L'ISIS SEGNA UN GOAL A TORINO di Renata Rusca Zargar
Ho molto apprezzato che 50000
persone si siano riunite per un concerto nella stessa città dove pochi giorni
prima c'era stato un vile attentato. Molti dei cantanti, poi, richiamavano il
concetto di Amore per gli altri ed esprimevano frasi contro la violenza: messaggi
tanto importanti da ribadire a tutti.
Così, mi sono venuti in mente gli anni della mia giovinezza, dopo il '68, quando si lottava per i diritti umani e contro le guerre. Anch'io andavo ai concerti di allora. Ancora ricordo, ad esempio, gli Emerson Lake & Palmer, nel 1972, a Genova, e tanti altri.
Così, mi sono venuti in mente gli anni della mia giovinezza, dopo il '68, quando si lottava per i diritti umani e contro le guerre. Anch'io andavo ai concerti di allora. Ancora ricordo, ad esempio, gli Emerson Lake & Palmer, nel 1972, a Genova, e tanti altri.
Eppure questi folli terroristi
vorrebbero impedirci di ascoltare le canzoni, di andare ai concerti, di sognare
amore e felicità quando siamo in fiore e ancora la vita ci appare tutta da
plasmare.
Per questo, penso che ormai i giovani del pianeta debbano ricominciare la nostra lotta di un tempo, debbano unirsi per cambiare un mondo tanto orribile in questo momento storico.
Per questo, penso che ormai i giovani del pianeta debbano ricominciare la nostra lotta di un tempo, debbano unirsi per cambiare un mondo tanto orribile in questo momento storico.
Giovani di tutti i paesi, di tutte
le etnie, di tutti i colori.
E i musulmani - ma già lo stanno facendo in Italia e anche negli altri paesi - devono emarginare e denunciare i mistificatori della loro religione che li colpiscono, li uccidono e fanno sì che cada il discredito e il disprezzo sull’intera comunità.
E i musulmani - ma già lo stanno facendo in Italia e anche negli altri paesi - devono emarginare e denunciare i mistificatori della loro religione che li colpiscono, li uccidono e fanno sì che cada il discredito e il disprezzo sull’intera comunità.
Il Profeta Muhammad (Maometto)
affermava che quando si va in un paese che non è il nostro bisogna rispettare
le leggi del posto e comportarsi anche meglio che a casa propria. Ma, spiegava
sempre il Profeta, se in quel paese ci fosse qualcosa che non possiamo
accettare, che non ci permette di seguire i nostri valori o professare la
nostra religione, allora dobbiamo andarcene altrove.
Questo è quello che devono fare non
solo i musulmani ma tutte le persone di buon senso.
E non, certamente, uccidere per
ostacolare i progetti altrui.
Poche ore prima del concerto di
Ariana, i tifosi vedevano la partita della Juventus su un maxischermo a Torino.
Quando ero piuttosto piccola, mio
padre mi aveva portata ad assistere a una partita del Savona.
Mio padre era un grande tifoso anche
perché era stato un bravo giocatore a cui la guerra aveva spezzato tutte le
speranze. Nel vederlo correre di qua e di là lungo la rete (non stava fermo un
attimo!), rosso paonazzo, con gli occhi iniettati di sangue, io, che sono stata
sempre paurosa, ho avuto una tale impressione che non ho mai più guardato una
partita in vita mia.
Dunque, osservando, sempre alla
tivù, la folla di scalmanati (secondo
me) in piazza a Torino, qualcuno persino sulle spalle di altri, mi sono molto
stupita che fosse permesso vendere bottiglie di vetro e per giunta alcolici.
Sappiamo come siamo noi italiani, con tanta gente così stipata che si esalta,
era meglio allontanarli dai pericoli,
come si fa con i bambini, e prevedere, inoltre, larghe uscite, in modo da non assieparsi troppo.
Questo per le situazioni di
normalità.
Purtroppo, noi non siamo più nella normalità
ma in una guerra strisciante e non c’è
nessuno di noi che, ormai, non pensi al peggio ovunque vada. Il panico, poi, è
incontrollabile e chi è più debole soccombe. Forse, era il caso di rifletterci
e prevenire.
Quindi, a Manchester, è stato fatto
qualcosa di buono contro il terrorismo.
A Torino, l’Isis, senza fare nulla,
ha segnato un goal.
Ricordo Piazza San Carlo nel 1979 quando lasciai Torino: larga e soprattutto lunga, fiancheggiata da portici su cui si apre il Bar Torino, il grande negozio Paissa e porte di casa.
RispondiEliminaGli unici sbocchi sono l'ingresso dal centro storico e, dalla parte opposta, l'uscita verso il tempio della Gran Madre in collina.
Qualcuno, tenendosi al sicuro vicino allo sbocco verso il centro, deve aver fatto scoppiare qualche petardo che teneva in serbo dall’ultima partita.
Ma il pubblico non era quello delle partite e Piazza San Carlo è tutt’altro che uno stadio e soprattutto ci sono troppi terrori e terroristi e terrorismi in circolazione.
Il risultato l’abbiamo visto in tv, noi che non c’eravamo di persona.
E mi chiedo come si sono sentiti coloro che l’hanno vissuta solo perché abitano lì, le loro case
sono lì che fiancheggiano la piazza e certo non potevano spostarle.
Non c’è bisogno dell’Isis, noi Italiani siamo così bravi a farci del male da soli.
Angela Fabbri