SAN FRANCESCO D'ASSISI di Gabriele Laganaro
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04/10/2024
Spiritualità Religiosa
Una conoscenza migliore del vero San Francesco d'Assisi è fondamentale per poterlo meglio onorare con le nostre preghiere: vediamo perciò di purificare la sua figura dalle numerose incrostrazioni spurie.
SAN FRANCESCO D'ASSISI
Una grande lezione della filosofia novecentesca, non dallo scrivente approvata, ma utile per lo scopo che si propone la parte iniziale del presente contributo, consiste nell'idea secondo cui nel proferimento di un enunciato ciò che ha importanza fondamentale non è il significato etimologico dei singoli termini impiegati, quasi a livello filologico si potrebbe dire, quanto piuttosto il messaggio veicolato dal parlante dicendo una determinata frase, istituendosi in tal modo una crasi tra significato e uso, una schizofrenica divisione tra aspetti della ragione e del linguaggio che dovrebbero essere uniti e complementari, ma che si rivelano invece scissi, quasi che in un atomo il protone potesse essere separato dall'elettrone: ebbene, qualcosa di simile ben può predicarsi a proposito di San Francesco d'Assisi, al secolo Giovanni di Pietro di Bernardone, nato nel 1181 ad Assisi e morto nella medesima città umbra nel 1226, diacono e fondatore dell’ordine religioso che da lui prese il nome, il quale è da una parte estremamente esaltato non solo nel mondo cattolico, com'è normale, ma anche in ambienti lontani dell'universo religioso cristiano, laici e laicisti, interessati al diacono fondatore dell'ordine francescano solo selettivamente, solo per ciò che si adatta al programma ideologicamente connotato da loro perseguito, compiendo in tal modo anche in ambito di biografismo ecclesiastico quella dissociazione tra uso e significato di cui si è detto all'inizio dell'articolo.
Il movimento crociato, tanto bistrattato da storici ideologicamente connotati, è stato in realtà, al di là degli errori di ogni impresa umana, una grande epopea, la manifestazione a gran voce della vitalità del cattolicesimo che, non più contenuto negli angusti limiti europei, ha ora la forza per espandersi verso l'Oriente: è ora da citare la quinta delle crociate medievali, svoltasi, convocata da Papa Onorio III, tra il 1217 e il 1221, alla quale, nel secondo dei quattro anni di conflitto bellico, partecipò anche il Nostro al fine di predicare Dio uno e trino al sultano Al Malik Al Kamil, senza però ottenere la conversione del condottiero musulmano alla Vera Fede.
Senza mai mettere in atto azioni violente, non degne dell’essere razionale che è l'uomo, dato che Nostro Signore ha comandato nel Vangelo l'amore della singola persona per ognuno e ciascuno dei propri fratelli, ogni cattolico è chiamato a compiere opera di conversione nei confronti di coloro che, seguendo altre dottrine religiose, autonomamente si escludono dal messaggio soteriologico recato da Gesù Cristo, l'unica possibilità di salvezza per l'uomo peccatore, unica ancora di salvezza nella misera condizione dell'essere umano naufrago nel mare in tempesta della vita.
Facendo ora un passo in più, passiamo a considerare quanto San Francesco d'Assisi riteneva sull’azione politica in generale: il principe non solo si deve occupare di garantire la pace, il buon ordine sociale e la giustizia tra il popolo e con i territori confinanti, ma anche fare in modo che tutti coloro che sono a lui sottoposti vivano cristianamente, rendendo onore a Dio, come si conviene in una società rettamente ordinata, nella quale politica e religione, pur essendo ognuna autonoma, insieme cooperano per la realizzazione completa dell'essere umano.
Strettamente collegata alla questione dell'onore dovuto a Dio è quella riguardante la dignità di tutto ciò che riguarda la liturgia, l'insieme dei movimenti e dei testi con cui il Signore stesso ha stabilito che l'uomo debba celebrarLo: secondo il Serafico Padre, il culto divino deve brillare per bellezza e nobiltà, i lini e le suppellettili essere di degna fattura, i vasi sacri costruiti solo di aurea materia, dato che la povertà deve fermarsi ai piedi dell'altare, a Dio essendo riservato il meglio del meglio, tenendo sempre a mente che la maggiore bellezza umana è sempre indegna della Somma Bellezza divina.
Un ultimo punto da analizzare riguarda l'ecologismo francescano, uno dei punti maggiormente fraintesi del corpus dell’assisiano: facendo riferimento al Cantico delle creature, si noti che il testo parla sì positivamente delle realtà naturali, segnando quindi una distanza dal contemptus mundi di Jacopone da Todi, ma pur sempre collegando la creatura al Creatore, in modo che ciò che è dipendente rimanga dipendente, al contrario dell’indipendenza del dipendente tanto comune nell’ecologismo contemporaneo.
Seppur brevemente, si sono visti cinque punti della vita e dell'opera di San Francesco d'Assisi, compiendo la scelta in base a quegli elementi che meglio confermano le differenze tra quello che è stato il Nostro e l'immagine di lui diffusa: sia permessa una conclusione che al contempo assume la forma dell'auspicio, che cioè tutti possano meglio conoscere l'autentica agiografia francescana per sempre meglio onorare e imitare il Santo poeta e religioso, alla cui intercessione ci rivolgiamo. Sancte Francisce, ora pro nobis.
Gabriele Laganaro
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