QUALCOSA DI GEOGRAFIA di Angela Fabbri, Ferrara
Stanotte in TV, durante l’intermezzo comico della
Littizzetto, ho sentito che la Geografia è sparita dalle scuole italiane.
Se
ne fa proprio poca poca poca.
In
un mondo che vuol chiamarsi GLOBALE.
Quando,
nel 1961, mio fratello Daniele (che frequentava il 1° anno del Liceo
Scientifico) doveva improvvisamente fare una ricerca su 2 Paesi africani,
nell’ambito del programma di Geografia previsto: PAESI EXTRAEUROPEI.
E
qui cominciò la famosa ricerca del TOGO e del DAHOMEY.
Mamma,
Papà, Daniele e io fummo promossi Esploratori, almeno sulla carta.
Togo
e Dahomey, non ne avevamo mai sentito parlare.
Unica
traccia: Paesi Africani.
Mia
madre, maestra elementare e da sempre appassionata di Geografia, fu colpita nel
vivo.
<< Sono rimasta indietro! E non me ne
sono accorta.
Bruno! (è il nome di suo marito, cioè mio
padre) Dobbiamo assolutamente aggiornarci e comprare un Atlante nuovo! Sui miei non c’è traccia di quei 2
Paesi! >>
Il
Papà Bruno, divenuto ragioniere lavorando di giorno e studiando alle Scuole
Serali,
che
parlava perfettamente sia il dialetto ferrarese che l’italiano, ma che veniva
periodicamente preso in giro dalla mamma per aver letto un solo libro “L’età
preziosa” (libro di cui peraltro si disfò appena possibile regalandolo al
figlio grande Daniele quando questi raggiunse l’età di 14 anni), insomma il
Papà Bruno aprì la scarsella e sborsò per l’acquisto di un Nuovissimo Atlante
(si capiva dal titolo che era davvero recente: Nuovissimo invece che
‘Novissimo’ come gli altri che giravano per casa) che venne scelto in formato
portatile, ma spesso come un Vocabolario.
Io,
che avevo 10 anni, guardavo da papà a mamma e poi al fratello Daniele,
coinvolta come quarto in quell’affascinante partita di ping pong che aveva come
premio la scoperta del TOGO e del DAHOMEY.
E
in 4 presenziammo all’apertura del LIBRO.
La
mamma sfogliò, sfogliò finché aprì la finestra sull’AFRICA. Un’Africa che
davvero non avevamo mai visto. Tutta spezzettata in cento colori. Gli stati
grossi non c’erano più, mentre c’erano tanti e tanti nuovi nati.
In
quel frangente, 2 degli Esploratori furono lasciati a casa:
Io,
che dell’Africa ricordavo solo l’Egitto e il grosso Congo Belga.
E
mio padre, che andò a leggere i suoi Giornali di Economia e Finanza.
In cucina rimasero mia madre e mio fratello Daniele, occhi sgranati e maniche rimboccate, a stendere sul tavolo di marmo (al posto della sfoglia) le basi di quella ricerca su Paesi di cui, a Ferrara, nel 1961, non avevamo nemmeno sospettato l’esistenza.
E
mia madre esclamò << Al lavoro! Adesso non sono più SPAESATA! >>.
Era
piena di voglia d’imparare. E la mia l’ho avuta da lei.
NdA
Ai
giorni nostri:
Il
TOGO è ancora il TOGO.
Il
DAHOMEY è diventato il BENIN.
Lo
so. Ho fatto una ricerca.
(Angela
Fabbri, Ferrara, notte fra 14 e 15 maggio 2017)
Anche a me piacerebbe trasmettere a mio figlio la voglia di imparare che ho sempre avuto io. Davvero nelle scuole sta sparendo la geografia ? Io spero che i ministri della pubblica istruzione futuri non facciano mai l' errore di farla sparire del tutto . Ciao, Chiara .
RispondiEliminaCi riuscirai, Chiara. Grazie
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