
consigli vi aiuteranno a riconoscere l'olio di palma per evitarlo e rifiutarlo:
- • Cucinare e scegliere: cibi prodotti localmente, ingredienti freschi, mescolati con un po 'di fantasia non hanno paragoni rispetto a prodotti industriali preconfezionati (quelli che contengono olio di palma). Per la cottura è possibile utilizzare oli tradizionali, come olio d'oliva, di girasole, di mais o di lino.
- • Leggere l’etichetta: dal dicembre 2014, sulle confezioni di cibo è necessario indicare se un prodotto contiene olio palma. Nella cosmetica e nei prodotti per la pulizia della casa si nasconde il divoratore delle foreste dietro una moltitudine di termini chimici. Cercando in rete si possono facilmente trovare alternative prive di olio di palma.
- • Il cliente ha sempre ragione: Che prodotti senza olio di palma avete? Perché non avete prodotti a base di olio di produzione locale? Chiedendo al personale e scrivendo lettere ai produttori di alimenti, stimolerà le aziende a preoccuparsi di più dell'accettazione dei loro prodotti. La pressione dell'opinione pubblica e la crescente consapevolezza riguardo all'olio di palma hanno già spinto alcuni produttori ad evitare l’uso del olio di palma, almeno in alcuni paesi europei come la Germania o l'Italia, dove recentemente questo problema è stato trattato diffusamente.
- • Trasporto pubblico invece dell’ auto: quando possibile, andare a piedi, in bicicletta o con i mezzi pubblici.
- • Informarsi e diffondere le quanto appreso: economia, mercati e politica vorrebbero farci credere che i biocarburanti sono rispettosi dell'ambiente e che le piantagioni di palma possono essere sostenibili. Salviamolaforesta.org. mette a disposizione informazioni sulle conseguenze dell'espansione delle piantagioni di palma da olio e le campagne che sostiene possono facilmente essere diffuse in tutte le reti sociali.
Inoltre:
- • Petizioni e pressione politica: le petizioni on-line aiutano a fare pressione sui politici responsabili della gestione delle politiche sui biocarburanti e le importazioni.
- • Farsi sentire: manifestazioni e azioni creative dirette in strade e piazze catturano l'attenzione della gente e dei media. Lo stesso accade anche per l’attenzione dei politici.
Commenti
Posta un commento