Da una guerra all’altra nel diario di un viaggiatore Arrivato in Argentina qualche anno dopo la ‘guerra sporca’ (‘sucia’ in spagnolo) ho visto gli effetti della dittatura militare degli anni ’70 e ’80. Ricordo le timide dimostrazioni nella città di Cordoba per fare memoria degli scomparsi a causa del terrorismo di stato. Si chiamavano in Argentina ‘desaparecidos’ dove i loro nomi e le foto erano esibite dalle madri e dalle nonne nella Piazza di Maggio nella capitale Buenos Aires. Questa non sarebbe stata che l’avvisaglia di quello che mi aspettava in Liberia, proprio l’anno seguente dalla partenza dall’Argentina. Inviato in Liberia ho ascoltato, visto e toccato la parte conclusiva della guerra civile in questo Paese, durata, con alcuni intervalli, per quindici anni. Ho l’abitudine di dire che quando gli occhi sono stati feriti da una guerra rimane loro ancora molto poco da vedere. Da quella lacerazione, mi sembra, non si guarirà mai più. A vero dire anche in Costa d’Avor...
Grazie di queste parole. Dicono tutto quello che tutti ci aspettiamo da tanto tanto tempo:
RispondiElimina<< uno Stato vigile e disinteressato, che abbia cura con onestà del ruolo che deve ricoprire e si prenda cura di questa Patria composta soprattutto da uomini e donne che lavorano, che crescono i loro figli e si prendono cura degli anziani, e che arricchiscono il paese con il loro essere vivi. >>
Angela Fabbri
Grazie per il tuo sosyegno, Angela!
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