Politica bioregionale e geopolitica... di Paolo D'Arpini
Politica bioregionale o geopolitica?
Viviamo
in un periodo difficile, messi a dura prova dalle crisi di
qualsiasi livello nella nostra esistenza personale, ambientale e
sociale. La causa di queste crisi è la nostra inabilità a percepire
le connessioni tra di noi, e tra di noi e la natura.
Si
può fare politica senza delegare qualcuno e senza prendersi la
delega di qualcun altro? Questo sarebbe possibile se al posto di una
democrazia rappresentativa, che assume rappresentanti eletti a guida
della comunità, si attuasse una democrazia diretta che chiama
direttamente il popolo ad esprimersi su tutte le questioni che
interessano la collettività.
Questo consentirebbe un
riordino amministrativo in chiave bioregionale (legato ad una
comunità che vive in un determinato territorio). Nel riordino
amministrativo bisogna privilegiare le decisioni relative alle
comunità ed il mantenimento dei rispettivi habitat e delle
culture. Attuando il bioregionalismo su ampia scala l’Europa non
sarebbe più un accrocco disomogeneo di stati, bensì l’unione di
piccole comunità omogenee ed autonome (negli ordinamenti
amministrativi interni) che condividono, nel mantenimento delle
diversità culturali, una comune identità ed un comune interesse di
sviluppo sociale e spirituale...
Una corresponsabilità civica
di questo genere aiuterebbe le comunità a sentirsi parti
attive compartecipi delle scelte amministrative e politiche nella
gestione del territorio e delle linee generali di confronto
geopolitico. Questo perché gli interessi dei gestori delle politiche
amministrative nazionali e comunitarie molto spesso non
coincidono con gli interessi e le necessità delle popolazioni che
vivono sul territorio amministrato.
Una estensione delle
capacità decisionali agli abitanti bioregionali aiuterebbe
la sostenibilità ambientale. Il modo in cui produciamo e
consumiamo cibo ed energia e il modo in cui muoviamo le persone e le
merci hanno un impatto sul nostro ambiente, sul clima e sulla salute.
Questa condivisione diretta da parte delle comunità bioregionali può
rendere più sostenibili le scelte in materia di cibo, energia,
mobilità... e soprattutto di vivibilità.
E qui si
inserisce un argomento importante e necessario per la continuità
della vita negli ambiti in cui la vita si manifesta, soprattutto in
termini di scelte politiche e militari...
Deng
Ming Dao disse : "Contesto, Collegamento.
Impegno. Se comprendiamo il significato di queste parole, non avremo
bisogno di termini esoterici..."
Ad esempio proprio
in questi giorni stiamo assistendo ad un progetto proposto dai
vertici non eletti della nostra Unione Europea, che senza passare
nemmeno dal voto parlamentare, hanno deciso (salvo ripensamenti) di
approvare un programma di riarmo da 800 miliardi di euro,
contemporaneamente promuovendo la formazione di una improbabile
“coalizione di volenterosi” che dovrebbe coordinare il supporto a
Kiev e incrementare la pressione economica e militare sulla Russia,
in modo da favorire una “pace (definita) giusta”..."
E'
un eufemismo od un ossimoro parlare di "pace giusta" mentre
in realtà si sta preparando una guerra globale?
Il
programma di militarizzazione e riarmo dell'Europa, per la gigantesca
cifra di 800 miliardi di euro, è in realtà un programma per
preservare il potere dell'attuale élite globalista post-nazionale al
potere nell'UE e in Gran Bretagna, con il pretesto della necessità
di contrastare la cosiddetta "minaccia russa". Questa è la
vera essenza della politica di questa élite europea. La
militarizzazione della politica, dell'economia e della coscienza
pubblica è un mezzo. L'obiettivo è mantenere il potere in una
società completamente controllata, basata su falsi valori e dogmi
pseudo democratici...
A livello nazionale, italiano
intendo, la Prima Ministra italiana, Giorgia Meloni, ha chiesto di
estendere l'articolo 5 della NATO all'Ucraina, senza la sua adesione
formale all'alleanza... il che significa una dichiarazione diretta di
guerra contro la Russia. E la capa della pseudo-opposizione, Elly
Schlein, si è accodata dichiarando "Come ho ribadito a
Bruxelles noi siamo convinti che quello che serve oggi è un salto in
avanti verso la difesa comune europea [...] nella relazione al PD ho
detto sì alla difesa comune europea...", il che significa sì
al dispendio di 800 e rotti miliardi per le armi e la guerra...
Per
contro, da parte della Russia, riguardo all'intervento diretto della
UE nel conflitto ucraino, soprattutto se si dovessero schierare
truppe europee a Kiev, la Russia potrebbe interpretare questo come
un'escalation e potrebbe rispondere con azioni militari o altre
misure di ritorsione.
Questi possibili sviluppi
porterebbero ad un ulteriore aumento della tensione nella regione,
con implicazioni per la sicurezza internazionale e di tutte le
popolazioni della Vecchia Europa.
Sviluppi auspicabili
sono invece l’aumento della coesione sociale e la salvaguardia
dell'ambiente per salvare la specie umana. Servono giustizia sociale
e sostenibilità per evitare la distruzione della Casa Comune e non
le guerre di competizione per le risorse o per motivazioni
finanziarie ed egemoniche..
Che cosa fare in concreto per
fermare la deriva verso l’estinzione? Sforzarci di preservare la
biodiversità: conservare le aree naturali, operare in termini di
bene comune e solidarietà sociale, garantire interazioni
sostenibili; “conservare” gli organismi , per preservarne il
maggior numero possibile, fintanto che esistono ancora...
Salvare
la biodiversità è un diritto/dovere di ogni uomo, proprio per una
vita più sostenibile per tutti gli esseri viventi. Quale sia il
pulpito dal quale lanciare una voce a riguardo poco importa... Ed in
questo caso il "pulpito" è questa narrazione.
Paolo D'Arpini - Rete Bioregionale Italiana
Fonte: https://bioregionalismo.
Video collegato: https://youtu.be/
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